I tramonti delle Isole Eolie

Tramonti alle Isole Eolie.

I tramonti delle Isole Eolie sono sempre diversi, possono cambiare a secondo dell’isola dove vi trovate, dal meteo del momento, dal vostro umore. I più belli e più fotografati sono quelli visti dall’isola di Vulcano dalla Baia di Ponente dove il sole che ha maturato luce e colori per tutto il giorno, pian piano scende dietro l’orizzonte tra le Isole antistanti, ovvero Alicudi e Filicudi. Il sole si tuffa nel mare dopo averci scaldato tutto il giorno. La storia antica di queste isole ha fatto si che tutti i piccoli centri abitati, piccoli paesi, nascessero ad est sulle coste orientali, questo perché i venti forti predominanti creano forti mareggiate da ovest / nord Ovest pertanto le coste più riparate sono quelle che guardano la Calabria. Questo però fa si che dai paesi non si possa vedere il tramonto in mare, il sole infatti tramonta dietro le colline o le piccole montagne delle stesse isole pertanto solo navigando intorno all’isola si riesce a scrutare un tramonto in mare, oppure come detto dalla Baia di Ponente che dal nome stesso si intuisce essere aperta ad ovest. Navigheremo facendo il periplo delle isole all’inseguimento dei tramonti più belli…la barca a vela e l’esperienza dei nostri skipper permette di accedere alle baie più belle e talvolta inaccessibili via terra in modo che  possiate godere di un esclusivo fine giornata facendo ciò che più vi piace, rilassandovi, leggendo oppure preparandovi ad uscire per la sera. Le Isole Eolie sono una fucina di sorprese sia dal punto di vista naturalistico che enogastronomico  ed ovviamente dal punto di vista dell’accoglienza. I nostri skipper che navigano qui da anni per tutto il periodo estivo conoscono gran parte delle persone che vivono a terra e quindi sarà per loro facilissimo consigliarvi ed anche accompagnarvi alla scoperta dei siti più belli da visitare e luoghi da scoprire. La barca a vela ancorata in baia è un punto di appoggio stabile per tutta la giornata. Dal mattino, momento in cui ci sveglieremo e prepareremo una suggestiva colazione ammirando i colori tenui delle prime ore del giorno e godendo delle brezze leggere che cullano la barca a vela alla fonda. Proseguiremo poi mollando gli ormeggi ed avviandoci con una breve navigazione verso l’isola successiva dove il vostro skipper avrà organizzato l’ancoraggio per la sera. Ma prima ci soffermeremo per il pranzo, rigorosamente in mezzo al mare e lontano dai luoghi più turistici per godere di un fresco brunch tutti insieme. Un bagno è d’obbligo e soprattutto vi consigliamo di armarvi di pinne, maschera e boccaglio per divertirvi a fare u po’ di snorkeling. La “tabella di marcia” ed il tour settimanale delle isole eolie è studiato in modo che posiate ammirare anche via mare quello che di pìù bello le isole offrono. Il giorno dell’ancoraggio serale a Panarea ad esempio sarà doveroso portarvi a fare una nuotata a Lisca Bianca, isola vulcanica anch’essa che offre lo spettacolo subacqueo delle esalazioni sulfuree che creano uno flusso ininterrotto di bollicine che esalano  dal terreno verso la superficie come se ci trovassimo sopra un camino vulcanico, ma totalmente innocuo. I fondali di Panarea, ma anche quelli di Vulcano, Lipari, Salina sono in parte rocciosi ed in parte sabbiosi e creano anfratti spettacolari e dai colori che niente hanno da invidiare a quelli caraibici e d’oltreoceano. Le acque molto calde delle isole eolie per via sia della loro origine vulcanica ed il loro ergersi immediatamente sopra una camera magmatica che abbraccia la Sicilia tutta, sia anche in parte per riscaldamento climatico che interessa tutti i mari, Mediterraneo compreso  ospitano una grande varietà di specie marine in fondali non profondi e vicino alla costa. Calarsi in mare direttamente dalla scaletta della barca a vela vi darà un senso del godimento del mare totalmente nuovo. Un altro sito da non perdere assolutamente è l’immersione anche e solo a pelo della superficie dell’acqua per i non temerari  nelle grotte sulla costa ad ovest di Lipari…gli skipper della nostra flottiglia le hanno recentemente “avvistate” durante le loro settimane di charter e le hanno ribattezzate “le grotte di Baia Meraviglia”. Rispetto alle più conosciute Grotte di Filicudi sono sicuramente meno frequentate e sono molto più suggestive perché più profonde e dove è possibile con facilità arrivare in tender accompagnati dal vostro skipper. Un altro sito accessibile solo via mare che vi lascerà senza fiato per il suo specchio di acqua trasparente dovuto ad un fondale sabbioso chiaro e finissimo è la baia della Pomice sulla costa est di Lipari a cui arriveremo proprio il primo giorno come inaugurazione della nostra crociera. Sullo sfondo un vecchio sito di estrazione della pomice, tutto intorno barche a vela alla fonda con la prua al vento ed un totale relax. Anche dal punto di vista enograstronomico le Isole eolie su retaggio dei sapori della Sicilia ha una cultura culinaria invidiabile fatta di sapori semplici, profumi della terra ed aromi avvolgenti in cui sono le materie prime di indiscussa qualità a creare piatti semplici ma estremamente d’effetto. I primi di mare dove il pesce spada e la spatola accompagnati da una base di olio evo, capperi e pomodorini creano sapori sublimi., Uno dei nostri preferiti che sarà meta del vostro tour settimanale è il ristorante Pescecane sul corso di Lipari. L’ambente familiare e sinceramente cordiale  assieme ai piatti della tradizione eoliana rimarranno senza dubbio in memoria e palato. Una delle nostre location preferite per piatti, simpatia ed originalità di impostazione culinaria è il The King of Fish a Vulcano gestito dal nostro caro amico Gianluca e dal suo entourage che, nato come semplice pescheria in riva alla costa di Levante di Vulcano ha cominciato un  girono dopo l’altro ad offrire assaggi agli avventori della pescheria creando cosi un incessante andirivieni di clienti pronti a fare incetta di assaggi e spesa di pesce freschissimo ed appena pescato…negli anni si è trasformato in uno dei ristoranti di crudità di mare più rinomati di tutte le isole. Per ultimo, ma solo per assoluta reverenza nei confronti di questo locale che è una vera e propria istituzione nell’arcipelago delle isole eolie e conosciuto anche in continente è “Alfredo” a Salina, l’isola tinta di un verde lussureggiante e quasi tropicale i cui paesini sono intervallati da colline coltivate a capperi e vitigni di malvasia a perdita d’occhio. Alfredo è il nome del proprietario storico nonchè fondatore di questo locale affacciato sul mare nel paesino di Lingua vicino alle saline e al faro. Famoso pe le sue ineguagliabili granite da gustare al mattino accompagnate dalla Briosche “cu u’ tuppu” oppure come dessert alla sera dopo aver cenato con l’assaggio del famoso “Pane Cunzatu”, letteralmente pane condito…ma ad essere sinceri questo appellativo non rende giustizia a questa fetta di pane croccante condito con olio evo del posto e sormontato letteralmente da una cupola di ingredienti sapientemente abbinati che spazia dai pomodorini, alla crema di ricotta, ai capperi, alla cipolla, al tonno rosso affumicato che creano un’armonia di sapori sublime. Un morso Di Isole Eolie ad ogni assaggio. Questo e tanto altro in una settimana in barca a vela con noi […]

Occhi del mare!

…us seen by the sea!!

Isole Eolie

Vedere attraverso le lenti del mare è un privilegio che va capito, assaporato e vagliato costantemente quando si naviga in barca a vela. E’ un racconto di poesie, storie, profumi, visioni che forse solo un Arcipelago come quello delle Isole Eolie sa dare. Ci stiamo avvicinando verso la parte più remota , più isolata e non metaforicamente incontaminata di tutte le Isole. Ci siamo lasciati Capo Graziano a Filicudi alle spalle e decidiamo, in accordo con tutto il nostro equipaggio che rimarrà con noi per ben due settimane, di continuare la navigazione in quella che chiamiamo la “golden hour”, il sole che ha attraversato il suo punto più alto e che comincia la sua discesa all’orizzonte. Ci stiamo dirigendo verso Alicudi. L’isola più ad occidente di tutto l’arcipelago. Dista 34 miglia marine da Lipari, ed è piccolissima. Pensate che la sua superficie è di appena 5 kmq! È caratterizzata da coste molto ripide ed aspre, ed è abitata esclusivamente sul versante meridionale. Conta circa 40 residenti! Vi pare semplice un confronto con le metropoli che conosciamo e che magari qualcuno di noi abita? Arduo compito quello di mettere a confronto realtà inconfrontabili. Visitare, vedere, sintonizzarsi con quest’isola è quanto di più lontano siamo abituati a fare quotidianamente nei nostri spostamenti terricoli. Dalla forma quasi perfettamente conica, incontaminata, aspra e solitaria, Alicudi offre scenari dalla tipica ambientazione mediterranea tra terrazzamenti con muretti a secco, splendidi scorci di blu e piccole barche di pescatori. l borgo di Alicudi è composto da cinque piccole frazioni sparse sull’isola. Tra queste Alicudi Porto, la principale contrada dove si trovano gli unici due negozi di generi alimentari di tutta l’isola e l’ufficio postale. Ricordate di portare contanti, perché ad Alicudi non troverete bancomat, e tutto ciò che vi occorre! Le altre frazioni sono Contrada Tonna, San Bartolo con l’omonima chiesetta, Contrada Pianicello, che ospita una comunità tedesca, e Contrada Sgurbio, un piccolo agglomerato urbano composto solo da cinque case. Ad Alicudi non ci sono strade, non ci si muove in macchina, non si affrontano percorsi di qualsivoglia genere “motorizzati”. Ad Alicudi ci si muove a piedi, un passo dopo l’altro oppure a dorso di mulo lungo le mulattiere appunto che si snodano sul pendio irto dell’isola e che conducono alla cima. Lo scorrere lento del salire è scandito dal tacchettare degli asini che, sferrati, per evitare scivolamenti, aiutano noi umani nel difficile compito di trasportare lungo il sentiero qualsiasi cosa provenga dalla terra ferma…cibo, acqua, bagagli dei villeggianti, scorte invernali…ed anche all’occorrenza pacchi di Amazon! Se volete esplorare l’isola a piedi potreste seguire questo itinerario di 4,5 km che richiede circa 5 ore.

