Emozioni nel vento…

I miei primi 7 anni di charter. La barca a vela come “terapia”.

Conoscere “Margò”, un Sun Odyssey 51, cantieri Beneteau, ormeggiata al molo dello Yatching Club di Livorno, è stato lo “scatto” più fortunato della mia Nikon. Lei, con le sue lenti, l’ha messa a fuoco subito quella barca…le cime, il pulpito di prua, la randa che sbucava piccina dall’avvolgitore dell’albero, la trinchetta blu avvolta a prua e il teak inumidito da quella pioggia di inizio dicembre. A me invece m’è servito un mese per inquadrarla Margò. Perchè in fin dei conti è una “donna” anche una barca. E io con le donne non c’ho mai avuto un gran rapporto.

Dello skipper neanche l’ombra. E poi a quel tempo io cos’era uno skipper neanche lo sapevo. Correva l’anno 2011 e io frequentavo molto di più le aule dei tribubali che non il mare. Poi lui, lo skipper intendo, sarebbe diventato mio marito…ma questa è un altra storia! 😀

L’impatto visivo, tattile, emozionale con la barca a vela è stato tremendo. Il mal di mare, la nausea ingigantita dal rollare dello scafo e la mancanza di punti fermi intorno a me navigando verso la Capraia mi fecero promettere che a casa, a Livorno, ci sarei ritornata col traghetto e che su quella “sbruffona” di Margò non ci avrei messo più piede. A due ore dall’arrivo sulla terra ferma nel minuscolo porticciolo, lei aveva già fatto quello che doveva ed io ero stesa comoda sulla tuga di prua, mezza addormentata dal sole e dalla lieve brezza.

Dalle barche a vela non sono più scesa. Non che lo skipper fosse intenzionato a farmi scendere, ma anche questa è un’altra storia! 😁 Perché non sono stata io a scegliere questo “imbarco”, ma è stato il charter a scegliere me. E da quel giorno di marzo, prima con Margò, poi con Margaux…e via con Nikita e Pegaso io al vento mi ci sono affezionata tanto da non poter più vivere senza.

Perchè per me e per tutti quelli che l’hanno scelta, o per amore, o per vacanza, o per sport, la barca a vela è stata una terapia, un percorso, un viaggio nel mio mondo ed in quello delle persone che ho incontrato in questi anni. Un viaggio che continua anche oggi e che ufficialmente comincia per me nelle vesti di marinaio con la Traversata Altantica Livorno- Caraibi del 2011. 17 giorni ininterrotti di solo mare, di fatiche, di litigi, di emozioni mai provate, di sana stanchezza, di voglie matte da controllare, di ansie, di soddisfazioni incredibili, di punti nave e di scuola vela di quella dura dove lo skipper non ti fa sconti anche se si chiama Davide e tu lo conosci bene. Ho lavorato come non avevo mai lavorato prima, ho obbedito agli ordini come il mio caratteraccio non mi aveva mai fatto fare prima, mi sono confrontata con persone che di cose nella vita ne avevano fatte e tante. Ed ho imparato a tenere la testa bassa dopo un rimprovero e mille cazzate fatte…al timone, in cucina, in manovra. Perché il mare, mi dicevano, non perdona e se lo fa una volta…la seconda di sicuro non lo farà. Non ho ancora imparato tutto e non imparerò mai tutto. Perchè la barca a vela è soprattutto questo. Continua aspirazione.

È una passione che è diventata un lavoro. E un lavoro che è diventato la mia vita. E tutti coloro che in questi sette anni ho conosciuto come clienti e lasciato come amici, ognuno di loro lo ha capito perché la barca a vela ed il mare sono una terapia d’urto per tutto. Non serve nascondersi, non servono presentazioni, non servono “personaggi ” da incarnare….tutto diventa semplice a piedi nudi e senza trucco. Esiste la persona. Solo quella.

Tutti dovrebbero sapere cosa vuol dire navigare. Nessuno sbarca senza lasciarci cuore e nostalgia.

Buon vento a tutti!! E che la stagione 2018 abbia inizio!

Famiglie e bambini in barca a vela….

