Eolie, storia ed epoca moderna.

Spiaggia di Filicudi.

Sarà la primavera, le giornate più lunghe e le temperature che diventando piacevoli far sentire più vicino l’ambiente marino, la barca e la navigazione in mare aperto. Le Isole Eolie si svegliano dopo un sonno durato un inverno, quando i vicoli senza alcuna persona vengono solo frequentati dal vento e dal freddo, il periodo del silenzio.

Le Isole Eolie si risvegliano sotto il tepore dell’inizio della nuova estate, quando anche il mare cambia colore e inizia a scaldarsi da permettere piacevoli primi bagni. Le Isole Eolie sono terre conosciute da sempre come località turistica termale sin dai tempi degli Antichi Romani, su isole come Basiluzzo, Panarea, Lipari e Vulcano tutt’oggi  si trovano e si possono ammirare resti di costruzioni termali che risalgono al periodo della colonizzazione dei Greci e successivamente dei Romani. Le Terme di San Calogero a Lipari si trovano in collina sulla parte ovest dell’isola a cento cinquanta metri sul livello del mare, vasche di pietra che si riempivano con acqua piovana e arricchivano in modo naturale grazie al rilascio di vapori geotermici delle attività vulcaniche che emergono tutt’oggi dal terreno, dalle pietre e che scaldano tale acqua sino a 50 gradi centigradi.

Altri reperti archeologici ritrovati in fondo al mare ed esposti al Museo Archeologico di Lipari nel famoso Castello a picco sul Mediterraneo, sono testimonianza di questi floridi periodi delle Isole Eolie. Infatti a Lipari testimoniano l’antica presenza dei Greci, alcuni scavi archeologici che hanno riportato alla luce oltre 3.000 tombe dotate di ricchi corredi funerari. La regolarità e la disposizione delle tombe dimostra una  certa disciplina e di regole topografiche greche. Vasi, statuette di terracotta e gioielli sono oggi esposti nel museo al Castello di Lipari, mentre le tombe all’aperto dove ritrovate sono visibili a sud del Vallone Ponte ed a nord del Vallone S.Lucia. Le Eolie nella fattispecie l’isola di Lipari sono mondi da scoprire e le scoperte non sono mai banali, ma ricche di significato storico ed intellettuale come il suo nome, si pensa infatti che Lipari sia stata chiamata così dai greci, infatti dalla parola “liparòs” che in greco vuol dire grasso, untuoso per estensione “fertile” legato alla terra ed alle culture agricole allora di vitale importanza.

Spiaggia di Alicudi.

Navigare tra i canali di queste isole significa anche solcare mari dalle profondità spesso elevate e mai esplorate, non si può infatti fare a meno di pensare a quanti tesori tutt’oggi possono essere ancora dispersi e sovrastati dall’acqua e dalle nostre barche che ci passano sopra, prue moderne che solcano oggi queste acque. È come se laggiù nelle profondità il tempo si sia fermato all’epoca dei resti stessi dei carichi delle navi di allora, con le grida dei loro marinai, il legno delle loro giunche, mentre in superficie il tempo è arrivato ai giorni nostri con tutta la sua modernità, turistica, musica da aperitivo e plastica… tanta plastica! Due livelli di altezza separati da qualche centinaia di metri, di acqua, ma migliaia di anni e di differenze epocali enormi.

Anche pensare che la conformazione delle Isole Eolie di allora è molto simile a quella di oggi ha il suo fascino, pensare che allora i greci o i romani si orientavano non solo con le stelle ma anche con i punti cospicui di queste isole, con il fumo ed il cratere di Stromboli che oltre ad indicarli la strada da lontano li aiutava anche a prevedere il meteo e la pressione atmosferica in base all’andamento del vapore acqueo emesso dal cratere.

Isole dalla personalità antica in un epoca moderna se pur fortunatamente ancora selvaggia, la particolarità di queste isole è l’accostamento dell’aspetto wild a quello in del locale di moda eoliano, spesso da una eleganza unica, fascino, moda e disegno sembra che nasca proprio in questi posti dove spesso stilisti e artisti si sono ispirati proprio come gli antichi, e quando l’antichità saremo noi chissà come si vivrà su queste isole, difficile immaginare le Isole Eolie del futuro. Gli isolani sono infatti molto attenti a salvaguardare queste isole, ci sono infatti delle regole ferree anche per quanto riguarda l’introduzione dei veicoli su alcune isole, infatti le auto che circolano tranne che per Lipari e Salina sono solo quelle dei residenti. Altre isole come Alicudi, Filicudi, Stromboli e Panarea non hanno illuminazione stradale, in estate in paesi si illuminano solo dalle tante candele poste sui muretti a secco di pietra lavica. Si costruisce molto poco a livello edile e quello che viene costruito è rigorosamente in stile eoliano, case con tetti a terrazza piatta, colonne in stile eoliano ovvero rigorosamente rotonde con leggera forma a botte e bianco, solo di colore bianco e mai più di un piano rialzato.

Da un’isola all’altra…

La barca a vela costeggiando le coste di queste incantevoli isole permette di avere una visione di insieme che dalla terra ferma non sarebbe possibile, infatti oltre a poter vedere in certe posizioni navigando nei canali tutte le isole insieme nello stesso momento, si possono anche vedere i loro paesini che si estendono lungo la costa o risalgono il crinale in tutto stile arabeggianti, bianchi dai tetti piatti, bassi ed ordinati. Certe fotografie che si possono vedere anche sul web non rendono la stessa emozione che si ha vedendoli dal mare, dal vivo con il rumore del mare, il calore del sole, i profumi di questa terra i sapori di queste incantevoli ed ospitali isole siciliane.

In questi giorni iniziamo a proporre le nostre crociere tra le isole con imbaco e sbarco da Lipari per il tour delle Eolie in barca a vela. Si tratta di sette giorni indimenticabili tra paesaggi, tramonti, aperitivi, bagni in baia isolate dai colori fantastici. Veleggiare da un’isola all’altra poterle visitare tutte e scoprirle in tutto illoro splendore. Quando il viaggio diventa la vacanza, e non il mezzo per raggiungerla. Fantastici momenti di silenzio e soffio del vento, silenzio e rumore del mare, ed intanto nel modo più naturale si naviga a vela per arrivare dove la vacanza continua senza mai perdere un minuto del tempo libero… è già perché chi naviga e sa aspettare senza dover sempre per forza arrivare, scoprirà cosa significa occupare di libertà, il tempo libero!!   

Le Isole Eolie furono colonizzate dai Greci, verso l’inizio del 500 a.C.

Strombolicchio.

I Greci chiamarono le Isole Eolie così poiché ritenevano che fossero la dimora di Eolo, Dio dei venti, ovvero dove Eolo andava a riposare.

Sono state ritrovate a Lipari monete antiche recanti l’immagine di tralci e di grappoli che testimoniano le antiche origini e l’importanza economica della viticoltura in questa zona geografica. Gli storici parlano di una Colonia Greca, che all’inizio del 500 a.C. avrebbe importato a Lipari un vitigno che prese il nome di Malvasia, ma non si è certi che tale vitigno sia l’attuale Malvasia di Lipari.

Una delle prime testimonianze della produzione vitivinicola delle Eolie è del Cavalier Bacci che nel 1596 affermò che “l’isola di Lipari è sparsa di fecondi colli, che per il calore del suolo danno un vino sincero” si intendeva buono e leggero. Ma, nel 1890 Guy de Maupassant nel suo libro “La vita Errante” descrive un’altra Isola, Salina, ed il vino li prodotto così “mentre tornavo, avevo scoperto dalla barca un’isola nascosta dietro Lipari. Il battelliere la chiamò Salina. Lì si produce il vino di Malvasia. Volli bere… una bottiglia del celebre vino…. E’ proprio il vino dei Vulcani, denso, zuccherato, dorato.