Vulcano Isola

Si parte da Alicudi Porto e ci si inoltra in salita tra le case del borgo, lungo le ripide scalette che portano alla Chiesa del Carmine, con l’insolito campanile separato dall’edificio. Seguite il percorso segnalato in azzurro che offre bellissime viste sul mare e il borgo. In meno di 20 minuti si raggiunge, dunque, la chiesa di San Bartolo, costruita nel 1821 sui resti di un edificio settecentesco. E “Bartolo” qui è in ogni dove…patrone delle Isole Eolie, è il nome più diffuso di tutte le Isole equi viene celebrato il 28 di agosto. Dal sagrato terrazzato si vedono Filicudi e Salina. Superate la cisterna alle spalle della chiesa e imboccate il sentiero sulla sinistra per salire fino alla Contrada Montagna, un tempo la più popolata dell’isola ma oggi completamente abbandonato. La contrada era importante non solo per la sua posizione da cui controllare l’arrivo di eventuali attacchi dal mare, ma anche per la sua vicinanza agli unici campi coltivabili dell’isola. Si prosegue lungo il sentiero delimitato da muretti a secco che attraversa la pianura costellata da mannare, costruzioni in pietra che ospitavano il bestiame e custodivano gli attrezzi. Si arriva poi al bordo di una falesia sulla costa occidentale dell’isola che offre una vista favolosa sullo scoglio Galera. Se volete poi raggiungere il punto più alto di Alicudi, bisogna tornare indietro fino al pianoro di Montagnole e così raggiungere la vetta. Lungo il cammino vedrete il Timpone delle Femmine, ovvero alcune fenditure nella roccia che servivano da rifugio alle donne durante le incursioni dei pirati. Arriverete quindi al Filo dell’Arpa, il punto più alto dell’isola, a 675 metri, che si raggiunge tramite ripidi scalini. È il cono di un vulcano ormai spento che si inabissa per oltre 1500 metri nelle profondità del mar Tirreno. La vetta prende il nome dalla poiana (arpa in dialetto siciliano). Infine si prosegue lungo il sentiero in discesa lungo il brullo versante sud-orientale dell’isola, per attraversare la Contrada Pianicello, passare accanto alla cappella di San Giuseppe e ritornare infine al porto di Alicudi. Gli escursionisti più esperti possono esplorare gli altri itinerari tracciati, una quindicina in totale, indicati con cartelli di diverso colore. Scoprirete strette mulattiere lastricate e antichi sentieri che dal porto conducono alle altre contrade dell’isola e alla vallata dove un tempo colava la lava del vulcano prima di riversarsi in mare. Non è un percorso breve ne facile, ma è imprescindibile per carpire i segreti di questi luoghi. In un’isola dove esiste la Scuola Elementare più piccola di tutta Europa che vanta solo tre scolari, cosa se ne può capire se non mescolandosi alle gente del luogo che inevitabilmente ci ferma lungo il sentiero per offrirci anche una breve sosta? Incontriamo salendo, tra un sorso d’acqua e l’altro per tenere a bada l’arsura, Bartolo! Un ometto ben vestito, per niente affaticato sull’ottantina che a testa bassa e con in mano un bel trancio di tonno imbustato appena preso al porto ai pescherecci, intavola con noi un leggerissimo discorso sulla giornata appena trascorsa sull’isola, ma allo stesso tempo in modo tanto gioioso e carico di pathòs che saliamo tantissimi gradini con lui che ci spiega, mano a mano il perché qui i numeri civici delle case ad ambo i lati siano esattamente quelli del numero del gradino su cui ci troviamo…perché era la cosa più semplice da fare!

…to be continued…

Girovagare, pallido e assorto…

Girovagare, pallido e assorto…

Sabbie nere, Isola di Vulcano.

“Che hai stamattina Giorgio?””Mah, non so, mi sono svegliato carico dei pensieri di casa, lavoro, conti, pubbliche relazioni. Mi sembrava tutto così lontano ieri ed invece stanotte le preoccupazioni è tornato ad assillarmi…” “Prova ad andare su in pozzetto..guarda fuori…mi sono spostato a Cala Junco stanotte, un tratto brevissimo, volevo farvi ammirare questa baia al mattino…dormivate, ho pensato fosse il momento giusto”. Lo skipper ha ragione e mi riporta alla mia realtà, quella che nottetempo mi ero dimenticato nel dormiveglia. Mi sporgo appena dal tambuccio e sento la brezza della mattina inebriarmi e smuovermi i capelli, l’odore del salmastro acre nelle narici ed il promontorio di Cala Junco di fronte a me…è un tutt’uno pensare, salire, fare e tuffarmi. La sensazione del fresco dell’acqua sulla pelle mi sveglia dal torpore del sonno e dopo poche bracciate anche la sensazione di freddo se ne va. La temperatura dell’acqua delle Isole Eolie è a tal punto mite da sembrare di godere di un riscaldamento del sole anche nelle ore notturne ed invece sono le esalazioni vulcaniche che provengono dal fondo a renderla tale e piacevolissima anche di prima mattina. La spiaggia è vicina, l’ancoraggio è perfetto e quindi decido di allontanarmi dalla plancia di poppa del Margaux per avventurarmi verso la piccola costa davanti a me. I miei compagni di viaggio stanno ancora dormendo, lo skipper organizza la giornata ed io ho tutto il tempo di godermi questa nuotata. L’acqua mossa sul fondo dalla posidonia dona a questo specchio di mare caratteristiche tutte particolari ed il blu profondo va scemando mano a mano che mi avvicino alla piccola spiaggetta che porta poi in paese. Metto i piedi a terra camminando nell’acqua e li vedo limpidi sotto la superficie quasi nitidi tanto il mare è pulito…chissà quando ricapiterà di vederne uno simile.

Isola di Stromboli, Ginostra.

La testa di nuovo sgombra e leggera ha modo di ammirare il paesaggio intorno a me e gli occhi cercando di catturare ed immagazzinare più immagini possibili; il verde lussureggiante sopra le rocce, la spiaggia nera e finissima sotto di me e quell’inconfondibile profumo di bouganville misto ai sentori dei fiori del cappero che solo su quest’isola non svaniscono mai. Dalla prua del Margaux in lontananza scorgo la ciurma che richiama la mia attenzione facendomi cenna di avvicinarmi. Immagino che la colazione sia pronta e mi avvio quindi ad ampie bracciate a preparare con loro. La mattina scorre placida e poco prima di pranzo salpiamo tirando su l’ancora alla volta di Lisca Bianca, di cui mi pare di ricordare aver letto su molte guide come uno dei luoghi naturalistici più spettacolari delle Isole Eolie. Sono in sostanza due grandi scogli dalla cima piatta di un bianco abbagliante misto al giallo sulfureo che esala dalle pendici; scogli in mezzo ai quali lungo una specie di corridoio di acque cristalline le imbarcazioni della nostra flottiglia trovano posto per ancorarsi. Lo skipper prepara subito il tender per portarci ad ammirare lo spettacolo della solfatare sottomarine e quindi ci prepariamo con la nostra attrezzatura da snorkeling per raggiungere il tappeto di “bolle” di cui abbiamo tanto sentito parlare. Alcuni di noi, me compreso, decidono di avviarsi a nuoto e lo spettacolo delle esalazioni di zolfo che fuoriescono dal terreno in una colonna di microscopiche bollicine è davvero emozionante; se ne riesce a sentire perfino l’odore sott’acqua e come dei bambini vi nuotiamo in mezzo senza curarci del tempo che passa. Il pomeriggio ci aspetta una bella ora abbondante di navigazione verso Stromboli e contiamo che una brezza pomeridiana ci aiuti a tirar su le vele per godere del veleggiare del Margaux. La flottiglia in navigazione crea un estemporaneo quanto divertente gareggiare a suon di colpi di winch ed anche noi, neofiti, non ci sottraiamo a questa ora di scuola d’altura inaspettata e molto gradita. Lo skipper, dall’alto della sua esperienza oceanica ci coinvolge volentieri nelle manovre di bordo cercando di condurre il Margaux verso i 10 nodi al traverso ed è sempre emozionante il momento in cui, a motore spento, si riesce a godere del sibilo del vento che scorre sulla randa e sul fiocco a prua. Lasciandoci alle spalle lisca bianca e Panarea la visuale sullo Stromboli si fa subito nitida; l’isola appare maestosa e la sua inconfondibile forma vulcanica ne descrive, già da sola, la sua natura .

I fanghi, attività vulcanica naturale.

Vulcano attivissimo per le sue eruzioni appunto dette “strombolane”, le sue pendici si animano a cadenze regolari ogni circa venti minuti, disegnando un pennacchio nel cielo. Le eruzioni dello Stromboli, visibili di giorno sotto forma di fumate nerastre, mostrano tutta la loro imponente natura al calar della sera lungo il lato della Sciara del fuoco, versante lungo il quale il vulcano ha formato, eruttando dal suo cratere più grande, una lingua di detriti e magma che scende fino al mare. Già da questa distanza l’imponenza del cratere ci abbaglia ed avvicinandosi sottocosta Iddu si erge in  tutta la sua prorompente audacia alla nostra sinistra dove possiamo notare il susseguirsi di tante piccole spiagge di detriti magmatici nero pece che il vulcano ha accumulato negli anni. Ci avviciniamo a San Vincenzo, il piccolo borgo di case bianchissime che senza paura ed imperterrito, abitato anche in inverno resiste alla paura…anzi no, rilutta la paura ed ama il suo compagno rumoroso come se fosse parte di una quotidianità a noi comuni mortali assolutamente sconosciuta. Non è un luogo semplice quest’isola e proprio queste sue contraddizioni la rendono forse, ai miei occhi, la più attraente in assoluto. Come si può pensare di lasciare la civiltà così come noi la conosciamo per trasferirsi, come alcuni mi raccontano di aver fatto, in un luogo isolato per gran parte dell’inverno in cui alla tue spalle il sentore di dover all’improvviso scappare, si alimenta sempre più ogni volta che lui erutta? Non lo so, davvero. Non so darmi risposta sensata, ma sul volto e nelle parole di chi mi racconta aver fatto tutto ciò non leggo ne sento note di rammarico ne di insoddisfazione. Sembra che quest’isola e gli isolani che la abitano bastino a sé stessi ed abbiano creato un rapporto di convivialità tale che la paura ha lasciato lo spazio al rispetto profondo per la natura e per le sue manifestazioni anche violente. Mi spiace non capirlo,  mi spiace non poter varcare le soglia della poca confidenza con queste persone perché se potessi chiederei loro come fanno e perché. Mi rendo conto mentre scrivo che forse qualcuno si offenderebbe e mi direbbe semplicemente di fare silenzio e di guardare lui.