È una vacanza adatta ai bambini? Ed i pericoli?” Questa è senza dubbio la domanda che più spesso ci sentiamo fare dai papà e dalle mamme che vorrebbero imbarcarsi con i propri bimbi! Ed è anche la più giusta se si affronta per la prima volta questa esperienza…

Una vacanza in barca a vela è sinonimo di “mare in libertà”, ma questa libertà è legata alle esigenze di ognuno di noi ed il suo concetto cambia per ogni persona che sale a bordo. Quindi il nostro charter ha deciso, per soddisfare ogni esigenza, di differenziare gli imbarchi singoli dagli imbarchi per famiglie dedicando a ciascuno di essi un’imbarcazione della nostra flottiglia. In questo modo si formeranno equipaggi omogenei che per abitudini, routine e piani di vacanza si assomigliano…e saranno quindi “giusti” per divertirsi insieme!

Ma i bimbi come si sentono “on board”? La cucciola più piccola mai salita a bordo è stata Martina di 9 mesi che dopo 24 ore è diventata il primo marinaio del “Margaux”! Si, è vero, siamo in mezzo al mare e la barca sta navigando quindi di pericoli in agguato ce ne sono, ma è anche vero che muoversi in barca è più impegnativo e pericoloso per un adulto che per un bambino…e questo perchè gli spazi di una barca a vela sembrano costruiti per loro: tutto è più piccolo rispetto che a casa, tutto molto raccolto ed a portata di “mano di bimbo”….loro si muovono in piena libertà e noi, beh… dobbiamo farci un pò di abitudine a questi nuovi spazi!

Senza contare che per i bambini di qualsiasi età la barca a vela è l’unico modo di vivere il mare sulla pelle e di “capirlo”. Molti decidono di avventurarsi nel mondo della vela come sport dopo aver trascorso una vacanza in barca ed è quindi un ottimo modo di “staccarsi” dalla terra ferma anche per loro che a casa o in altri tipi di vacanza sono sommersi da mille stimoli elettronici, sonori e visivi…ma che magari hanno bisogno di “galleggiare” e basta, circondati da mare, sole e dolce far niente!

Cabin Charter

“Cabin charter”??? “Si, grazie!”

Ma cos’è questo sconosciuto??? L’imbarco individuale come formula riconosciuta ed ufficiale del charter in barca a vela risale a circa 10 anni fa…ma in realtà è così che nasce la vacanza in barca a vela con skipper a bordo…un tempo solo per appassionati velisti che si imbarcavano per corsi di vela d’altura e scuola vela ed oggi per tutti coloro che vogliono trascorrere una settimana in barca, ma non necessariamente con un gruppo già formato.

Quanto è difficile riunire la propria compagnia di amici e fare i salti mortali per mettere tutti d’accordo su tipo di vacanza, budget, destinazione, tempistiche ed organizzazione del viaggio??? Moltissimo…e la preparazione della vacanza spesso diventa…diciamo…”fonte di ansia”.

L’imbarco individuale nasce per questo motivo. Si decide di partire da soli oppure con due/tre amici e di acquistare un posto in cabina oppure l’intera cabina lasciando allo skipper e al team il compito di formare il resto dell’equipaggio dando così la possibilità anche a chi ha un budget ridotto di poter godere di una settimana in barca a vela. E soprattutto dando a noi l’incarico di formare un gruppo di persone il più omogeneo possibile per esigenze, gusti e fascia di età.

Chi sceglie l’imbarco individuale decide di partire da solo ed è una scommessa con se stessi senza dubbio!! Perché non sappiamo chi incontreremo, chi troveremo con noi in barca…ma è questo il bello dell’imbarco alla cabina: ci si imbarca da sconosciuti e si arriva a fine settimana come “un gruppo”! Lo spirito vacanziero che accomuna chi sceglie questo tipo di vacanza contagia tutti dopo poche ore e non sarà difficile fare amicizia, organizzare con gli skipper aperitivi e grigliate in spiaggia. Anche perché il nostro team di imbarcazioni si muove in flottiglia…e durante la settimana il gruppo di equipaggi “galleggianti” conta anche 70-80 persone…come non divertirsi???

Note di un diario di Bordo.