Negli anni 50 e 60 ci fu un calo della produzione tra Lipari e Salina, invece a partire dalla fine degli anni ottanta c’è stata una forte ripresa della produzione vinicola eoliana sotto la spinta di alcuni importanti produttori. La storia recente è caratterizzata da una evoluzione positiva della denominazione, con l’impianto di nuovi vigneti, oggi anche Panarea ha il suo vino, la nascita di nuove aziende, la professionalità degli operatori che hanno contribuito a migliorare il livello qualitativo della “Malvasia delle Lipari”.

Oggi tra i più importanti produttori si possono trovare Cantine di rilevata importanza sull’isola di Salina, nomi come Hauner e Fenech sono di importanza sostenuta per l’economia dell’isola, questi vini oltre ad essere presenti sul territorio e distribuiti nei ristoranti ed enoteche locali, sono infatti esportati in Italia e nel mondo. I vini si dividono tra bianchi da pasto, sino ai liquorosi per il dessert, i passiti sono quelli che vanno per la maggiore.

Vulcano vista da Lipari

Degustare i prodotti in loco si sa, hanno un valore che corrisponde ad un sapore aggiunto, il profumo della terra assomiglia a quello che stai bevendo, come quando si accompagnano i piatti locali creati con frutti nati su queste isole, questi sono vini maestri e dedicati, al mare. Si dice infatti che sembra di mangiare e bere i profumi dell’isola, del vento del mare, la terra delle colline e dei vulcani che ti circondano.

Anche la pesca ed i prodotti ittici locali sono di importanza vitale per l’economia e l’accoglienza del turista che spesso arriva sino alle Isole Eolie proprio per conoscere la tradizione culinaria del posto. Vulcano, Lipari e Salina sono i migliori posti per degustare a seguire perché no anche Panarea.

Pesce spada, tonno e ricciola sono la materia prima per la cucina isolana, infatti i piatti più importanti cucinati o serviti crudi nascono proprio da questo tipo di pesce. Quando vengono accostate a questi prodotti altre prelibatezze locali che arrivano dalla terra come il cappero, l’erba cipollina e la cipolla di Tropea si raggiunge l’apice del sapore, il gusto di mangiare sano, quando sano diventa sinonimo di Arcipelago Eoliano.

In alcuni periodo dell’anno quando vi è possibile raccogliere i ricci di mare, in posti come la Canna di Filicudi, nella Baia di Pollara ed anche allo Scoglio Nave di Panarea, aprirli sullo specchio di poppa della barca ed assaporarli con un buon prosecco, diventa musica o poesia dipende da quel che si vuol sentire, un assaggio con il sapore di una boccata di mare, misto al sapore del vino della terra vicina, nella brezza del maestrale il mite vento a regime di brezza tipico delle belle giornate Eoliane.

Le Isole Eolie sono però piacevoli durante le passeggiate sui loro colli, spesso irti e aspri ma con piccoli regali che si presentano continuamente. Fichi d’india, carrube dai rami degli alberi, fichi grandi come palline da tennis, sembrano essere li come nel giardino dei frutti proibiti, ma qua proibiti non sono e la loro nascita spontanea come quella del cappero, permette la raccolta e l’assaggio libero proprio durante le passeggiate panoramiche. La terra ed il mare di queste isole hanno sempre molto da offrire, basta guardare i piccoli particolari che ti circondano continuamente ed approfittarne aprendo la bocca.

Piccoli orti locali permettano al turista di acquistare frutta e verdura direttamente dai locali, anche un semplice pomodoro qua alle Isole Eolie può diventare ed essere considerato gourmet, i frutti della terra cresciuti dal sole di queste parti non sono paragonabili e soprattutto a buon prezzo.

Vicolo di Lipari

Alcune pizzerie come l’Ingrid di Stromboli, il Pescecane di Lipari etc, etc, preparano impasti base già buoni di suo, stile napoletano, ma la differenza la fanno i prodotti appena descritti quando andando a farcire con sapienza e delicatezza gli impasti rendono unici questi sapori. A Salina, da Alfredo un ristorante che si trova in Località Lingua, succede la stessa cosa con il pane Cunzato, una bruschetta circolare e bassa condita a gusto e piacere, diventa infatti un piatto regale, come le granite ai gusti di frutta preparate dallo stesso Alfredo e servite come dessert o per la colazione con la classica brioche con la pallina al centro. 

Se navigare spesso ti riserva delle insidie, ricordati che qua alle Isole Eolie avrai solo il piacere di incontrare sulla tua rotta, una serie di situazioni che renderanno la tua vacanza unica ed inimitabile. L’insieme di tante piccole cose al di là della barca a vela, ti regaleranno momenti di gioia oltre a quelli delle veleggiate che farete con noi ormai esperti conoscitori di questi posti. Vacanzeisoleeolie.com organizza infatti crociere alle Isole Eolie dal 2008 senza mai esser mancati un anno, sempre presenti perché questi posti offrono la garanzia di rendere felici i propri ospiti, e per chi come noi ha fatto di una passione un mestiere non può essere miglior premio. Isole Eolie la garanzia della felicita! Buon vento!! Team vacanzeisoleeolie.com

21 febbraio, primavera in mare…

Isole Eolie, in navigazione…

Ventun febbraio, primavera in mare! E’ questa la tradizione che vuole indicare l’inizio della riproduzione di tantissime specie di pesci che proprio in occasione dell’arrivo della bella stagione, proliferano per dare tutto il tempo ai piccoli di diventare grandi, prima che alla fine dell’estate l’acqua del mare torni a raggiungere temperature meno favorevoli per i nascituri.

Anche alle Isole Eolie la fine del mese di febbraio con l’inizio di marzo è il momento del risveglio di tutte le attività terrestri come se dopo il letargo invernale tutto rinascesse per dare vita ad una nuova stagione. 

A marzo qua al sud il meteo regala già delle giornate di sole, dalla temperatura molto piacevole e con lei la voglia di riaprire finestre e tirar fuori attrezzature balneari, come sdraie, ombrelloni e accessori per il bagno. A Panarea dopo la chiusura dei mesi freddi alcuni locali iniziano a riaprire ed anche se non sono aperti al pubblico si fanno i lavori di tinteggiature dei legni, le palizzate tornano a splendere di bianco e blu dopo essersi ingrigite con tutte le intemperie dei mesi scorsi.

Davanti alle baie di Drautto e davanti al paese a nord del pontile, i campi boe per gli ormeggi estivi delle barche a vela vengono pian piano riallestiti, patini e gommoni lavorano sui corpi morti per rendere le boe sicure.

Il piccolo bar di Baia Zimmari viene imbiancato e le sue finestre blu si riaprono, mentre la terrazza dove si consumano i gelati riprende forma con i tavoli e gli ombrelloni.

Filicudi, semplicemente…

Alle Isole Eolie questi posti si distinguono da sempre per una caratteristica importante, è un particolare che non segue le stagioni ma la naturale conformazione del posto, questa particolarità è il silenzio, il silenzio delle baie, delle colline con i suoi vitigni di malvasia, il silenzio delle alte scogliere di Pollara, dei crinali dei vulcani, il silenzio delle vette dove sulle cime non vi sono punte ma crateri, voragini dall’aspetto lunare di vulcani spenti che ti regalano il silenzio. Paesi fatti di vicoli dove regna l’odore dell’ombra e del silenzio di mura da una storia lunga da raccontare. Il silenzio delle grotte presenti su tutte le coste di queste isole eolie, sulle spiagge di ciottoli e sui tetti delle chiese, su nel bosco delle Felci a Salina, sui mille e duecento gradini di Alicudi e sulle tante terrazze vista mare. Il silenzio della vecchia casa del postino, delle strade bianche dove Troisi andava in bicicletta. Il silenzio è qualcosa troppo spesso lontano dalle nostre vite, perché la vita normale è rumorosa, siamo produttori di rumore, ma se volete regalarvi un momento intimo di silenzio, naturale della natura che vi circonda direi che le Isole Eolie possono darti la possibilità di ritrovare questa condizione preziosa

Il mare, come il deserto o la neve sulle vette delle montagne, sono luoghi unici dove si può instaurare un rapporto intimo con la natura, parlavamo di posti dove si è a tu per tu con noi stessi, quando stai bene con te stesso puoi stare ovunque. Infatti il mare è un grande amplificatore dei sentimenti, se stai bene e sei in mare starai benissimo, se stai male rischi di stare malissimo, talmente intimo e solitario è il rapporto con il mare, talmente avvolgente il suo silenzio che lascia spazio solo alla riflessione e si sa che riflettere a volte non conviene.