Lipari
Arcipelago Isole Eolie.

Ed io che sono da poco più di due ore qui e che non riesco a smettere di sussultare ad ogni crepitio, magari, forse, capirei. O magari no. Che importa. Mi sembra di essermi innamorato di questo posto non da ora, ma di esserlo sempre stato. [….to be continued]

Le Eolie agli occhi di Dumas

Il titolo originale dell’opera è “Impressions de voyage. Le capitaine Arena( Parigi, 1854 ) ed è accompagnato da illustrazioni di Jean Houel, Voyage pittoresque des îles de Sicile, de Malte et de Lipari ( Parigi, 1782 ) e da altre di Luigi Salvatore d’Austria. Ogni immagine a carboncino dei due artisti scandisce il viaggiare dei tre personaggi che seguono rotta, orme e pensieri del predecessore Ulisse: Dumas, l’amico pittore Louis-Godefroy Jadin e il cane Milord, che non è solo un personaggio, ma che rappresenta l’irrequietezza della scoperta di luoghi forse perigliosi come lo sono sempre quelli circondati da mare a perdita d’occhio.

Monastero di Lipari

Viaggio nelle Eolie di Alexandre Dumas è uno di quei piccoli libri che vanno letti tutti d’un fiato e su cui l’occhio si posa in libreria perché l’attenzione viene attratta irrimediabilmente da un nome. Per me quel nome è stato “Eolie” che mi riporta alla mente oltrechè un mestiere, quello di skipper di vacanze in barca a vela anche l’idea di “casa”. Le Eolie sono questa mistura di paesanità siciliana, di natura e di multiculturalità che difficilmente coabitano in un unico luogo. Il libretto  è una raccolta di impressioni ricavate da alcuni giorni trascorsi in questo arcipelago di Sette Sorelle ai “confini del mondo”: le Eolie, che sembrano così lontane, e che in effetti allora lo erano davvero per i mezzi a disposizione, dalla Sicilia che sta per essere stravolta dall’arrivo impetuoso dei garibaldini. 

Anche Guy de Maupassant nel 1835 si spinse fino all’Arcipelago delle isole Eoliei. Nel XIX secolo sono stati qui esploratori e viaggiatori di ogni tipo; costoro con i loro resoconti e diari, sono stati la fonte prima e necessaria per la diffusione di notizie riguardanti un luogo così remoto, oltre che una vera e propria attrazione per gli abitanti del luogo così abituati alla loro solitudine.

Un’ isola senza confini ai confini del Mondo, Alicudi

Vulcano verso Lipari

Con un po’ di nostalgia i tre avventurieri si lasciano Palermo alle spalle. Hanno attraversato Romagna, Calabria e Sicilia e così adesso la speranza li trasporta ondeggiando verso le rive di Alicudi, la prima isola che incontrano e di cui ahimè non riescono, se non a vista, dalle alture, a compiere il periplo. Ad Alicudi, la più isolata delle sette Eolie non si arriva, ancora oggi, se non con barche a vela o motore poiché non vi attraccano aliscafi e non esistono porti degni di tale nome. Dare ancora in rada ed essere sicuri che tenga è un miraggio a cui tutt’oggi, ogni volta che vi arrivo, miro poiché la sua forma senza insenature e senza zone non esposte ai venti, rende l’ancora sul fondale quantomai instabile e le mie visite  a terra si limitano a brevissimi “affacci”. Quando Dumas ed i suoi compagni vi poggiano piede li sovrasta un cielo che si confonde col mare, tanto è l’azzurro che lo impregna. Il tempo trascorso in movimento per Dumas è fresco e piacevole, mai guastato dai disagi e gli inconvenienti tipici del racconto d’esplorazione. «Erano quelle le ore dolci del viaggio, quando si sogna senza pensare, quando il ricordo del paese abbandonato e degli amici assenti torna alla memoria, come quelle nuvole dalle forme umane che scivolando dolcemente su un cielo azzurro cambiano d’aspetto; prendono forma, si disfano e riformano venti volte in un’ora». Alicudi era desolata allora ed in parte lo è ancora oggi, ma non tristemente, almeno per me. Il senso di quiete tutto intorno, le barca a vela solo leggermente cullate dalla brezza creano pensieri, ma non inquietudine. Non c’è vegetazione che riposi gli occhi, ma la sua miseria non intacca mai lo spirito dell’avventuriero che si interroga sulle esistenze, secondo lui, inconcepibili dei pescatori, anonime vite trascorse in una terra senza riposo: «Quando si vive in un certo mondo e in un certo modo, ci sono delle esistenze che diventano incomprensibili. Chi ha trattenuto questa gente su quel vulcano spento? Vi sono cresciuti come le eriche dalle quali prende il nome? Quale motivo impedisce loro di abbandonare quest’orribile soggiorno? Non vi è alcun angolo del mondo ove non starebbero meglio di lì. Ma questa roccia arsa dal fuoco, questa lava indurita dall’aria, queste scorie scalfite dall’acqua delle tempeste, possono essere una patria?».

La montagna di piuma, Lipari

Stromboli

Lipari, una delle più grandi dell’arcipelago delle isole Eolie e Vulcano vivevano separate, finché la lava non ha colmato la distanza fra loro. Dumas snocciola qualche informazione sull’isola di Lipari, l’antica Eolia e terra di Eolo, dove Ulisse sbarcò dopo l’incontro con Polifemo. Dopo una breve passeggiata, i tre assistono al frettoloso commiato di una famiglia al proprio figlio, un bambino morto e steso su un giaciglio. Attorniato dai propri parenti e amici, questi non sembrano però particolarmente affranti e continuano indisturbati le loro occupazioni. Dumas e i suoi compagni di viaggio seguono, unici presenti, la cerimonia funebre fino alla fossa comune dove il cadaverino viene buttato senza troppi riguardi. Rimangono tutti sconcertati dal trattamento riservato al piccolo, ma presto vengono distratti dall’arrivo dei francescani che li ospitano per la notte dimostrando loro gentilezza e accoglienza. L’autore non potrà dimenticare «[…] il piccolo convento dall’aria orientale e la sua bella calma che gli dava l’aspetto di una moschea più che di una chiesa». I francesi approdati da pochi giorni sono oggetto di curiosità, la popolazione eoliana infatti è abituata agli sbarchi dei marinai, ma altri non si fanno vedere spesso da quelle parti. Il governatore di Lipari e dell’arcipelago li ospita e li conduce per i territori desolati, contento di avere finalmente compagnia; si annoia a morte e passa la vita col cannocchiale in mano in cerca di piccole novità.

Una puntata all’inferno, Vulcano Eolie

Uno stretto di appena tre miglia separa Lipari da Vulcano, succursale dell’Etna descritta tanto bene da Virgilio. Questa, popolata solo da forzati e da due sorveglianti, diventa il luogo dove gli avventurieri non riescono a distinguere il loro viaggio da un sogno. Il gruppo visita un vulcano sottomarino che riscalda l’acqua per una piccola area circostante, dove vengono raggiunti gli 85 gradi e dove sperimentano la preparazione di due uova sode con grande gioia e divertimento del cane Milord.

Una corsa sulla brace, Stromboli Eolie

Attività Vulcaniche Eolie

Dopo aver preso una pausa dall’escursione dedicandosi alla caccia di beccaccini e conigli a Panarea (detta anche paradiso della pancia), gli stranieri sono accolti nel migliore dei modi. Anche se non sono in grado di comprendere le parole dette dagli isolani, una cosa è certa: nonostante la scarsità di chiarezza, capiscono senza problemi che si tratta di conversazioni amichevoli. Lo Stromboli è un vulcano tascabile che non delude e non tarda a farsi sentire. Attraversano un mare di cenere bollente con l’aiuto di due guide del posto ingaggiate sul momento, un “lago di Sodoma” che lascia tracce d’ustione su tutti i partecipanti. Dumas vorrebbe scrivere le memorie del cane Milord come Ernst Hoffmann scrisse quelle del gatto Murr, ma questo è l’ultimo vulcano con cui avrebbero fatto conoscenza e si avviano sulla strada del ritorno.

Il soffio del Vento!

Il soffio del Vento!

Il soffio del vento, frase tanto ripetuta quanto vera, il vento è l’energia della vita, la spinta che ti da la forza di andare avanti anche quando tutto sembra andare al contrario, ma si sa, anche quando il vento è contrario si può avanzare le tecniche della vela ce lo insegnano e allora perché non fare la stessa cosa anche nella quotidianità? Navigare di per se ha sempre implicato difficoltà da superare con forza, astuzia ed energia, tanta energia, questa disciplina l’arte della navigazione è un vero sinonimo della vita. Basta pensare anche a quando ci sentiamo soli, come isole in mezzo al mare, quindi occorre trovare il modo di raggiungere la terra ferma ed è proprio navigando che si può ritrovare quello che stiamo cercando, quello che si pensa di aver perso. L’uomo ed il mare è storia di sempre, le due realtà da sempre a confronto, da sempre in armonia e competizione, odio e amore, gioia e dolore. La felicità non è mai legata a fattori esterni, la felicità dipende dai noi, il mare rende liberi e felici se si è predisposti, il mare è un grande amplificatore dei sentimenti. Navigando in mari ed oceani ti accorgi di quanto siano differenti nella loro identicità, infatti anche se sei in mezzo a distese infinite di acqua, con l’orizzonte a trecento sessanta gradi non è mai uguale, si percepisce la diversità del luogo geografico, la distanza dalla costa e le condizioni climatiche locali identificano il posto e di conseguenza il tuo umore. Non è la stessa cosa non vedere la costa ma essere a poche miglia dalla terra, piuttosto che non vedere la costa e saperla a mille miglia di distanza, l’immensità degli oceani destabilizzano la mente, i crepuscoli inteneriscono qualsiasi cuore, si deve essere preparati psicologicamente per stare in mare a lungo, si deve essere pronti per superare tutte le prove che il mare come la vita ci pone davanti.