Navigare e voglia di tornare!

…dopo qualche anno, quando l’andare lontano divenne voler stare vicino, smise di cercare oltre l’orizzonte quello che aveva a portata di mano, allora decise di restare insieme a tutte le esperienze che lo avevano arricchito, ormai aveva capito, decise di non ripartire, almeno in quel momento preciso della sua vita, lui doveva restare e sistemare tutte le cose lasciate in sospeso sino a quel momento, quel momento già destinato, a diventare eternità…

Dabs dei Mari…

Un giorno come un’altro…

La magia del mattino!

Svegliarsi a bordo di un’imbarcazione che riposa all’ancora in una tranquilla baia, regala emozioni e momenti rilassanti che sono irripetibili in qualsiasi altro posto. Il mare sembra ancora dormire intorno al galleggiamento dello scafo, le catene delle ancore si specchiano sulla trasparenza dell’acqua e scendendo in profondità sembrano cambiare direzione, i gabbiani appollaiati come anatre galleggiano in attesa di qualsiasi evento,  in lontananza il rumore di un fuori bordo si avvicina, qualcuno ha già comprato del pane caldo… voci che lasciano percepire il lento risveglio degli equipaggi, il sole è già alto nonostante siano le sette e mezza, un leggero dondolio della barca sembra dire che è di nuovo l’ora di salpare verso la prossima isola… più tardi la brezza ci accompagnerà in navigazione! Dabs

Il Mare di Pietra.

….sbaglia chi pensa che le Eolie siano isole. Sono miraggi di pietra che narrano la preistoria. Sono sermoni quaresimali sulla natura fragile della nostra condizione umana. Bisognerebbe trascorrere qui il mercoledì delle Ceneri, invece che ferragosto. Le Eolie sono un parco a tema sulla storia del pianeta Terra. Perlustrarle è come salire sulla groppa di una galassia che ci portasse in giro ad assistere al Big Bang e poi ci riconsegnasse ai nostri grattacieli. Lasciate a casa i libri che avete comprato durante l’anno e tutti quelli che vi hanno regalato e non avete avuto il tempo di leggere. Portate al massimo Moby Dick, e se vi resta ancora spazio nella valigia metteteci la Tempesta di Shakespeare. Se amate farvi delle belle nuotate al tramonto e adorate stendervi sulla sabbia cocente, prendete un biglietto e partite. Prenotate una crociera alle Eolie soltanto se da bambini avete avuto vertigini stringendo in mano un dinosauro e se avete sentito un terrore misto a piacere nel perdervi in un bosco. Correte alle Eolie se non avete paura quando appoggiate l’orecchio ad un petto al cui all’interno batte un cuore. Perché questo è ciò che fa un vulcano per tutta la notte, pulsa e respira. Sappiate che il mare può insegnare moltissime cose di vitale importanza e che una volta imparate non c’è modo do dimenticarle. Insegna l’attaccamento alla vita e a guardare lontano.

Se mai decideste di partire per le Eolie, percorretele tutto il giorno senza fermarvi. Uscite di casa all’alba e tornate in piena notte. Possibilmente passate una notte all’aperto.  Andate a piedi da un estremità all’altra. E soprattutto cambiate isola di continuo. Perché le Eolie sono sette. E per sentire il loro racconto completo bisogna visitarle tutte e tornare e ritornare anche dove si è già stati. La storia delle Eolie è una storia che non ha un inizio e non ha una fine. È una storia incantata e spaventosa che ha la forma perfetta di un arcipelago.

Tratto dal Libro “Il mare di Pietra” di Francesco Longo.

Vacanza è libertà…

Isole Eolie

“I viaggi sono quelli per mare con le navi, non coi treni. L’orizzonte dev’essere vuoto e deve staccare il cielo dall’acqua. Ci dev’essere niente intorno e sopra deve pesare l’immenso, allora è viaggio!”

Siamo qui!

 

Buon vento……

Il mare delle Eolie, in barca tra Tartarughe e Delfini.

Caretta Caretta la tartaruga a di Filicudi.