Ma alle Isole Eolie si può essere aiutati dalle tante distrazioni che possono offrire, lo sguardo è sempre catturato da scorci romantici, mozzafiato o panoramici ed è così che si trascorre la settimana di crociera in barca vela, navigando da un luogo all’altro senza mai vedere due volte la stessa cosa o pensare di passare da situazioni simili. I bagni in mare piacevoli per la temperatura mite dell’acqua si diversificano tra loro, passando dal fare snorkeling su siti archeologici a siti dove predilige l’attività vulcanica sottomarina, ritrovandosi cosi in posti come Lisca Bianca a fare il bagno in mezzo a milioni di bollicine che risalgono dal fondo per liberarsi nell’aria, odore di zolfo.

Quando non si è in mare si possono risalire sentieri cercando di scalare queste colline tra muretti a secco e pavimentazioni in pietra vulcanica, magari tra alberi di fichi, carrube e limoni, odore di frutta e vegetazione del caldo sud.

Vele, alberi e natura

Passeggiare nelle strade dei paesi prettamente pedonali alla scoperta di scorci di vita, dentro le finestre delle case ai pani terra, sotto le pergole, dove le famiglie, gli isolani, pranzano nelle tipiche cucine semiaperte. Oppure ristoranti tipici dai loggiati con le classiche colonne eoliane, bianche e rotonde che ergono e sostengono leggere tettoie per il fresco. Piccole attività di alimentari, frutta e verdura locale, pescivendoli improvvisati su degli Apecar o addirittura direttamente su pescherecci fermi al molo del porto. Odore di cucina siciliana.

La somma o la composizione dei tanti piccoli dettagli, creano l’atmosfera irripetibile di questo arcipelago eoliano che se pur inconfondibile non si ripete mai e ti fa sempre sentire a casa anche grazie all’ospitalità delle persone che abitano questi posti. Le isole Eolie non sono mai le stesse pur essendo rimaste immutate da millenni, testimone il loro aspetto primordiale in un contesto di locali alla moda, nell’evoluzione della tradizione che rimane fedele a se stessa, ma che si fonde nell’epoca attuale senza essere mai fuori contesto.

Il mare, il vento, il sole, la luce ed il silenzio di questi posti non rendono uniche le isole, sono le isole a rendere unici questi elementi che ritrovati qua in questo arcipelago assumono un valore ed un’importanza diversa, scappare dal rumore del mondo per venire a rilassarsi nel silenzio della natura eoliana è una ricetta infallibile, è un consiglio di un amico, è un suggerimento che dovrebbero cogliere tutti, un viaggio alle Isole Eolie è un’esperienza ricca di sapori, profumi, storia e soprattutto natura a trecento sessanta gradi. Piacevolmente Eolie significa godersi il silenzio di questi posti, piacevolmente Eolie significa i colori di un tramonto tra Filicudi ed Alicudi, piacevolmente Eolie significa arte culinaria, piacevolmente Eolie significa veleggiare sotto la brezza di maestrale a metà pomeriggio quando la scia del sole nel letto del mare ti indica la rotta da seguire…

Eolie Island.

Isole Eolie

Stromboli Island

Quando il vento soffia, le singole raffiche che ti avvolgono sembrano messaggi per te, messaggi dal mare. E’ come se tanti suggerimenti volessero cogliere la tua attenzione, quella della tua mente, esse potrebbero essere paragonate a delle carezze, delle lievi spinte che tendono a darti la direzione! Si, perché il vento caldo delle Eolie è questo, un susseguirsi di suggerimenti su dove mettere la prua della tua barca, il vento non devi contrastarlo, ma assecondarlo, ascoltarlo e trarne tutti i vantaggi che può regalare. Un soffio, una spinta per andare sempre più avanti e sarà lui a farti fare vela verso la nuova isola, che se pur conosciuta sarà sempre una nuova emozione tornare e ritrovare tutto quello che hai lasciato l’ultima volta!

Una delle sensazioni più grandi di libertà che si prova, è la navigazione tra l’Isola di Salina e Filicudi quando nel primo pomeriggio dopo una sosta a Pollara per il pranzo ed il bagno nella baia del postino, si salpa con prua a ovest – sud ovest di fianco alla scia del sole. Là dove la brezza di maestrale è la padrona del canale, il mare ed il vento ti permettono di fare rotta a vela verso l’isola che ormai è così definita per eccellenza, Filicudi.

L’odore del vento, che si direbbe inodore ma non lo è, stimola in modo inconfondibile l’olfatto che trasmette al tuo corpo quel mix inconfondibile di iodio, sale e odore del sole; si perché lo si voglia o no i raggi del sole hanno il loro odore basta saperne cogliere l’essenza, la loro luce non è uguale in ogni angolo del mondo e quando la luce cambia, cambia anche l’essenza.

Chissà se Josef Conrad ha mai pensato di scrivere qualcosa sulle Isole Eolie, sarebbe stato fantastico poter leggere le sue parole su questo arcipelago eoliano, parole così descrittive le sue da dare vita ad ogni cosa di cui parlasse, era capace di dare vita ed anima ad una bitta di ferro piuttosto che a un argano di legno, ed è così che questo articolo continuerà a cercare di descrivere queste isole, imitando nei limiti del possibile la sua scrittura, anche se la sua bravura rimane ineguagliabile.

Le Isole Eolie, Lipari la maggiore, Salina la più verde, Panarea la notturna, Stromboli la potente, Filicudi ed Alicudi le selvagge e lontane, l’ultima Vulcano, Jurassica se pur la più vicina al mondo reale per la sua posizione situata a poche miglia dalla Sicilia. Là, guardando a sud come un maestro dietro la cattedra si erge con tutta la sua maestà l’Etna, come se fosse il grande papà di queste sette isole sorte sempre grazie alle eruzioni di altri vulcani, e anche se in modo fantasioso sembra e piace pensare essere le sue figlie, le figlie di lui Vulcano dei Vulcani, sorvegliate dall’alto.

Arcipelago delle Eolie.

Abitare alle Eolie e non passarci solo periodi vacanzieri non è cosa facile, bisogna avere un grande spirito di adattamento e saper sfruttare al meglio la natura, le loro risorse naturali, che non sono poche ma vanno intercettate e messe in condizioni di poter migliorare la tua vita. Si perché se non riesci a trovare la chiave di lettura dei vantaggi che puoi avere vivendo su queste isole, rischieresti di avere a tuo discapito solo le scomodità che non sono poche. Al contrario le stesse scomodità diventano nulle se valorizzi l’aspetto naturale delle isole stesse, e tutte quelle meravigliose sensazioni che possono trasmetterti anche nei periodi invernali, quando il turismo è assente e si vive a ritmi veramente lenti e privi di distrazioni. Cinema, teatri e locali non vi sono, in alcune isole gli abitanti si riducono a meno di 40/50 persone e nelle isole maggiori dove ci sono più abitanti anche nel periodo invernale i servizi rimangono comunque scarsi, anche uscire e trovare posto in una delle poche pizzerie che rimangono aperte non è poi così scontato.

Ville, case e rustici in collina, vengono chiusi e chi rimane svolge una sorta di guardianaggio e manutenzione per chi non c’è, tutto si ferma, il tempo quasi, l’inverno è lungo dai colori grigi, ma anche dai fantastici tramonti tersi che nel periodo estivo non vi sono. Cielo stellato nelle notti di tramontana, chiaro di mare nei riflessi della luna, per lei, la luna, le stagioni sono tutte uguali, presenzia sempre sopra le isole, sia che ci siano o no i turisti a guardarla. Le luci delle case viste da lontano tremolano mischiate a stelle nel tetto del cielo, orizzonti traditi dalla luce della luna e contorni montagnosi delle isole disegnano linee e curve a trecento sessanta gradi, l’acqua mormora sugli scogli, perché non vi è burrasca, ma quiete notturna, invernale, fresca, quasi immobile, come se fosse disegnata e scritta per i pochi che rimangano, gli isolani, gli abitanti delle Isole Eolie.