Da quando navigo alle Isole Eolie dopo aver percorso rotte lunghe e lontane uscendo dal Mediterraneo, attraversando l’oceano ed arrivando e navigando nel Mar dei Caraibi, mi sono accorto che il mare ha anche un’altra faccia, più rilassata, solare ed accogliente. L’arcipelago eoliano rilascia una certa serenità che si percepisce solo vivendo queste isole, questo influisce molto sull’umore del navigante, infatti i sentimenti prima descritti non si ritrovano in queste acque, la vicinanza tra le isole, i mari calmi, la temperatura ideale e la conformità  delle coste trasmettano benessere, amicizia, ospitalità. La cordialità degli isolani di cui parlo sempre è un altro ingrediente di questo fantastico arcipelago, i colori dei paesi e il cibo ti accolgono con dolcezza e sicurezza. Navigare alle Eolie significa casa, in ogni angolo di queste isole c’è sempre un’energia positiva che viene percepita sulla pelle. Quest’anno le nostre crociere a vela, saranno arricchite dal racconto della storia di questi posti, vorremo infatti permettere ai nostri ospiti di tornare a casa non solo con le immagini negli occhi, ma anche con le storie nella mente oltre che con i sapori in bocca. Le serate le passeremo a chiacchiera in pozzetto così che ci sarà la possibilità di narrare, raccontare questa terra di vulcani, attivi e spenti, crateri da scalare, boschi da visitare, paesi dove le persone si muovono ancora a ritmi lenti e anche tante ricette locali tramandate e imparate dagli stessi skipper.

Alcuni locali eoliani amo chiamarli locali riflessivi, si perché esistono talmente da tanto tempo che emanano storia dalle pareti, dalle porte e dai banconi dai loro panorami di cui si può godere standoci dentro o semplicemente seduti davanti.  Alcuni di loro sono i più conosciuti, come ad esempio a Stromboli nella piazza della chiesa c’è l’Ingrid che ha una terrazza panoramica vista mare, sedersi li al tramonto significa fare un viaggio nel tempo, talmente si respira un’aria di serenità che puoi solo pensare alla tua vita, un viaggio personale nel tempo, una meditazione. Invece pranzare o cenare da Alfredo significa allegria dai colori bianco blu, gli stessi del suo ristorante che danno questa sensazione di anni sessanta attuali, la balneazione, il sole, lo stare insieme e godere dei loro prodotti famosi come il pane cunzato e la granita siciliana. Nei vicoli a Lipari tanti i ristoranti dove sedersi per assaggiare la cucina eoliana poco rivisitata e fedele alla tradizione, ma soprattutto ai prodotti locali e freschi che da queste parti sembra essere la primaria regola. Un aperitivo a Filicudi, al Saloon con Antonio che dispensa bicchieri di vino o birre da sorseggiare sulla spalletta davanti alla spiaggia di sassi, l’atmosfera della piazzetta di Pecorini a Mare è qualcosa di irripetibile. Spostarsi a Vulcano significa invece riflettere al classico tramonto visto dalla spiaggia, quando il sole cala tra sdraio ed ombrelloni chiusi per la sera, al ciringhito Baia Negra si sorseggiano aperitivi con musica lounge. Panarea la regina dei locali mondani non gode di un tramonto diretto perché il paese è ad est dell’isola, si può però godere di tutti  i suoi riflessi che rimbalzano sulle molteplici isolette davanti a lei, Dattilo, Lisca Bianca, Basiluzzo e Bottaro sono infatti baciate dal tramonto che le rende di colori intensi proprio mentre dai tetti del Raya il locale più conosciuto di Panarea tutti sorseggiano il loro aperitivo.

Alicudi è l’isola esente da ogni regola, qua non conta l’aperitivo o il tramonto, conta esserci, si perché quest’isola ferma nel tempo non chiede, ma regala atmosfere magiche, poche sono le barche che vi possono pernottare, poche sono le persone che si ritroveranno a terra per due chiacchiere davanti a l’unico locale “L’Airone” poche sono le persone che durante la stagione estiva riescono a vedere quest’isola priva di porto, ridossi e baie, ma coloro che riescono a metterci piede sopra la ricorderanno per tutta la vita, Alicudi eremita ora e da quando fu la sua aurora…

Le Isole Eolie sono la somma di dettagli che le rendono grandi, se pur modeste e mai nei primi posti delle vacanze italiane esse non invidiano niente a nessuno, non sono conosciute e questo le rende uniche ferme nel tempo, e naturalmente non per tutti!

Buon vento!!!

Primavera alle Isole Eolie

Primavera Eoliana

Aspettiamo la primavera a casa, già si notano i primi segnali di ripresa della natura…ma ci domandiamo cosa starà succedendo nel frattempo sulle nostre Isole Eolie, dove la natura regna sovrana! Alle Isole Eolie, come del resto su tutte le isole del mediterraneo, la primavera anticipa grazie al clima più mite che viene trasmesso dal mare. Le fioriture iniziano a sbocciare sui gelsomini e sulle ortensie nei vicoli dei paesi, quelle piante che si affacciano dai giardini di queste piccole strade; di notte il profumo del gelsomino notturno regala momenti intimi di libertà, sotto le stelle questi cieli profumati sono fantastici.

In mare la primavera anticipa di un mese rispetto a terra; il 21 marzo  inizia infatti  il periodo di riproduzione di tante specie di pesci, il mese dell’amore nei fondali eoliani dà inizio alle danze. L’alba di un periodo fiorente come l’estate che sta per arrivare. Si sa, l’estate porta amore e voglia di stare insieme e non c’è differenza tra cielo, terra e mare.

Sarebbe bello poter fare le vacanze in questo periodo dove il risveglio primaverile ti abbraccia, senza stress da caldo, da folle di agosto che, frenetiche, invadono le isole. La primavera alle Eolie è un lento risveglio non solo della natura ma anche di tutte le attività estive che dopo un lungo inverno di chiusura pian piano riaprono. I bar del porto, i nostri ristoranti preferiti come Cincotta, Il Macellaio, l’Ingrid, da Alfredo a Salina, l’Hotel di Lipari e il Sirena di Filicudi, locali da aperitivo come il Raya, il Banacalì di Panarea posti fantastici sulle classiche terrazze, e tutte le case vacanza che pian piano vengono rimesse in ordine.  Ci sono posti esotici e caraibici dove hai navigato per anni dando al mare e alla barca a vela gran parte del tuo tempo e delle tue risorse, posti che ti sono costati mesi di navigazione per raggiungerli, anni di studi matti e disperatissimi….poi incontri le Isole Eolie, a due passi…si fa per dire…dai luoghi in cui sei nato e che ti sono tanto familiari perché è lì che hai cominciato a navigare. E lì trovi e ritrovi i tuoi spazi, conosci le persone che ti staranno vicino per le successive quindici estati e ti crei un mondo che va al di là del lavoro, della passione per la barca ed il mare e che diventa “casa”.  Le isole Eolie in questo periodo di accenno di fine inverno e di inizio primavera sono una fucina di colori, di profumi, di movimento e di risveglio assoluto. Quando durante l’autunno e l’inverno tutto si ferma a causa anche delle condizioni meteo che per gran parte del periodo invernale rendono molto difficoltosi i collegamenti con la Sicilia e con il Continente, è in quel momento che le Isole Eolie entrano in quel periodo di letargo che servirà loro a ricaricarsi per affrontare la stagione estiva come solo gli abitanti di queste Isole sanno fare…con garbo, gentilezza e brio! Ed è la primavera che si fa foriera di idee, nuovi progetti e nuove aperture. Ogni estate tornando alle Isole Eolie troviamo sempre spassose novità e tra quelle che ci entusiasmano di più ci sono sicuramente quelle che riguardano il cibo che, noi, siamo sempre felici di testare e provare! Lo scorso anno ad esempio appena sbarcati a Salina dopo la prima settimana di charter la nostra prima tappa come sempre su quest’isola è stato il Ristorante Da Alfredo che, oltre ad essere uno dei nostri più cari ed affezionati amici, è anche un mito in Sicilia e nel Mondo, per il suo famosissimo Pane Cunzato e per la sua Granita la cui segretissima ricetta viene custodita gelosamente dalla Famiglia tutta e tramandata di generazione in generazione come si fa con le cose davvero preziose. Una favolosa scoperta nel menù sono state due new entry che ci hanno personalmente entusiasmato. Il nuovo e modernissimo Pane Cunzatu “Vegan Salina” che, pur moderno come detto, per rispondere alle esigenze dei palati più inclini alle verdure,  pota con sé tutta la tradizione delle Isole perché condito o “cunzatu” con gli ingredienti della terra che Salina stessa produce e come si usa die, a totale filiera corta e km zero. Il profumo dei pomodorini, delle carote e della cipolle coltivati sotto il sole della Sicilia , le zucchine profumate come solo quelle degli orti di qui sanno essere ed infine la granella di pistacchio, tra il dolce ed il salto che da quell’ aroma inconfondibile alla gran parte dei piatti eoliani…un connubio di sapori e di profumi che scalda il cuore ed il palato. Un’altra alternativa che ci ha letteralmente entusiasmati è stato il  “Briantinu”. Il carpaccio di tonno pescato qui, l’aroma del finocchietto che, mixato con olio evo, avvolgo il pane croccante, il tocco degli agrumi che rende il piatto sapido quanto basta per contrastare il dolce della Vastedda, il formaggio a pasta molla della Valle del Belice, formaggio dop venerato dagli amanti dei formaggi semplici ma profumatissimi. Ed a contornire questo lauto pranzo non può mancare la granita, inconfondibile per consistenza ed impareggiabile nel sapore. La granita di Alfredo ha il sapore dei limoni di Salina, grandi come lo sfusato amalfitano, ma più succosi, , dei fichi che piegano i rami degli alberi dietro ogni muretto dell’isola, come dei gelsi che cadendo imbattano del loro colore violaceo le stradine che si inerpicano fin su alle colline verdi coltivate a malvasia; ha il sapore anche delle mandorle e delle fragole ed è sublimato con un tocco do panna fatta in casa che non ha il sentore industriale dello zucchero raffinato, ma che odora di latte ed ha la consistenza di una nuvola. Amiamo Alfredo, i suoi figli e tutti il loro entourage perché con mani sapienti, maestri e passione amorevole riescono a riunire qui una vota a settimana al loro passaggio tutte le flottiglie che girano attorno alle Isole da giugno a settembre e che approdano qui per sentirsi a casa. L’abbraccio e la convivialità che il cibo offre sarebbe niente se non fosse condito dall’amicizia, dall’accoglienza e dall’ospitalità che qui non hanno rivali.