Navigare alle Isole Eolie, oggi può riservare sorprese come questa, passando nel canale tra l’Isola di Salina e Filicudi ci siamo imbattuti durante una navigazione a vela in uno splendido esemplare di Tartaruga Caretta Caretta. Gli ospiti a bordo come del resto lo Skipper inizialmente non pensavano che fosse ferita, ma quando avvicinandosi con la prua della barca, lei non si è fuggita, abbiamo capito che c’era un problema, infatti non riusciva a nuotare. Siamo scesi dalla barca e saliti con il gommone “Tender” ausiliario alla barca, ed a remi pian piano ci siamo avvicinati a lei, che si è fatta prendere ed issare a bordo, un esemplare di almeno 40 chili. Naturalmente appena afferrata ha iniziato a sbattere le zampe come per fuggire nuotando, ma in realtà era proprio la zampa anteriore destra che non riusciva a muovere bene, anche se non mostrava nessuna ferita. Ci siamo mesi subito in contatto con il Centro di Recupero Tartarughe di Filicudi, e dopo i primi accordi telefonici abbiamo invertito la rotta per tornare verso l’Isola di Filicudi, mentre le ragazze del Centro di Recupero stavano venendo verso di noi con una lancia a motore. Hanno visitato subito la tartaruga a bordo della nostra barca, e ci hanno rassicurato subito dicendoci che secondo loro era solo stordita, probabilmente era stata colpita da un motoscafo di passaggio. La tartaruga dopo aver raggiunto il Centro sull’isola, è stata messa in una vasca e tenuta li sotto osservazione per un paio di giorni, dopodiché l’hanno accompagnata in mare aperto e liberata, ma non prima di essere censita.

La Tartaruga ferita, salvata dall’equipaggio del Margaux e portata al Centro di Filicudi. Oggi sta bene ed è libera in mare. Non potevamo far altro che chiamarla come la nostra barca, Caretta Caretta, Margaux……

Un modo alternativo per arrivare alle Eolie.

I servizi di Panara, l’isola mondana…

Air Panarea è una società di servizi che ha sede nelle Isole Eolie con  base operativa a Panarea ed opera nel settore del trasporto passeggeri con elicotteri avvalendosi di vettori che rispondono alle normative vigenti in ambito JAR OPS 3.

Air Panarea effettua collegamenti tra gli aeroporti del Sud consentendo di raggiungere qualsiasi destinazione in tempi brevissimi.

La società organizza escursioni turistiche in elicottero in accordo con le normative vigenti.

Gli elicotteri, il personale di volo e gli equipaggiamenti istallati a bordo rispondono ai più severi standard di sicurezza per il tipo di missione richiesta.

Dabs

Forse non tutti sanno che…

Tante ed inaspettate curiosità delle Isole Eolie.

Le Isole Eolie (Ìsuli Eoli in siciliano), dette anche Isole Lipari, sono un arcipelago dell’Italia appartenente all’arco Eoliano, in Sicilia. Amministrativamente compreso nella provincia di Messina, l’arcipelago è una destinazione turistica sempre più popolare: le isole, infatti, attraggono fino a 600.000 visitatori annual.

L’arcipelago, di origine vulcanica, è situato nel Mar Tirreno, a nord della costa siciliana. Comprende due vulcani attivi, Stromboli e Vulcano, oltre a vari fenomeni di vulcanismo secondario.

La presenza umana nell’arcipelago risulta sin da epoca molto antica. Le genti preistoriche vennero infatti sicuramente attratte dalla presenza di grandi quantità di ossidiana, sostanza vetrosa di origine vulcanica grazie alla quale le Eolie furono al centro di fiorenti rotte commerciali. I primi insediamenti si ebbero già alcuni secoli prima del 4000 a.C., nell’età neolitica. L’ossidiana, che a quei tempi era un materiale ricercatissimo in quanto tra i più taglienti materiali di cui l’uomo dell’epoca disponeva, alimentò traffici commerciali intensi: anche ad essi si deve ascrivere la notevole prosperità dell’Arcipelago in cui fioriscono strutture abitative e villaggi. L’ossidiana liparese è attestata in Sicilia, nell’Italia meridionale, in Liguria, in Provenza e in Dalmazia. A Lipari nacque così un insediamento di notevole ampiezza. Tra il XVI e il XIV secolo a.C. le Eolie videro aumentare la loro importanza in quanto poste sulla rotta commerciale dei metalli: in particolare sembra fosse scambiato lo stagno che giungeva via mare dai lontani empori della Britannia e transitava per lo stretto di Messina verso oriente.