Descrivere le Eolie anche quando si crede di aver trovato le parole giuste è pressoché impossibile, rileggendole si capisce che qualcosa sfugge comunque, sono Isole dal fascino e dalla natura unica, non si possono raccontare, si devono vivere il più a lungo possibile nelle giornate calde estive, quando la notte tarda ad arrivare, anche se la notte alle Eolie non è fatta per dormire, o meglio per dormire in casa. Alle Eolie si dorme all’aperto, fuori sul ponte della barca, sulla spiaggia, in riva al mare più che si può, sulle colline e perché no, nei vicoli dei paesi dove la tranquillità regna sovrana. Le Isole Eolie vanno interpretate in ogni momento della giornata, solo così si possono capire e ricevere da loro, il meglio di quello che possono offrire in modo incondizionato, regalo dopo regalo.

Filicudi Island.

Chissà se anche Josef Conrad la penserebbe così, chissà se mai è passato da queste isole, sicuramente no, altrimenti non avrebbe potuto fare a meno di raccontarle, di trasformale con la sua penna in qualcosa di vivo e inaspettato, avrebbe raccontato le Eolie come sono veramente, ma soprattutto gli avrebbe regalato quell’anima che solo lui era capace di dare.

Una vacanza alle Eolie e sempre non solo un’avventura, ma anche cultura, attività fisica, buona cucina e divertimento, solo chi c’è stato può capire queste parole e per chi ancora non lo avesse fatto, il consiglio e di non aspettare ancora, venite e provate a raccontarle voi… ma solo dopo averle conosciute!!

Dai fondali alla tavola!

Isole Eolie dai fondali alla tavola dei sapori…

I fondali delle Isole Eolie hanno aspetti lunari, ci sono delle immagini che li descrivono ricavate dalla navi oceanografiche che permettono di ricostruirli graficamente, e nella visione in 3D si notano chiaramente una serie di crateri di vulcani spenti che non avendo avuto una attività intensa come quei siti dove oggi emergono le isole stesse, sono rimasti sotto il mare.

Montagne vere e proprie che risalgono dal fono anche per oltre mille metri senza riuscire ad affacciarsi in superficie. Un mondo sommerso dal fascino indescrivibile che ha somiglianza con quel paesaggio che siamo abituati a vedere dalle foto lunari e non terrestri. I fondali delle Eolie sembrano sospesi in uno stato di silenzio eterno, fino a tremila metri circa di profondità intorno alle isole, dove regna il buio e la poca vita che riesce o meglio è riuscita ad attarsi a certe profondità, micro organismi, molluschi, plancton e rari pesci che si nutrono di queste sotto specie.

Navigare sul mare tra i canali che collegano le Isole Eolie, pensando alla profondità sotto lo scafo della barca, fa pensare alla vicinanza, contestualmente alla loro irraggiungibilità, posti così remoti, impervi, oscuri. Sulla terra ferma oggi tremila metri si possono percorre in pochi minuti ed in tutta comodità, ma andare la sotto dove la pressione e talmente alta da schiacciare sino a ridurlo a niente qualsiasi corpo, non è uno scherzo.

L’aspetto più interessante di questi fondali con trascorsi storici importanti nelle acque antistanti le Isole Eolie, intese come Lipari, Salina, Vulcano etc…   è quello archeologico. Si parla di decine di navi affondate dal tempo delle navigazioni dei nomadi, arrivati sulle Isole Eolie nell’età del bronzo, ci sono tutt’oggi resti di villaggi tra Cala Junco e Punta Milazzese. Poi i Greci che adoperavano queste isole per fare soste e rifornirsi di acqua e cibo primo di proseguire nel resto del Mediterraneo o fare ritorno verso il Mare Ionio e la loro Grecia. Gli Antichi Romani che portavano merci facendo già cabotaggio sino al nord Africa oppure navigano con personaggi importanti sino qua per poter usufruire delle acque termali, ancora oggi sono visibili i resti di una villa romana sull’isola di Basiluzzo. Navi cariche di tesori, monete e valori di ogni genere per il commercio, unico mezzo di trasporto di allora le navi a vela od a remi, che spesso dovevano anche confrontarsi con battaglie all’ultimo sangue tra contendenti, se non che difendersi da navi di pirati che se pur più recentemente sono state anche in questi caldi mari delle Eolie.

Queste terre come tanti altri siti del Mar Mediterraneo sono testimoni di epoche che si sono succedute nei millenni, guardando le scogliere, le montagne di questi posti anche se mutate dall’erosione del mare e del vento, non si può fare a meno di interrogarle, ed anche se non possono parlare riescono a trasmettere tutto il fascino della storia che vi è alle loro spalle. Le stesse coste dei locali mondani di oggi, hanno ospitato lo sbarco di galeoni e soldati, se nonché cacciatori e gladiatori di allora, quello che ieri si faceva per vivere oggi lo si fa per divertimento, esplorare, scoprire… tutto il fascino del viaggio e della scoperta! Ecco forse questo è quello che ancora oggi non è cambiato, la voglia di scoprire, di conoscere!

Spesso cerchiamo di spiegare ai bambini l’importanza del viaggio, le Isole, in particolare le Eolie rappresentano un mix di nozioni, espressioni e di viaggio culturale che difficilmente lo si ritrova in altri arcipelaghi. Viaggiare in barca alle Eolie è un viaggio nel tempo oltre alla scoperta dell’archeologia, si perché l’aspetto jurassico di questi posti va ben oltre l’immaginazione dei periodi dove la presenza dell’uomo ha fatto da padrone, stimola da subito la fantasia di quando qua vi erano solo vulcani e creature enormi. Posti sicuramente meno ospitali di oggi ma ricchi di eventi e vita di ogni genere e forma.

Anche i cieli molto stellati per via dell’assenza di inquinamento luminoso fanno riflettere, quando la sera sdraiati sul ponte della barca, nella quiete di una baia ti soffermi a guardare il cielo e vedi le stelle, le stesse che se anche in posizioni leggermente diverse erano già li presenti che assistevano a tutto quello che capitava sulla terra. I marinai, le barche a vela, la vita di oggi, elementi legati tra loro destinati a ripetersi da tempo, un tempo che a confronto della storia di queste isole, esistono da solo una frazione di secondo.

Oggi le nostre sette Isole Eolie sono legate tra loro da tradizione, cultura e cibo, ma soprattutto dall’economia del turismo. Le isole al di là della loro lunga storia, oggi sono un connubio di situazioni piacevoli per chi le visita, per chi ci vive, per chi decide di navigarci intorno. Si possono trovare molteplici interessi e motivi per passare del tempo in questi posti, il mare è bellissimo sia per chi ama fare snorkeling, ma anche per chi fa immersioni, attività vulcaniche si manifestano spontaneamente dappertutto, soprattutto quelle sottomarine.

A livello geologico vi sono molte grotte da visitare e da scoprire. A terra escursioni in mezzo alla natura, in vetta alle montagne e intorno ai crateri sono spesso passeggiate mozzafiato. I paesi piccoli e ospitali sanno soddisfare con i loro piccoli locali tutti i gusti ed i palati delle persone, il pesce fa da padrone ma anche la carne è spesso buonissima, per non parlare della pizza. I più giovani, ma anche quelli meno giovani posso divertirsi e trovare ristoro e relax sulle terrazze ricavate dai tetti piatti, in locali come il Raya ed il Banacalì servono aperitivi dal tramonto, sino a tarda serata er poi trasformarsi in alcuni casi in discoteche dove si balla rigorosamente scalzi. Le persone che vivono e lavorano con il turismo sanno come trattare i loro ospiti e difficilmente si è mal serviti, tutto è sempre all’altezza del momento e tutto è sempre squisito. Anche ascoltare le storie dei pescatori che hanno sempre vissuto qua è una melodia che fa parte del osto, di questa terra così bella se pur con tutte le sue contraddizioni. Quelle contraddizioni che non vi racconterò, ma che scoprirete da soli nel prossimo viaggio dedicato a questi posti, a queste isole, alle Isole Eolie. Isole per eccellenza!! 