I cinque Elementi. Isole Eolie.

I cinque elementi. Isole Eolie.

Prendi una giornata di sole, un po’ di brezza leggera con la direzione giusta, una barca a vela ben armata ed uno skipper conoscitore delle Isole Eolie ed il gioco è fatto. Se esiste un luogo nel Mediterraneo dove la natura ha raccolto nella maniera più potente ed ammirevole ogni suo elemento in un luogo soltanto quel luogo è sicuramente l’Arcipelago delle Isole Eolie. Acqua, Aria, Terra, Fuoco si mischiano in maniera sapiente per creare un connubio unico che in queste isole si esprime in tutta la sua bellezza. Acqua. L’elemento costitutivo per eccellenza di un’isola. Senza di essa, l’isola diviene continente.  Alle isole eolie il mezzo di locomozione prescelto per godere appieno di questo elemento naturale è la barca. Se ci aggiungi un po’ di maestria ed amore per il mare vero allora devi scegliere la barca a vela. Tutte le isole Eolie sono una fucina di sorprese sopra e sotto il mare. Tutte Isole di origine vulcanica, mostrano per la maggior parte un fondale composto da pietre scure e ciottolame modellato e lisciato dalle correnti, ma in alcune occasioni come ad esempio sulla spiaggia della Pomice o nella baia appena davanti a Panarea, Lisca bianca, il fondale è composto inaspettatamente da sabbia finissima e chiarissima tanto da farle assomigliare a quelli del fondali caraibici. Le correnti sono leggere, l’acqua piacevolmente fresca e lo snorkeling per i più temerari, ma anche più semplicemente una rilassante nuotata verso la costa sono un ottimo modo per passare il pomeriggio in rada nell’attesa di navigare ed ancorarsi fronte paese per godere di una serata in relax ed in compagnia in uno dei mille locali che ogni isole offre. Meta di un turismo mai chiassoso ma pur sempre vacanziero ogni isola offre un’ampia scelta di locali, piccole locande, ma anche ristoranti gourmet per i palati più esigenti che danno sfoggio, ognuno a suo modo, della sapienza culinaria di questi isolani che delle materie prime di indubbia bontà hanno fatto la loro carta vincente. La cucina eoliana parte da una base di ingredienti semplici, ma profumatissimi e coloratissimi che costituiscono l’incipit di ricette anche complesse, ma che mantengono salda la tradizione, la qualità dei materiali e la filiera corte e controllata. I capperi, i pomodorini rossi e gialli a grappolo, le erbe aromatiche che crescono spontanee in ogni dove ed il pesce sono senza dubbi gli ingredienti principe di questa cucina che anche i nostri skipper amano usare a bordo durante i  nostri pranzi in baia. Aria. La barca a vela è il mezzo principe per muoversi alla volta del periplo di queste isole che solo via mare offrono al viaggiatore scorci inaccessibili via mare. Qui, narra la leggenda che da loro il nome, Eolo viene a riposare ed è per questo che le nostre navigazioni sono per tutto il periodo estivo, caratterizzate da brezze leggere e mai invadenti che ci permettono di veleggiare quanto basta per divertirci e godere di tutto il romanticismo che solo la barca a vela offre. Da Lipari a Panarea, da Salina a Filicudi e durante tutto il tour settimanale la nostra flottiglia navigherà in compagnia durante le ore della mattina avvicinandosi agli anfratti più nascosti di ogni isola ed ormeggiare alla fonda in modo da poter godere del mae, del silenzio e dell’esclusiva di un luogo che il turismo terricolo non può raggiungere. Terra . Terra nera e vulcanica per eccellenza, il suolo delle Isole eolie, in testa Stromboli e Vulcano, arde anche del fuoco che ribolle sotto di essa ed il suo colore scurissimo e profondo venato di riflessi sulfurei racconta una storia di eruzioni, assestamenti e movimenti tellurici vecchi di millenni ma allo stesso tempo attuali. Lo Stromboli è il vulcano più attivo d’Europa e da il nome alla sua stessa attività detta “Strombolana” che è riconoscibile data la particolarità della quantità e della direzione delle eruzioni stesse. Ma c’è una terra che è lo specchio della storia dell’isola stessa è sicuramente quella di Vulcano. Avvicinandoci in baia anche da lontano ci arriva alle narici il tipico odore di zolfo che caratterizza quest’isola. Le esalazioni sulfuree sono evidenti anche ad occhio nudo sulla sommità del cratere più alto dove è possibile arrivare con un po’ di coraggio e circa due ore di cammino. Ma è sicuramente una piccola fatica che vale lo spettacolo che si può ammirare da lassù. Dalla sommità tutto l’arcipelago delle Isole Eolie si estende davanti ai  nostri occhi svelandoci anche forme, insenature, colori e rilievi inaspettati. Le nuvole di zolfo caldo e dall’odore inconfondibile fanno si che ci si immerga in un ambiente che pare ostile all’inizio, ma in cui ci si acquieta presto. Un luogo lunare, che sembra venuto fuori da un’aura extraterrestre dove le terrazze rurali che si affacciano sul cratere principale portano le scritte di tutte le persone che si sono avventurate in quel luogo e che hanno voluto lasciare un segno del loro passaggio lassù. La discesa al paese è lenta e fresca ed è d’obbligo se si è partiti presto al mattino magari senza colazione concedersi una pausa dolce e rilassante al Bar di Remigio, uno dei preferiti del luogo. Qui il gelato oppure la granita con brioche sono quelle tipiche siciliane con un tocco di originalità…i capperi canditi per esempio! Fuoco. Chissà se lo Stromboli sa che tutti i suoi abitanti, terricoli e marini confidano in lui affinchè egli preservi loro la Vita, il lavoro, la casa, gli affetti. Abitare qui. Alle pendici di un Vulcano il cui ribollire è una percezione sensoriale che parte da sotto i piedi ed arriva fino alla testa. Qui dove l’ardere del Fuoco all’interno della enorme camera magmatica  lo puoi percepire nell’aria calda che respiri o poggiando le mani a terra e sentendone il calore. Abitare qui è una scelta di Vita. E la puoi capire solo se ascolti le parole di chi questa scelta l’ha fatta con amore, ma senza alcuna paura, Lo Stromboli ed i suoi abitanti sono una visione in mezzo al mare. Una forma conica perfetta si erge per mille metri sopra il livello del mare e lo tocca impercettibilmente sulle coste per andare poi a sprofondare giù per altri duemila metri in una discesa irta e vertiginosa verso il blu profondo. Non esiste isola enigmatica ed attraente quanto questa probabilmente perché avvolta nella sua aura di mistero sotterraneo di Fuoco. Poi d’improvviso la tensione si stempra quando alzi il naso all’insù e Iddu sfoga le sue pressioni in un boato eruttivo che, se il sole è calato e sei nel punto giusto, puoi vedere nelle sue mille sfumature di giallo, rosso e arancio dei lapilli. Tanto basta per innamorarsi di queste isole e delle loro attrattive naturalistiche. Esse hanno dalla loro parte il fascino di qualcosa di ancestrale che in altri luoghi è morto e sopito da tempo ed allo stesso tempo la modernità e la freschezza dell’accoglienza che è merito dei suoi abitanti e della loro innata joie de vie.

Per questo vincono sempre.

Abitanti delle Eolie.

Abitanti delle Eolie.

L’inverno sembra la stagione più lunga, l’estate in un attimo passa, questo perché non ci viene da tener conto dell’autunno e della primavera che sono simili a quelle che io amo definire le stagioni opposte, estate / inverno, simili ma in realtà allungano il periodo di attesa dell’estate . Spesso ci domandano, ma alle Isole Eolie durante il periodo invernale che si fa? Come vivono gli isolani, come si divertono i bambini e come passano il tempo gli adulti quando tutte le attività chiudono e rimangono aperti solamente pochi indispensabili servizi? La realtà è che chi nasce su un’isola ha molte meno esigenze di chi vive nelle grandi città, le abitudini sono fondamentali, non essere abituati ad andare al cinema, al teatro oppure in centro a vedere gente e vetrine non crea l’esigenza. Al contrario come mi disse Gianluca isolano dalla nascita nonché proprietario e gestore del campo boe per l’ormeggio delle barche a Pecorini a Mare, Filicudi; proprio durante un aperitivo al Saloon, gli chiesi infatti se in inverno non si fosse annoiato su di un‘isola così naturale da essere priva di qualsiasi attrazione. Lui mi rispose: in realtà Davide noi qua d’inverno facciamo le stesse che fate voi, con il vantaggio che quando ci affacciamo alla finestra oppure usciamo in terrazza invece di vedere una strada o un palazzo vediamo il mare, ed il mare è sempre in movimento, passa una nave, un peschereccio, piuttosto che una burrasca dal fascino potente e romantico. Quelle sue parole talmente erano ricche di emozione e tenerezza da parte sua, che non potei controbattere niente, anche se nella mia testa sapevo che il suo dire che in inverno facevamo le stesse cose non poteva essere vero, ma lui non lo immaginava. L’inverno sulle isole è lento, si vive di qualche chiacchiera in paese, qualche festa in casa, si va a pescare e per i più sportivi si passeggia soprattutto nelle belle giornate che qua non mancano, neanche nei mesi più freddi. Filicudi ed Alicudi sono le isole più remote e poco abitate, non ci sono le scuole se nonché le elementari in classe unificata dalla prima alla quinta. Valentino abita ad Alicudi ed anche Francesca, loro sono amici e svolgono lavori ben diversi, infatti Valentino nel periodo estivo lavora al piccolo molo dando assistenza per l’ormeggio alle barche a vela. Anche lui nato sull’isola più piccola delle Eolie difficilmente lascia l’isola e quando va, è per andare in Sicilia, un’isola più grande ma pur sempre un isola. Francesca invece è figlia di un pescatore, lei con i suoi abitano in una delle case più belle dell’isola, che non sono mai ville ma costruzioni in stile eoliano molto caratteristiche con la particolarità di avere delle terrazze ricavate spesso sui tetti piatti, dai panorami stupendi. In questa casa che ha una meravigliosa vista sul mare, dato che siamo a circa centocinquanta metri di altezza, Francesca con i suoi svolgono attività di home restaurant , il pesce pescato dal padre viene preparato e servito ai turisti privilegiati, dato che i tavoli sono solo quattro e tutti su una meravigliosa terrazza , illuminata solo da candele e dai riflessi della notte, che vi assicuro che alle Eolie le notti oltre ad essere uniche e speciali regalo momenti e posti che di giorno non esistono, svaniscono sempre all’alba. Parlando anche con questi ragazzi Valentino e Francesca si possono apprendere quelle differenze di visione del mondo che ci sono tra le persone che nascono in posti come questi e persone che vivono ad un’altra velocità, sia in città ma anche nelle nostre campagne o montagne dove si è comunque contagiati dalla presenza della frenesia, del lavoro e dell’industrializzazione che porta anche ad una accelerazione del tempo libero, nello sport e nelle case delle famiglie. Situazioni che in queste isole non esistono e chi ci vive non riesce neanche ad immaginarle.