Agli inizi del secondo millennio a.C. in Sicilia si afferma la Cultura di Castelluccio, mentre nelle Eolie si diffonde la cultura detta di Capo Graziano, dai rinvenimenti dell’isola di Filicudi. La medesima cultura è attestata anche a Lipari e l’abitato è formato di capanne circolari con pareti di pietre a secco, poste sulla rupe, quasi a strapiombo sul mare. Le forme ceramiche di questo periodo sono numerose e si trasformano nel tempo, attestando per il bronzo Medio un forte influsso della cultura di Thapsos detta cultura del Milazzese. Le influenze dalle aree della Sicilia centro meridionale perdurano sino al bronzo recente. Per l’età del Bronzo si rilevano anche importazioni dal mondo Miceneo e dal Vicino Oriente. Successivamente è documentata una diversa cultura, di tipo villanoviano con tombe in situle e in vasi biconici, detta dell’Ausonio I e dell’Ausonio II, perché propone forme attestate anche nella penisola Italiana e forse da essa importate. Lipari fu poi colonizzata da un gruppo di Greci (Cnidi e Rodii), intorno al 580 a.C., e nel mondo greco si identificò l’Arcipelago con le isole Eolie, Αιόλιαι, note ad Omero e considerate la dimora del dio dei venti, Eolo.

Anche nel periodo greco l’Arcipelago rappresentò un punto nodale di incontro tra Tirreni (Etruschi), Fenici (Cartaginesi) e Greci (sia di Grecia propria che della Magnagrecia e della Sicilia, con particolari legami con le città dello Stretto e con Siracusa). Le ricche necropoli di Lipara hanno restituito vasi e materiali di importazione dalla Grecia (di Corinto, di Atene e della Ionia) e produzioni locali sfarzose. Di particolare interesse sono sia le terrecotte (mascherette teatrali e pinakes votivi) che le produzioni vascolari nel IV sec. caratterizzate da crateri di importazione siceliota e campana e nel III da una pregevole produzione locale con ricco cromatismo.

Durante la prima guerra Punica le isole furono teatro degli scontri tra Roma e Cartagine e Lipara fu conquistata da Roma nel 252. In epoca romana le Eolie divennero centri di commercio dello zolfo, dell’allume e del sale, del vino e del garum. Anche in questo caso le ricche oreficerie e i corredi tombali con olle di vetro e frammenti riconducibili a sarcofagi ed a statue funerarie dimostrano un buon livello di vita, probabilmente connesso alla diffusione del latifondo senatorio.

Nell’836837 l’arcipelago è assaltato dall’armata di al-Fadl ibn Yaʿqūb (poi sostituito a settembre dal nuovo governatore aghlabide Abū l-Aghlab Ibrāhīm b. ʿAbd Allāh b. al-Aghlab, cugino dell’emiro Ziyadat Allah I). La flotta musulmana condotta da al-Fadl ibn Yaʿqūb devasta le Isole Eolie ed espugna diverse fortezze sulla costa settentrionale della Sicilia, tra cui la vicina Tyndaris. Nell’XI secolo Lipari è conquistata dai Normanni che vi impostano una abazia benedettina e con Ruggero II la elevano a sede vescovile.

Nel 1544, quando la Spagna dichiara guerra alla Francia, il re francese Francesco I chiede aiuto al sultano ottomano Solimano il Magnifico. Questi manda una flotta comandata da Khayr al-Din Barbarossa che attacca le isole Eolie, uccidendo e deportando molti dei suoi abitanti. Secondo il suo disegno le Eolie avrebbero dovuto essere l’avamposto dal quale attaccare Napoli.

Nel corso dei secoli successivi l’arcipelago viene nuovamente popolato da comunità spagnole, siciliane e del resto d’Italia. In epoca borbonica l’isola di Vulcano viene usata come colonia penale per l’estrazione coatta di allume e zolfo