…sapore estivo!

…soffia la brezza da nord ovest, il Maestrale. Nel canale tra Lipari e Salina il mare è invaso dal riflesso del sole che indica la rotta, dritta, tra Capo Faro e Lingua il lato est dell’isola dove a metà della costa c’è Santa Marina, il paese più grande dell’isola di Salina. Immagini di un’estate calda, con tante vele su tutto l’orizzonte, barche che assumono forme diverse a secondo dell’andatura, dell’intensità del vento locale, dell’onda! Verdi i versanti e le vette dei vulcani spenti, bianchi i paesi dai tetti piatti, stretti vicoli fan passare persone e venti, tutti i transiti di questo arcipelago disegnato dalla luce.  

I Canali tra le Isole Eolie

Si, le Isole Eolie sono posti fatti da immagini che rievocano il sapore della vera estate, uno spot pubblicitario di un gelato in tv, un film che racconta l’estate italiana, ragazzi più o meno giovani che si affacciano a Panarea per i suoi locali, sportivi che decidono di scalare vulcani come Stromboli e il Cratere dell’Isola di Vulcano, un aperitivo al tramonto con la musica del ciringhito Baia Negra a Baia di Ponente per i più stilosi e altro ancora. Potremmo infatti raccontarvi di quello che succede ad Alicudi durante la sera, dopo l’arrivo delle barche intorno alle diciotto quando gli equipaggi dopo una giornata di mare vissuta nel sole e nel sale, si fanno una doccia prima di scendere a terra ed andare a cena. Si ma qua ad Alicudi non si va a cena al ristorante, si entra nelle case degli isolani, dei pescatori, in quei locali che oggi vengono definiti Home Restaurant. Qua ce ne sono un paio che si possono raggiungere dopo aver salito il crinale collegato da mille e duecento grandi scalini per la salita degli asini. Ci si ritrova infatti in queste case, sulle loro terrazze o sui tetti piatti dal panorama mozza fiato, visto l’altezza. Ed è proprio qua che vengono apparecchiati i pochi tavoli e servita la cena a menù fisso, ma naturalmente queste è un esperienza solo per pochi, perché pur essendo economica i posti solo limitati e solo gli skipper con i giusti contatti riescono a far provare ai loro ospiti questa meravigliosa esperienza culinaria, ma non solo, infatti ha tutto il sapore misto d’incontro delle persone, la loro cultura locale, le loro case e soprattutto i racconti, che si articolano sempre nel descriverci le loro risorse, come cambiano dal periodo estivo a quello invernale. Infatti su queste isole in inverno rimangono veramente in pochi, non ché in estate siano affollate, ma come abitanti turisti esclusi si passa dai centocinquanta estivi ai quaranta nel periodo freddo. Il turismo ad Alicudi, come anticipato prima è limitato per via che non vi è la possibilità di ospitare molte persone nelle strutture esistenti.

Ad Alicudi, ricordo che una sera scendendo dal tender con gli ospiti, vedemmo un ragazzo seduto su di una sedia in cima al molo, mentre un’altra persona girava intorno a lui con un daffarsi da parrucchiere, infatti gli stava tagliando i capelli. Ad Alicudi, non c’è un parrucchiere, ma non c’è neanche una farmacia, una alimentari vera e propria non c’è e se si esclude la dispensa che poi è anche l’unico bar ristorante, direi che la spesa ad Alicudi non si fa, ma ci si procura con la pesca e con le piccole culture di ortaggi, mentre tutto il resto deve arrivare con la nave da Milazzo, che in inverno si affaccia solo due volte a settimana.

Una serata Isolana

Spesso durante gli ancoraggi notturni in baie come Pollara, ma anche a Pecorini a Mare o Cala Junco in momenti di quiete assoluta che solo la notte può regalare, mi sono chiesto guardando le rocce come fosse stare qua durante il periodo del freddo, in inverno quando nessuna barca è presente alla fonda, ma solo la forza delle onde di mareggiate e colpi di forte vento che trasformano queste baie in posti non più ospitali anche se comunque dal fascino enormemente interessante, soprattutto se vi è la possibilità di assistere dall’alto delle scogliere quando le onde del mare collassano e tuonano sulle stesse rocce delle quieti notti estive.

I cieli stellati delle Eolie non si possono raccontare, distesi sul ponte della barca cercando di veder passare una stella cadente, permette di abituare l’occhio a quella poca luce che di li a poco diventa un enorme distesa di piccoli e più grandi puntini di luce, anche la via lattea esce fuori dal nero del cielo in tutti i suoi minimi dettagli e come al solito guardandola non puoi fare a meno di pensare a cosa ci sarà in quella direzione, oltre a quello che è già conosciuto. Se solo potessimo viaggiare così velocemente per scoprirlo… andrei, e ve lo racconterei nel prossimo articolo !!!  

Le Isole Eolie sono questo, ma questo è solo una piccola percentuale di quelle situazioni, o siti, o scorci che si possono incontrare visitando queste Isole così diverse da ogni altro posto del mondo. Queste isole sono uniche per tanti motivi, al di la della loro bellezza naturale infatti godono di tanti altri aspetti positivi. Le mille cose raccontate in tutti i nostri articoli descrivono o meglio cercano di descrivere l’atmosfera che si crea qua, merito anche degli abitanti, infatti i locali sanno farti sentire a casa e questa è una caratteristica tutta siciliana che alle Eolie sembra raggiungere l’apice. Il cibo e la pasticceria cambia l’umore alle persone, le tavole apparecchiate senza tovaglie ma direttamente sulle maioliche rendono di per sè felici. Prodotti come il cannolo siciliano, la cassata e la granita di Alfredo sono ingredienti fondamentali per capire la cultura e la generosità di questa terra. Vivere le Eolie significa calarsi in una settimana di crociera indimenticabile, e quando si torna a casa è impossibile non pensare di ritornare. Queste isole vanno vissute di giorno e di notte, per capirle ed ascoltare il respiro dei vulcani, del mare, del vento, non basta un breve periodo, occorre tornare e tornare ancora. Ogni isola ha sempre qualcosa da nascondere, che ti fa volutamente scoprire la volta successiva. Andare o venire alle Isole Eolie, significa conoscere un angolo di mondo irripetibile!!      

Tradizione e persone.

Barche in Rada per la sera.

…navigare alle Isole Eolie significa incontrare un’atmosfera avvolgente, il clima fa la sua parte, ma quello che si avverte su queste Isole è qualcosa che nasce dal profondo di questa terra, nel vero senso della parola, ovvero il suo carattere vulcanico. Tutto arriva dalla profondità, il calore, le attività che emergono in superficie in svariati modi, le più evidenti tra il cratere attivo di Stromboli, le esalazioni di zolfo sottomarine a  Lisca Bianca, i fanghi sull’Isola di Vulcano, le sua acque termali sulle spiagge di Levente. Queste attività amiche dell’uomo ormai da decenni, rendono questa terra così affascinante da far si che migliaia di turisti ogni anno arrivino sin qua per poterle vivere personalmente. C’è comunque  da dire che questa atmosfera è elevata in maniera esponenziale grazie alla grande ospitalità degli isolani che abitano e vive su queste isole, se non che dalla sua cucina eoliana, che spesso rispecchia quella siciliana rivisitata, il vero Gourmet siciliano è alle Isole Eolie. Navigare in barca a vela tra queste isole è una continua scoperta, equivale a passeggiare in una grande città, ed a ogni passo puoi vedere qualcosa di nuovo, incontrare qualcosa di interessate. Tanto è vero che arrivando da un’isola all’altra i cambiamenti sono evidenti, anche senza dover fare un paragone tra il meglio ed il peggio, perché questo è solo una questione di gusti, abbiamo riscontrato nelle osservazioni dei nostri clienti velisti, che non vi è una regola del bello, spesso le persone si innamorano di un isola diversa, ma anche di una cala o una spiaggia sempre opposte tra loro, settimana in settimana la crociera non viene mai uguale grazie alla moltitudine di situazioni che le Isole Eolie possono proporre.  L’offerta della ristorazione è ampia, il pesce viene servito prettamente cotto, ottimi ristoranti come il Vicolo di Lipari, La Kasbah, ed il Pescecane ne sono testimoni, ma in un paio di ristoranti si mangia del crudo che credo non abbia eguali sulla terra, ad esempio The King of Fish a Lipari ed il Sirena a Filicudi. Parola di chi ha navigato sino ai caraibi attraversando l’oceano più volte in dieci anni, vivendo tutte le situazioni che ne concernano. Ci sono anche delle ottime pizzerie dove la pizza è prettamente napoletana, ma la si può gustare sulla terrazza di Ingrid a Stromboli oppure alla Pizzeria la Piazzetta di Lipari. In realtà quello che conta è la materia prima, in questa terra del sud i pomodori e la verdura in generale se nonché la frutta hanno un sapore eccezionale. Per questo motivo anche i manicaretti cucinati a bordo dagli skipper sono sempre un successo e permettono agli ospiti di assaporare alcuni piatti locali dai sapori eccezionali.