Francesca nei periodi invernali potrebbe usufruire di una casa che i suoi hanno acquistato tempo fa a Milazzo, in Sicilia, ma lei una sera ci raccontò che non amava andare in questo paese sulla costa perché preferiva rimanere ad Alicudi, ed anche se i suoi non sarebbero restati lei erano già due anni che trascorreva l’inverni da sola, su un’isola dove in inverno non c’è un bar od una alimentari, ma solo la nave che una volta alla settima porta quello che viene ordinato ai vari fornitori, anche Amazon. Alicudi in inverno non conta più di 50 abitanti sparsi in un paese che si estende dalla costa lambita dal mare sino in alto alla collina di circa quattrocento metri di altezza, le case non sono collegate da strade ma da una sola ed unica scalinata di oltre mille e duecento gradini a passo lungo per permettere agli asini di trasportare vettovaglie, generi alimentari ed attrezzature nelle case più in alto, ma anche i bagagli dei turisti che soggiornano negli appartamenti dedicati. Considerando le temperature estive non è neanche facile salire senza portarsi dietro alcunché, un consiglio se decidete di salire portatevi acqua da bere.

Abitare alle Eolie è una scommessa che si rinnova ogni giorno, i loro limiti sono pari alle loro meraviglie e per poterne godere si deve capirle ed apprezzarle, trovare la chiave giusta di lettura di questo arcipelago particolare, che tanto ha da dare. Ostinato a volte e poco ospitale per chi si avvicina con la barca senza conoscerle bene, infatti per gli ancoraggi sono le stesse isole insieme al mare a decidere quando e dove si può attraccare, si perché alle Eolie non vi sono porti e quando la traversia ci si mette d’impegno con mareggiate importanti si deve aspettare, tanto è vero che in inverno pure i traghetti spesso non riescono ad avvicinarsi e le isole possono rimanere isolate anche per giorni, ma l’isolano lo sa e le sue scorte alimentari non mancano mai, aspettando tempi migliori. Se vi capiterà di decidere per Filicudi o Alicudi ricordatevi di scordarvi l’auto, impossibile portarle per mancanza di strade in Alicudi e per un divieto di transito che vede esenti solo i residenti per Filicudi, considerando i soli suoi nove chilometri di strada. Inutile dirlo il mezzo più consono per raggiungere e visitare queste isole è la barca a vela. Vi aspettiamo per regalarvi “Infiniti modi di sentirvi liberi!”  

Infiniti modi di sentirsi Liberi!!

INFINITI MODI DI SENTIRSI LIBERI!

…questa frase “Infiniti modi di sentirsi liberi” nasce dall’esperienze quotidiane che si hanno in mare. Navigare ha sempre regalato sensazioni di libertà a tutti coloro che si sono cimentati almeno una volta a bordo di una barca a vela, passandoci dei giorni o semplicemente per qualche ora. Navigare tra un isola e l’altra a vista, piuttosto che mettere la prua verso l’orizzonte lontano senza vedere terra non ha importanza perchè il viaggio in mare è senza tempo, senza spazio e ti da sempre la possibilità di cambiare, la rotta dipende da te e se raggiunto l’obbiettivo hai voglia di andare ancora avanti lo puoi fare, niente può fermare una barca a vela al comando di chi ha voglia e desiderio di regalarsi, miglia, sogni e tanta libertà. Il mare pur grande che possa essere ti accoglie e ti regala tanti momenti intimi, un’intimità con te stesso che puoi incontrare solo nella tua mente, stimolata da ciò che ti circonda e dall’immenso spazio che ti confonde. Puoi raggiungere il più profondo sentimento che sta dentro di te, nella tua mente, nel tuo cuore ed accorgerti che l’uno non può stare senza l’altro. La razionalità della mente non sarebbe niente senza il buono che sta nel cuore e viceversa. Il mare chiarisce questi aspetti perché nonostante ci siano tante cose da fare a bordo di una barca, ci sono anche tanti momenti di riflessione, e riflettere sul ponte della baca guardando mare, cielo, astri in un’atmosfera di salmastro che sviluppa le tue capacità intellettive e stimola a dovere il meglio di quello che il tuo io può regalarti, illuminare la mente ed il cuore a bordo, in mare, è più facile..

Le Isole Eolie sono un microcosmo che grazie alla loro conformazione e bellezza, circondate da un mare stupendo possono essere tutto quello di cui hai bisogno per sognare, perché se vuoi sognare ti devi mettere nella giusta condizione e l’unico modo perché il tuo corpo trovi il giusto momento è stando in mezzo alla natura, può essere il mare o la montagna, importante è che sia natura vera. Ti sei mai chiesto perché quando scegli una vacanza nella maggior parte dei casi è all’insegna di posti dove non ci sono palazzi, asfalto e tutto quello in cui siamo costretti a vivere? E’ perché l’anima umana trova la felicità solo quando regredisci a stadi primordiali, ovvero da dove arriviamo, da uomini e donne che sono nati e progrediti dalla natura, con la natura. La voglia di vacanza e la voglia di libertà che la costituisce sono la base dell’essenza umana che abbiamo perso, e che per poterne godere nuovamente necessità acquistarla e partire verso mete spesso lontane. Ma fortunatamente in Italia ci sono ancora molti luoghi dove poter andare ed immergersi in un completo mondo naturale, anche le Isole Eolie sono così, sette isole dove il tempo sembra veramente scorrere a mezza velocità e l’incontro con situazioni primordiali è scontato. I paesaggi, le loro montagne, i loro vulcani sono una cornice giurassica dove l’unica cosa che manca sono solo gli animali preistorici, ma non nego che ogni tanto in certe situazioni non si possono ancora avvistare, semplicemente aggiungendo una goccia di fantasia a ciò che vi circonda se mai vi ritroverete a navigare o visitare queste isole.

Le Isole Eolie sono da sempre animate da attività vulcanica e lo Stromboli detiene tanti record eruttivi, un isola che attrae e spaventa contemporaneamente per le sue eruzioni, spettacolari attività nella maggior parte dei casi belle da vedere, ed in qualche altro caso belle ma rischiose anche per la salute degli abitanti dei paesi come  Ficogrande,  Piscità e Ginostra che spesso sono stati evacuati per fumi o magma esplosivo imminente. Nel 2003 un crollo di un accumulo di magma solidificato ma non consolidato alla montagna, sul lato della sciara del fuoco, cadendo in mare, ha creato un enorme onda che ha abbracciato l’isola e risalendo gran parte delle spiagge e delle coste distruggendo case, barche ed attrezzature.

Anche gli abitanti che spesso sembrano sottovalutare la pericolosità del vulcano, in realtà lo temono e lo rispettano quasi come fosse un dio dal potere di decidere il loro futuro e quello dell’isola. Milioni di anni fa infatti lo stesso vulcano causo un cataclisma e distrusse totalmente quella che allora era un isola che sorgeva accanto  Stromboli, poche centinaia di metri a largo del paese Ficogrande erge dall’acqua Strombolicchio, uno scoglio enorme alto cento metri, questo è quello che resta della vecchia isola, successivamente ed a seguito dimoltissime altre eruzioni è nata Stromboli, l’isola dei giorni nostri. Bella dai suoi lati verdi di vegetazione che conservano ancora i segni di vecchie colate laviche, ai lati di magma e cenere dove tutt’oggi il vulcano continua a riversare lava andando a modificare continuamente i suoi profili, la conformità di un isola viva in continuo movimento. Questo per dire che nessuno sa, quale sarà il futuro di Stromboli, nessuno può prevedere le intenzioni di un vulcano, tanto meno quelle di Iddu il vulcano per eccellenza dal carattere vivace e dispettoso. Infiniti modi di sentirsi liberi… alle Eolie significa anche questo, la possibilità di scegliere di vivere anche per un periodo limitato come quello di una vacanza, a tu per tu con un vulcano, a cui nessuno può chiedere niente, ma lui può dare e togliere tutto. Alle Eolie si può fare anche un’esperienza simile, confrontarsi con la natura quella vera, quella non vista alla tv ma respirata sulla pelle, con il sale, il sole, la cenere, tutti ingredienti che ti riportano ad una condizione di libertà primitiva, la vera natura dell’uomo il confronto, la sfida, il rispetto delle forze più grandi di noi, che esistevano prima della nostra comparsa sulla terra, con cui abbiamo imparato a convivere, a volte non nel modo corretto, ma comunque sempre in presenza. Il pianeta e l’uomo un rapporto conflittuale per eccellenza sviluppatosi soprattutto negli ultimi 150 anni con l’avvento di industrie ed inquinamento, ma se il pianeta ancora regala angoli di cielo, terra e mare allora ne vale la pena di immergersi ancora una volta dentro e ritrovarsi ancora a oggi a sentire… Infiniti modi di sentirsi Liberi!!