Natura Vulcanica Isole Eolie.

Veleggiare, il mare, lo splendore delle roccie vulcanine, le baie e gli abitanti con la loro cucina rendono le isole Eolie un posto unico. Il pesce alle Eolie viene pescato localmente vi è una grande tradizione della pesca al tonno ed al pesce spada, alcuni pescatori locali hanno incrementato i loro guadagni occupandosi della vendita del pesce al dettaglio aprendo alcune pescherie di famiglia che ha sua volta sono diventate ristoranti o rosticcerie con piatti da asporto. Queste pescherie presenti nei paesi dell’isola di Lipari e Vulcano quando hanno iniziato a fare ristorazione si presentavano in modo molto spartano, addirittura con tavoli apparecchiati con piatti e bicchieri diversi tra loro perché recuperati in casa, ma il punto forte ovvero la bontà del loro pesce fresco a fatto si che incrementassero i loro affari e spesso sono diventati dei ristoranti degni, se pur mantenendo un aspetto ed una atmosfera casalinga e cordiale data dalla gestione sempre familiare e informale. In altre isole come Filicudi ed Alicudi sono invece nati alcuni Home-Restaurant. Questo perché nei piccoli paesi di queste piccole isole, non hanno c’è offerta che possa soddisfare il numero di turisti che ogni sera scende a terra dalle loro barche a vela che si ancorano davanti alle loro spiagge. Tento è vero che dopo l’aperitivo spesso gli equipaggi tornano a cena a bordo per la mancanza di disponibilità negli unici due a volte anche un solo ristorante. Le famiglie sempre di pescatori che godono di case generose, con terrazze a picco sul mare lungo i crinali delle colline sovrastanti si sono attrezzate per poter mettere a tavola quindici, venti persone in suggestive location panoramiche, spesso ricavate anche sui tetti piatti delle case. Qua oltre a mangiare prodotti locali, pescati e cucinati con la tradizione di famiglie che vivono da generazioni su queste isole, si entra in contatto proprio con la cultura isolana, le porte che si aprano sono quelle delle case dei locali, gli odori ed i sapori di una tradizione tutta del sud, non dimentichiamo che le Isole Eolie sono delle Isole di un Isola più grande che è la Sicilia e questi passaggi in riduzione del territorio creano proprio quell’essenza quella concentrazione del buono, dell’utile del non spreco ed è qua che si possono imparare tanti piccoli trucchi per capire come si può ancora oggi vivere nella semplicità con il massimo della dignità.

Il Viaggio a Vela.

Viaggiare è sempre un insegnamento, ed è in posti come queste isole che ci rendiamo conto quanto si può essere lontani se pur vicini alla modernità che tanto ci piace, ma ci mette anche alla prova ogni giorno chiedendoci di sostenere dei ritmi faticosi. Al contrario arrivando su queste Isole dell’arcipelago Eoliano che sono solo a 40 minuti di aliscafo da Messina, si percepisce da subito il rallentamento della quotidianità, della vita vissuta nel presente. Probabilmente tante persone che si sono trasferite su queste isole pur essendo nate in grandi città hanno apprezzato, cercato e trovato la tranquillità in questi luoghi dove il rapporto umano ed i valori della famiglia e dell’amicizia, nonché della solidarietà sono forti e si percepiscono già dai primi momenti che si frequentano questi posti. Probabilmente merito anche di tutti i marinai che sono passati, che passano tutt’oggi da questi porti, che dopo navigazioni impegnative hanno la necessità di scambiare cordialità e rapporti sinceri con le persone del posto. Così facendo sicuramente hanno ampliato lo spirito di cordialità e solidarietà già presente tra gli abitanti di questi luoghi… le Isole Eolie!!

Tanti motivi per non innamorarsi delle Eolie!

Non innamorarti delle Eolie

Navigare alle Isole Eolie.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Ti legherai all’albero maestro, ma a differenza di Ulisse lo farai per non andartene, per non abbandonare il dolce dondolio del mare che come una madre premurosa ti culla giorno e notte.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Perché anche se mancherà il vento per aprire le vele, la brezza del mare ti accarezzerà, setosa e instancabile. Ti addormenterai sulla prua, che da superficie dura diventerà il materasso su cui dormirai.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Del loro mare blu zaffiro, trasparente e sfaccettato come un diamante, azzurro come il topazio. Fremerai dalla voglia di buttarti a capofitto in quelle acque, di farti abbracciare dalla loro freschezza. Il rumore del motore ancora accesso, il tuo ultimo impedimento prima di congiungerti con quelle acque, sarà fastidioso e martellante, ma infine tacerà.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. In mare i ritmi cambiano, rallentano senza fermarsi. Imparerai che il ritmo convulso della tua vita ordinaria mal si addice al navigare. Azione e reazione si dilatano, seguendo i tempi del mare, Lui, capo indiscusso. Ad un occhio inesperto può sembrare che in mare le azioni rallentino; invece, una semplice manovra è il risultato di un susseguirsi di molteplici piccole azioni che portano al risultato sperato. La tempesta che sopraggiunge dall’orizzonte sembra lontana, eppure il capitano lascia la sua amaca per preparare la partenza. Tira, sciogli le cime, ritira l’ancora, prepara la direzione, controlla il vento, gira la chiave. Ecco, tutto è tranne che girare una semplice chiave e partire.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Perché quel ritmo lo ritroverai anche nei locali, che vivono le loro esistenze con i ritmi dettati dal mare e dal navigare. Si fa, si agisce, ma come se si dovesse governare una barca, con i suoi riti e le sue regole. Il ‘click, fatto’, il ‘subito e qui’ non esistono: ogni cosa ha i suoi passaggi da rispettare. E lo farai tuo questo andare, al punto che già al molo, il giorno del ritorno, la frenesia dei controlli per imbarcarti sull’aliscafo ti farà inorridire.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Perché quella calma potrebbe essere interrotta violentemente da una burrasca e vedresti con quale forza le cime che legano la barca al molo tirano per allontanarsi dalla terra. Una spinta tale che l’unica soluzione che resta è tagliarle di netto. E la burrasca sarà capace di atterrirti e allo stesso tempo richiamarti a lei.

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Perché ti innamorerai dell’eleganza di Panarea, dell’asprezza di Filicudi e Alicudi che ti portano in un’altra dimensione. Ti innamorerai di Lipari, centro nevralgico, che raccoglie in sé l’eccitazione dell’arrivo e la malinconia del ritorno; Salina, con le sue strade lanciate sul mare, il profumo di pane cunzato e capperi; Vulcano e le sue spiagge nere, e l’odore di zolfo che permea l’aria. Soprattutto Stromboli, casa di Iddu, con i suoi vicoli bianchi che si inerpicano ai piedi del vulcano, le sabbie nere di lava raffreddata. Non ci sono lampioni a Stromboli, è il cielo a indicare la via, per i più fortunati la luna piena che sovrasta l’isola. Quando è sveglio Iddu, lo spettacolo degli spruzzi di lava, che come i getti di una fontana illuminano per un istante la sommità del vulcano, potrai goderteli da una terrazza, oppure in barca di fronte alla Sciara.

Stromboli Terra di Dio

Non innamorarti delle Eolie, non farlo. Perché scoprirai cosa vuol dire navigare, essere circondati dal mare che tutto amplifica. Mare che può essere compagno o nemico, dolce o funesto, amante o traditore. Eppure, lui non è senza marinai e loro non sono senza di esso. Un legame che per alcuni non si formerà, per altri diventerà il pensiero recondito che dà piccoli colpetti nella testa per ricordati che lui è lì ad attenderti. La salsedine attaccata alla pelle, la schiuma bianca che segna il passaggio, le onde inarrestabili: tutto di lui ti mancherà, e attenderai la prossima opportunità per vederlo, come le mogli dei marinai che aspettano il loro ritorno. Non innamorarti delle Eolie, così si scrive: Caro diario, sono felice solo in mare, nel tragitto tra un’isola che ho appena lasciato e un’altra che devo raggiungere».

Non innamorarti delle Eolie, non farlo….. oppure tornerai, tornerai, ternerai !!

Occhi del mare!

…us seen by the sea!!

Isole Eolie

Vedere attraverso le lenti del mare è un privilegio che va capito, assaporato e vagliato costantemente quando si naviga in barca a vela. E’ un racconto di poesie, storie, profumi, visioni che forse solo un Arcipelago come quello delle Isole Eolie sa dare. Ci stiamo avvicinando verso la parte più remota , più isolata e non metaforicamente incontaminata di tutte le Isole. Ci siamo lasciati Capo Graziano a Filicudi alle spalle e decidiamo, in accordo con tutto il nostro equipaggio che rimarrà con noi per ben due settimane, di continuare la navigazione in quella che chiamiamo la “golden hour”, il sole che ha attraversato il suo punto più alto e che comincia la sua discesa all’orizzonte. Ci stiamo dirigendo verso Alicudi. L’isola più ad occidente di tutto l’arcipelago. Dista 34 miglia marine da Lipari, ed è piccolissima. Pensate che la sua superficie è di appena 5 kmq! È caratterizzata da coste molto ripide ed aspre, ed è abitata esclusivamente sul versante meridionale. Conta circa 40 residenti! Vi pare semplice un confronto con le metropoli che conosciamo e che magari qualcuno di noi abita? Arduo compito quello di mettere a confronto realtà inconfrontabili. Visitare, vedere, sintonizzarsi con quest’isola è quanto di più lontano siamo abituati a fare quotidianamente nei nostri spostamenti terricoli. Dalla forma quasi perfettamente conica, incontaminata, aspra e solitaria, Alicudi offre scenari dalla tipica ambientazione mediterranea tra terrazzamenti con muretti a secco, splendidi scorci di blu e piccole barche di pescatori. l borgo di Alicudi è composto da cinque piccole frazioni sparse sull’isola. Tra queste Alicudi Porto, la principale contrada dove si trovano gli unici due negozi di generi alimentari di tutta l’isola e l’ufficio postale. Ricordate di portare contanti, perché ad Alicudi non troverete bancomat, e tutto ciò che vi occorre! Le altre frazioni sono Contrada Tonna, San Bartolo con l’omonima chiesetta, Contrada Pianicello, che ospita una comunità tedesca, e Contrada Sgurbio, un piccolo agglomerato urbano composto solo da cinque case. Ad Alicudi non ci sono strade, non ci si muove in macchina, non si affrontano percorsi di qualsivoglia genere “motorizzati”. Ad Alicudi ci si muove a piedi, un passo dopo l’altro oppure a dorso di mulo lungo le mulattiere appunto che si snodano sul pendio irto dell’isola e che conducono alla cima. Lo scorrere lento del salire è scandito dal tacchettare degli asini che, sferrati, per evitare scivolamenti, aiutano noi umani nel difficile compito di trasportare lungo il sentiero qualsiasi cosa provenga dalla terra ferma…cibo, acqua, bagagli dei villeggianti, scorte invernali…ed anche all’occorrenza pacchi di Amazon! Se volete esplorare l’isola a piedi potreste seguire questo itinerario di 4,5 km che richiede circa 5 ore.

Vulcano Isola

Si parte da Alicudi Porto e ci si inoltra in salita tra le case del borgo, lungo le ripide scalette che portano alla Chiesa del Carmine, con l’insolito campanile separato dall’edificio. Seguite il percorso segnalato in azzurro che offre bellissime viste sul mare e il borgo. In meno di 20 minuti si raggiunge, dunque, la chiesa di San Bartolo, costruita nel 1821 sui resti di un edificio settecentesco. E “Bartolo” qui è in ogni dove…patrone delle Isole Eolie, è il nome più diffuso di tutte le Isole equi viene celebrato il 28 di agosto. Dal sagrato terrazzato si vedono Filicudi e Salina. Superate la cisterna alle spalle della chiesa e imboccate il sentiero sulla sinistra per salire fino alla Contrada Montagna, un tempo la più popolata dell’isola ma oggi completamente abbandonato. La contrada era importante non solo per la sua posizione da cui controllare l’arrivo di eventuali attacchi dal mare, ma anche per la sua vicinanza agli unici campi coltivabili dell’isola. Si prosegue lungo il sentiero delimitato da muretti a secco che attraversa la pianura costellata da mannare, costruzioni in pietra che ospitavano il bestiame e custodivano gli attrezzi. Si arriva poi al bordo di una falesia sulla costa occidentale dell’isola che offre una vista favolosa sullo scoglio Galera. Se volete poi raggiungere il punto più alto di Alicudi, bisogna tornare indietro fino al pianoro di Montagnole e così raggiungere la vetta. Lungo il cammino vedrete il Timpone delle Femmine, ovvero alcune fenditure nella roccia che servivano da rifugio alle donne durante le incursioni dei pirati. Arriverete quindi al Filo dell’Arpa, il punto più alto dell’isola, a 675 metri, che si raggiunge tramite ripidi scalini. È il cono di un vulcano ormai spento che si inabissa per oltre 1500 metri nelle profondità del mar Tirreno. La vetta prende il nome dalla poiana (arpa in dialetto siciliano). Infine si prosegue lungo il sentiero in discesa lungo il brullo versante sud-orientale dell’isola, per attraversare la Contrada Pianicello, passare accanto alla cappella di San Giuseppe e ritornare infine al porto di Alicudi. Gli escursionisti più esperti possono esplorare gli altri itinerari tracciati, una quindicina in totale, indicati con cartelli di diverso colore. Scoprirete strette mulattiere lastricate e antichi sentieri che dal porto conducono alle altre contrade dell’isola e alla vallata dove un tempo colava la lava del vulcano prima di riversarsi in mare. Non è un percorso breve ne facile, ma è imprescindibile per carpire i segreti di questi luoghi. In un’isola dove esiste la Scuola Elementare più piccola di tutta Europa che vanta solo tre scolari, cosa se ne può capire se non mescolandosi alle gente del luogo che inevitabilmente ci ferma lungo il sentiero per offrirci anche una breve sosta? Incontriamo salendo, tra un sorso d’acqua e l’altro per tenere a bada l’arsura, Bartolo! Un ometto ben vestito, per niente affaticato sull’ottantina che a testa bassa e con in mano un bel trancio di tonno imbustato appena preso al porto ai pescherecci, intavola con noi un leggerissimo discorso sulla giornata appena trascorsa sull’isola, ma allo stesso tempo in modo tanto gioioso e carico di pathòs che saliamo tantissimi gradini con lui che ci spiega, mano a mano il perché qui i numeri civici delle case ad ambo i lati siano esattamente quelli del numero del gradino su cui ci troviamo…perché era la cosa più semplice da fare!

…to be continued…

…il tour prosegue!