Storiche varie…

Il mare è un grande amplificatore dei sentimenti. Ho sempre sostenuto che se stai bene e vai per mare starai benissimo, ma se stai male e vai per mare starai malissimo. Isolarsi su di una barca in mezzo a tanta acqua dove le immagini davanti ai tuoi occhi sono ripetitive, stimolanti per la riflessione ed il pensiero, inizia immancabilmente una ricerca di te stesso o di quello che non vorresti e la dove niente può distrarre il tuo stato d’animo, ma può essere solo alimentato in senso positivo o negativo, inizia il viaggio e la resa dei conti, perché in mare si diventa lo specchio di noi stessi, in mare ti ritrovi faccia a faccia con i tuoi demoni ed è qua che gli devi sconfiggere. Quando varcherai il molo del prossimo porto, sarai tu al comando della tua imbarcazione o saranno loro, non vi sarà nessun compromesso!  Navigare alle Eolie tra terre ciclopiche, vulcaniche dalla lunga e ricca storia di popoli e di avventurieri che sono passati da qua, può aiutare a capire il mare, il posto e soprattutto noi stessi. La vita è una navigazione senza sosta, e la navigazione in queste isole siciliane può essere un concentrato di esperienze che ripetono in breve la vita di tutti noi.

Infatti:

Odissea di Omero:

si narra che le Isole Eolie ospitarono Ulisse reduce dalla guerra di Troia. Si racconta che Eolo lo ospitò e gli donò un otre di pelle dentro la quale erano chiusi i venti contrari per la navigazione. La leggenda dice che, durante il viaggio, Ulisse fece soffiare solo il dolce Zefiro ma mentre egli dormiva, i suoi compagni, credendo che l’otre fosse piena di tesori, l’aprirono liberandone i venti che scatenarono una terribile tempesta dalla quale si salvò solo la nave di Ulisse.

“E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava Eolo, caro agli dei, figlio di Ippota. L’ isola errava nuotando. Un muro la cinge bronzeo; e liscia s’innalza una rupe. Dodici figli con lui nel palazzo vivevano. La casa odorosa riecheggia al suono dei flauti finchè il giorno dilegua; Poi quando licenza gli chiesi di andarmene non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio; spogliò delle cuoia un bove novenneun otre ne fece, e dentro vi chiuse dei venti ululanti le vie: custode l’aveva dei venti fatto il cronide, e poteva quieti tenerli o incitarli a sua voglia. Nella concava nave con lucida fune, argentea, l’otre legò, di guisa che fuori neppure un alito uscisse; ma solo il soffio di Zefiro per me liberò che la nave benigno spingesse per noi”.

Alexandre Dumas:

Fece il suo primo viaggio in Italia del 1835 durante il quale passò da Genova, Livorno, Roma, Napoli dopodiché raggiunse la Sicilia e le isole Eolie. Rientrava in un più grande progetto che aveva come obiettivo la scoperta delle radici della cultura mediterranea. Dopo analoghe richieste al governo francese non andate a buon fine, fu finanziato da sottoscrittori privati fra i quali c’era anche Victor Hugo.

L’escursione alle Eolie si svolge dal 6 al 9 settembre 1835. Fra i compagni di viaggio citati nel diario ci furono l’amico Jadin e il cane Milord, ma è storicamente dimostrato che il gruppo fu accompagnato anche da Ida Ferrier, l’amante di Dumas, che però stranamente non viene mai citata. Come in un giallo, anche Dumas stesso viaggiò sotto falso nome.

Il viaggio si compie a bordo di una barca, chiamata speronana un tipo di imbarcazione lignea leggera e veloce lunga circa 15 metri dotata di una carena affilata che terminava con uno sperone (o tagliamare). Era attrezzata con una vela latina e dotata di quattro rematori al comando del capitano Arena, il personaggio che ha ispirato il titolo originale dell’opera.

Il Viaggio

La speronara lascia il porto di Palermo nella mattinata di lunedì 6 settembre, il martedì mattina sosta brevemente ad Alicudi e nel pomeriggio giunge a Lipari tramite il canale tra Lipari e Vulcano. Sbarcati con non poche difficoltà, i nostri viaggiatori vengono accolti nel convento dei Francescani poiché ai tempi a Lipari non c’erano alberghi. Qui conoscono il Governatore della città e visitano le cave di pomice.

Il mercoledì 8 settembre mattina partono per Vulcano dove saranno ospiti dei figli del generale Nunziante e ritornano a Lipari nel pomeriggio per poi fare rotta in serata verso Panarea, dove arrivano la mattina di giovedì, 9 settembre. Qui sostano a lungo presso lo scoglio di Lisca Bianca, poi fanno incetta di gamberi e aragoste a Panarea, cacciano conigli a Basiluzzo e verso sera arrivano a Stromboli per ammirare col favore del buio lo spettacolo pirotecnico del vulcano lungo la sciara di fuoco. La mattina del venerdì, 10 settembre, effettuano la scalata al cratere per riprendere infine la strada del ritorno.

Altre notizie:

Dopo il periodo fiorente dello stile di Diana, in cui l’ossidiana era stata la fonte di ricchezza per l’isola, la rivoluzione conseguente all’avvento della metallotecnica comporta due fattori di impoverimento per Lipari e tutte le Eolie. Il primo, immediato, è la sostituzione dell’ossidiana con il bronzo più facilmente lavorabile, meno fragile e non dipendente da una singola fonte di approvvigionamento. Il secondo fattore consegue al miglioramento della marineria dotata di navi più moderne, anch’esse legate alla disponibilità del metallo, che consentono di intraprendere navigazioni più lunghe e non più legate ai percorsi costieri o limitate agli spostamenti a vista. Quindi, pur partendo sempre dalla Anatolia, le rotte commerciali non passavano più obbligatoriamente per lo Stretto di Messina e le isole Eolie ma, attraverso Malta ed il Canale di Sicilia, aprivano nuovi mercati in Sardegna, in Francia ed in Spagna e da qui, oltre le Colonne d’Ercole, sino alle lontane Bretagna e Cornovaglia.

“La Sicilia è il paese ricco di risorse non sfruttate e abitato dai Ciclopi selvaggi, i pericoli dello stretto sono emblematizzati nella leggenda dai due mostri Scilla e Cariddi che ne ostacolano il passaggio ai naviganti. Al di là dello Stretto sono le Planctai, le isole vaganti, le cui fosche cime sono sempre avvolte da una nera nube, il paese dei Lestrigoni mangiatori di uomini, le sirene incantatrici dei naviganti, l’isola della maga Circe. Ma vi è anche Eolia, l’isola galleggiante circondata da un muro di bronzo nella quale regna Eolo il re giusto ed ospitale, dispensatore dei venti, che accoglie benignamente Ulisse e gli dona l’otre del vento favorevole perché possa tornare in patria”.

Infatti sfruttando la capacità di navigare acquisita mediante i commerci di ossidiana, la conformazione dell’arcipelago che sembra strutturato ad arte per raccogliere i naviganti provenienti dal Nord e per proteggerli da ogni vento, la presenza di Stromboli che ancora i Romani definivano il Faro del Mediterraneo per la sua visibilità sia di giorno che di notte nonché la posizione geografica centrale rispetto al Mediterraneo, sfruttando tutto ciò la popolazione eoliana ha raggiunto in questo periodo una posizione preminente nel commercio dello stagno proveniente dalla lontanissima Cornovaglia.

In questo periodo, a partire da XVI secolo a.C., si assiste ad una larga diffusione in tutte le isole dei prodotti egei e contemporaneamente ad uno spostamento dei villaggi dalle amene posizioni dei secoli precedenti a posizioni fortificate più difendibili. Sono frequenti i ritrovamenti di macine per il grano, di trituratori e di altri oggetti di chiaro utilizzo sociale; nel Castello di Lipari è stata trovata, databile intorno al 1580 a.C. una forma di arenaria per la fusione di oggetti in bronzo. Nel suo complesso la prima età del bronzo nelle isole Eolie va dal XVIII secolo a.C. sino alla fine del XV con una durata di circa 400 anni. Il periodo successivo, tra il 1400 ed il 1300 a.C., detto della media Età del bronzo, è caratterizzato da inumazioni singole rannicchiate entro grandi vasi (pithoi) normalmente chiusi da una lastra di pietra; di esse sono stati trovati molti esempi in una zona ai piedi del Castello (oggi piazza Monfalcone) attualmente conservati nel Museo archeologico di Lipari. Le ceramiche sono molto lavorate e assumono la forma di orci globulari e bottiglie ma anche di amuleti in terracotta e monili. A Lipari è stata ritrovata una forma di fusione per spade mentre a Panarea una per braccialetti. Gli scambi non sono più solo con l’area di cultura greca od orientale ma anche con quella italica ed egiziana: nella tomba di Amenophis IV (1372-1355) sono state trovate ceramiche di tipo identico a quello sopra citato, sono state anche ritrovate diverse ceramiche nuragiche nelle isole, che testimoniano un traffico commerciale tra la Sardegna e Lipari. Intorno al 1250 tutto ciò si interrompe bruscamente. Delle isole Eolie non rimane altra traccia se non il ricordo persistente nel mondo greco di cui risuona larga eco nei racconti dell’Odissea.

…la fine dell’estate.

…la fine dell’estate.

La fine di una stagione è quando continuando a navigare alle Eolie ti accorgi che i colori sono cambiati, tutto si attenua e le giornate sembrano immobili nella leggera foschia che fa sembrare le Isole più lontane del solito. Sembra anche di arrivare in un posto dove non troverai nessuno ad aspettarti. In realtà è così perché le baie non sono più frequentate da barche all’ancora e le spiaggette sono vuote. I campi boe che in estate erano gremiti di imbarcazioni legate ai gavitelli sono disarmati, ed i pontili che permettono di scendere ai numerosi tender non ci sono più.  La fine di una stagione alle Eolie è segnata anche dal fatto che nei piccoli paesi tutte le attività si fermano, anche i locali chiudono e chi rimane aperto sono solo il fornaio, il tabaccaio un bar… non sempre, non in tutte le isole e se vogliamo una pizzeria, la troviamo solo a Lipari, quando apre. Ma un pensiero va a tutte quelle persone che anche quest’anno le ho viste e sentite passare da queste isole, sulla mia barca, agli amici che ogni anno ritrovo qua, che come me fanno gli skippers. I pontili sono sempre pieni di persone che arrivano e che partono con trolley e zaini appresso, persone che cercano la propria barca, su quella dove hanno prenotato e dove trascorreranno la loro settimana di vela, di mare ed un mare di risate!