Il pranzo a Pollara è forse uno dei più suggestivi che vivremo durante la crociera in barca a vela. Alla fonda in uno specchio d’acqua cristallina come poche se ne vedono nelle migliori location caraibiche circondati da una muraglia di pietra tufaria dalle colorazioni diversificate, si sente possente la presenza della natura selvatica delle isole assieme a quella pacifica del mare. E’ inevitabile tuffarsi anche subito dopo aver pranzato…l’acqua delle Isole Eolie è così piacevolmente fresca che non si rischia mai di avere noie. Intorno alla barca e fin sotto la spiaggetta di roccia arenaria bianca una miriade di specie marine nuotano alla ricerca di cibo anche forse incuriositi dalle presenza delle imbarcazioni e per niente infastiditi dai nuotatori muniti di maschera e cannello. Avventurarsi  per catturare l’immagine di un fondale quasi incontaminato o anche solo per ammirare le chiglie dei monoscafi che ondeggiano scure a pelo d’acqua è un’esperienza che da sola vale l’intera giornata. Per chi si gode il caffè sotto l’ombra del bimini è tempo, una volta trascorse le ore più calde del primo pomeriggio, di aiutare il comandante a sistemare il  pozzetto per poter partire poi con calma alla volta di Filicudi. Nelle giornate meno calde alcuni prima di salpare definitivamente da Salina ci chiedono di poter salire su dalla scalinata laterale all’arco del Perciato per curiosare…Pollara è magica anche da lassù. Appartata per tradizione, il borgo di Pollara si stende su una baia naturale, in realtà un antico cratere vulcanico. Ed è a Pollara che si trova Il Villaggio dei Pescatori, un luogo unico per trascorrere una giornata tra mare e terra, accessibile dopo un sentiero e alcune rampe di scale. Anche lì l’organizzazione non manca ed è possibile ricevere le cure ed i servizi organizzati dal punto di ristoro che si trova nella piazza principale del paesino. Al rientro, il belvedere posto nei pressi dell’osservatorio, è un appuntamento obbligatorio.

Significa concludere la visita di Salina con una vista mozzafiato su Alicudi e Filicudi che si stagliano all’orizzonte. Una giornata unica di mare, colori e luci che se sei a Salina non si può perdere. Veleggiare verso Filicudi ci permette sempre di godere di brezze leggere che ci sospingono all’Isola con una certa calma; è un pomeriggio di vela, di vento, di sole e di relax. Assieme ad Alicudi, Filicudi è l’Isola più dislocata dell’arcipelago delle Sette Sorelle e sono le due Isole che forse hanno risentito meno nel tempo dell’afflusso e dei cambiamenti che il turismo inevitabilmente infonde anche ai luoghi più appartati. Navigando si gode appieno di quello che la barca a vela ed il mare offrono perché è una navigazione “di avvicinamento”, pomeridiana ed apparentemente senza aspettative…è in realtà il momento in cui più spesso si incontrano branchi di delfini che affascinati dallo scorrere leggere dello scafo sulle onde si avvicinano ala prua e veloci ci accompagnano per brevi tratti anche dando spettacolo di sé e delle loro agilità a tutti i nostri equipaggi; si dice che i delfini scambino lo scafo delle imbarcazioni che navigano a vela e che per questo sono per natura silenziose per il ventre di alcuni grandi mammiferi e che si avvicinino per il loro innato spirito di curiosità e di “branco”. Capiscono poi di essersi sbagliati, ma intuiscono anche di non essere affatto in pericolo e per questo ci seguono finche la sensazione del nuovo non li affascina. Per chi non è avvezzo alla navigazione, ma in realtà anche per chi è un habituè del mare lo spettacolo di questi animali affabili e intelligenti che danzano veloci sulle onde è impagabile ed assolutamente fuori da ogni schema tanto che ipnotizzati non si riesce neanche per un attimo a distogliere lo sguardo per accaparrarsi una bella foto o bel filmato…

La visione di Filicudi all’orizzonte nei giorni di cielo terso e limpido, senza foschia abbaglia letteralmente. Quella sua morfologia impervia che si percepisce solo avvicinandosi si perde quando la si guarda da lontano e quelle rocce impervie diventano all’occhio umano e a distanza le forme sinuose ed ammaglianti di una donna sdraiata con i ventre gravido che sembra adagiata sul mare per godersi le onde; non si vede subito, ma è una sorpresa quando si riesce a distaccarsi dai particolari dell’isola e ne si percepisce una visione d’insieme. Filicudi è amore a prima vista oppure non amore, ma mai lascia indifferenti…forse è l’isola per eccellenza, quella dove si concentra tutto l’immaginario di chi, cittadino, si avvicino ad un posto quasi sperduo del Mediterraneo ed assapora una cosa nuova che si è dimenticato : la solitudine. E’ condividendo con la gente del posto la vita di un’isola che, lontano dalla costa, ma anche lungo la costa stessa, svela il lato più autentico e selvaggio. L’isola dell’arcipelago eoliano è un continuo saliscendi di sentieri sterrati accompagnato solo dal frinire delle cicale e dal rumore secco delle onde sulle rocce. Sono le antiche mulattiere percorribili a piedi. Quasi incredibile da credere quando lo si racconta a chi viene dalla città. La barca a vela e le sue navigazioni sono questo in sostanza: l’avvicinarsi a realtà, mondi, persone, luoghi, suoni o che si erano dimenticati o che non si erano mai conosciuti.

La barca e l’ambiente…

A pensarci bene è un luogo accessibile solo via mare o dove, se il mare non lo permette, non si arriva. Questo concetto per una civiltà abituata a raggiungere tutto e subito è quasi inconcepibile, fa strano, fa antico…ma conoscendolo è la riscoperta assoluta e vivace di tutto il bello che c’è nella mancanza di frastuono, rumore, velocità…”lessi s more” è tutto ciò di cui di diventa consapevoli qui e che serve davvero. Le case di Filicudi si allineano sull’unica strada asfaltata che collega i due borghi marinari dell’isola, il Porto da un lato e Pecorini dall’altro lato dell’Isola per poi disseminarsi aggrappate ai crinali tra sciare color ruggine, pareti vulcaniche e terreni terrazzati su cui si alternano mandorli, fichi, carrubi e melograni. L’isola è a forma leggermente ovale con un’appendice a sud-est costituita dalla penisola di Capo Graziano (m 174) mentre il suo punto più alto, la Fossa delle Felci, è a 773 metri. La zona del Porto è il centro nevralgico, dove trovate le piccole attività commerciali dell’isola. Il tratto costiero del porto, ospita una spiaggia di ciottoli abbastanza grande. Qui ha sede un piccolo museo, che conserva a piano terra gli antichi utensili dei contadini e al primo piano ritrovamenti archeologici sottomarini. Il nostro punto di arrivo è però in primis Capo Graziano…sopra e sotto il mare, ma anche via terra Capo Graziano è un rigoglio di natura incontaminata rimasta davvero legata ad epoche ancestrali. L’ancoraggio alla fonda è d’obbligo prima di arrivare alle boe definitive dove poter passare la notte. Una tappa da non perdere è scalarne il promontorio… Capo Graziano è uno dei luoghi più importanti per l’archeologia eoliana. A circa 100 metri sul livello del mare, ospita i resti del cosiddetto “Villaggio di Capo Graziano”, una trentina di capanne a forma ovale datate nel 1.700 a.C. di epoca neolitica, con un altare miceneo e terrazzamenti. Da qui, si arriva anche alle antiche “Cave di Macine” dove, proprio sulla costa dell’isola bagnata dal mare, si scorgono alcuni resti di macine. E’ un percorso poco impegnativo, ma ricco di emozioni e che offre una visuale davvero imponente sulla baia sottostante. Anche per gli amanti di diving, a largo di Capo Graziano, vi è un sito archeologico d’importanza mondiale per le numerose imbarcazioni di epoca antica presenti nei fondali. Oltre ad essere sito d’interesse culturale, è anche un luogo prediletto per gli appassionati della natura, poiché presenta un habitat ricco e rigoglioso grazie anche alle normative che vietano, da dieci anni a questa parte, la pesca e le immersioni se non accompagnati dal personale autorizzato……

To be continued […]