Navigare alle Eolie significa intraprendere un viaggio composto da molti ingredienti che renderanno la settimana speciale, diversa da tutto quello che siamo tendenzialmente abituati a vivere nella quotidianità. Il contatto diretto con l’acqua salata, la pelle arsa dal sole ed il calore sul viso, vi accompagneranno ogni giorno, come ogni giorno sostituito dalla notte vi farà vivere un’ atmosfera serale o meglio notturna dal sapore selvaggio, come quello di un ancoraggio tra rocce, terra, mare e stelle, soprattutto quando non c’è la luna vedrete che le stelle diventano veramente tante…

Navigare alle Eolie significa anche trascorrere serate in piccoli locali, dove la musica si fonde all’atmosfera delle candele, tutto questo su una delle numerose terrazze, i tetti di queste bianche case, magari sorseggiando uno spritz o un Gyntonic. L’incontro, conoscere persone che sono arrivate sulle isole insieme a te ed in quei giorni navigheranno con te o su altre barche e quando gli equipaggi spontaneamente si radunano, c’è lo scambio culturale tra tanti ragazzi che arrivano da tanti posti diversi, città lontane ma anche paesi esteri.

Navigare alle Eolie significa avere la possibilità di entrare in contatto con la cultura culinaria di queste Isole che è basata sul pesce, ma anche su specialità di carne e non vi lascerà certamente indifferenti. Come non potrete non assaggiare i prodotti tipici della pasticceria siciliana, dal cannolo alle cassate sino alle granite messinesi che come dicono i locali, la granita più buona si mangia a Salina da Alfredo, ma anche la pasta di mandorle e la crema di pistacchio non sono da sottovalutare!

Eolie, Eolie… Isole Eolie un ritornello di sapori, odori e situazioni che si articolano tra roccia, mare, vento e sole. Dinamiche incomprendibili per chi non si è regalato almeno una volta una vacanza in questo preistorico arcipelago eoliano.

I vulcani, come Stromboli che ad oggi regala ancora spettacoli con le sue continue eruzioni e la caduta dei lapilli sulla sciara di fuoco, e il cratere dell’isola di Vulcano che se pur spento da cento anni ha una sua attività di esalazioni solforose di zolfo, ma che permette comunque la risalita a piedi regalando spettacoli panoramici su tutto l’arcipelago con scorci e dirupi, scarpate che conducono al cratere ormai inattivo, ma che conserva il suo aspetto, ricordando molto il paesaggio lunare.

Le brezze delle Eolie sono sempre piacevoli e permettono di navigare a vela senza particolari sforzi ed è una vela per tutti, famiglie con bambini, ma anche ragazzi giovani possono fare l’esperienza di farsi spingere dal vento per andare da un posto all’altro senza l’uso del motore, entrando in armonia con i suoni della natura, come il soffio del vento, il mormorio dell’acqua che scivola sullo scafo dopo che la prua la fende, una scotta che sbatte sull’albero uno scricchiolio dello scafo per le forze e le tenzioni in atto, e con un po’ di fortuna perché no, l’incontro con i delfini sulla prua che giocano con le onde e con la barca.

Andare a visitare le molte grotte, entrare all’interno con il gommone ed andare così nel profondo da perdere la luce alle spalle, grotte come fiordi a cielo chiuso per visitare i meandri di queste terre, queste coste che tanto ricordano i dinosauri. Farsi un bagno alla Canna, lo scoglio più alto di tutto l’arcipelago, ben settanta quattro metri, regala emozioni importanti essendo così irto in mezzo al niente, al blu alla profondità marina. Già perché qua alle Eolie il mare raggiunge anche oltre tremila metri di profondità, questi fondali sono pieni di crateri spenti ed al di là delle stime nessuno sa cosa conservano, quanti e quali segreti storici, naturali e misteriosi vi possono essere non è dato sapere a nessuno, l’aspetto più romantico ed affasciante dei tesori del mare.

Ma come dicevamo è arrivato l’ inverno e con lui tutto rallenta, quasi si ferma, le Isole Eolie si addormentano lentamente per il loro letargo, calano i battiti, si accorciano le giornate, baie, spiagge, vicoli e piazzette si svuotano e come per una naturale bellezza solo pochi abitanti continuano a far si che questi paesi rimangano magicamente in vita, per le Eolie i locali sono come un loro amato custode che si prende cura di tanti aspetti, mentre tutto il turismo che le ha popolate, animate è sparito chissà in quanti altri posti. Anche il mare durante l’inverno è sempre clemente con queste isole, tranne rare volte che lo si vede in burrasca, ma è la sua quiete la caratteristica più rilevante che differenzia questo posto. La quiete delle calme acque, vive in questo formidabile arcipelago, un posto dove tutto l’anno si respira tranquillità e serenità, un posto dove grazie anche agli abitanti l’ospitalità non manca e quando si parte per la fine della stagione, dopo poco è già nostalgia…!        

Isole Eolie in barca a Vela.

La Navigazione alle Isole Eolie è sempre stata considerata dai velisti della nostra epoca insidiosa, questo pensiero errato è dato da alcuni fattori importanti ma ben risolvibili con la conoscenza del territorio marino e terrestre. Uno dei principali motivi sono i fondali spesso profondi anche a ridosso della costa, il secondo è l’assenza dei porti, ve ne sono due per sette Isole, ovvero Pignataro a Lipari e Porto delle Eolie a Salina, il resto sono solo pontili galleggianti installati provvisoriamente nel periodo estivo, ma da non considerare porti sicuri. Altre soluzioni sono i campi boe, dove il gavitello sostituisce l’ancora, ma anche in questo caso solo in situazioni di tempo buono. La navigazione e la conoscenza creatasi in questi anni di navigazione alle Eolie per le nostre proposte di crociera ha fatto si che scoprissimo i dettagli di queste isole, che si sono trasformati in comodità, praticità. Infatti esistono ancoraggi sicuri con tutti i venti, anche di burrasca, esistono possibilità di navigare in sicurezza senza mai rinunciare alla visita dei luoghi ed agli ancoraggi più suggestivi. Vorrei parlarvi di quelle che sono le possibilità per i diportisti di arrivare su qualsiasi isola delle Eolie e goderne al massimo sfruttando le baie per i bagni diurni, sino agli ancoraggi più sicuri per la notte o con tempo brutto.

Partiamo da Lipari l’isola maggiore, il paese che prende il nome dell’isola offre diverse soluzione, infatti al di la del molo degli aliscafi che non è praticabile per le imbarcazioni da diporto ne tanto meno con venti del primo e secondo quadrante, vi sono lungo la passeggiata di Marina Lunga una serie di pontili galleggianti installati nel periodo estivo che offrono ormeggio, acqua e luce a natanti e imbarcazioni sino a quaranta metri di lunghezza. Questi pontili a conduzione familiare si distinguono con nomi diversi: il primo che si incontra il più a sud, quindi lato paese è La Buona Fonda, dopodiché salendo di pochi metri a nord troviamo Yacht Harbour pontile specializzato per ospitare grandi Yacht a motore, a seguire Pontile Portosalvo uno dei più attrezzati anche per il noleggio di piccole barche e gommoni oltre ai posti barca per ospitare i transiti, come ultimo ma non per questo meno degli altri Lipari Service, che come dice il nome stesso offre servizi di vendita ricambi e assistenza motori fuori bordo. Ma il vero porto turistico di Lipari è Pignataro con molo frangi frutti dove vi è la possibilità di permanere con tutti i tempi, all’interno la gestione dei due pontili è in mano a Giovanni e Angela per quanto riguarda il pontile principale, l’altro invece è la Società Eolmare con il titolare Luca. Questi i servizi legati al paese per la visita serale o per rifugiarsi con tempi brutti provenienti dal terzo e quarto quadrante. Ma intorno a tutta l’isola sono i molti ancoraggi in baie naturali arricchite da grotte marine, faraglioni e scogliere mozzafiato a renderla unica. Infatti ad ovest di Lipari ci sono dei luoghi come Valle Muria, dove si respira un’atmosfera particolare, qua a dirittura ci vive Attila un eremita che da venti anni ha deciso di vivere in solitario, prima con il suo cane, ma da quando è morto è rimasto completamente solo su questa spiaggia fantastica non raggiungibile via terra, che si affaccia verso i tramonti più belli delle Eolie.  

Isola di Vulcano, due pontili galleggianti che porti sicuri non si possono definire, anche qua  in questa Baia di Levante cos’ chiamata perché aperta ed est ha traversie dal primo e secondo quadrante, il campo boe è presente sempre davanti al paese principale tra i due pontili. Ma qua quando il tempo è brutto si va sull’altro lato con ancoraggio sicuro nella Baia di Ponente, solo ancora ma in cinque metri d’acqua con fondo sabbioso, se non è agosto la baia è praticabile, nei periodi caldi diventa una trappola per le troppe barche e gli ancoraggi spesso fatti non in modo esperto possono diventare pericolosi quando le ancore spedano. Intorno all’isola tantissimi siti jurassici di baie incontaminate dall’aspetto preistorico e naturalmente vulcanico. Grotte e scogliere particolari sono visibili una dietro l’altra, come la Grotta del Cavallo, le Piscine di Venere, Gelso ed il suo romanticissimo Faro punto più a sud di tutto l’arcipelago eoliano. Davanti a Gelso c’è la possibilità di ancorare in due baie, di fianco anche Cannitello offre un fondale generoso. Un ristorante ed un piccolo bar in spiaggia sono due luoghi caratteristici da visitare. Anche la piccola Cappella dietro il pontile per emergenze  di evacuazione dell’isola è un piccolo gioiello di questo angolo nascosto e poco turistico.

Panarea la più piccola di tutte come isola, in realtà offre moltissimi ancoraggi ed almeno tre campi boe gestiti da famiglie dell’isola, Enzino e Marco papà e figlio che hanno il campo boe a nord del pontile sono i più organizzati di tutti, offrono un servizio h24 di gommo taxi dalle barche per il paese e ritorno compreso nel prezzo della boa. Dietro l’isola allo Scoglio Nave una baia bellissima permette di fare dei bagni stupendi, ancoraggio non valido per la notte ma da non perdere. Altri fantastici ancoraggi sono nelle tante isolette e scogli davanti al paese, Dattilo, I Panarelli, Lisca Nera e Lisca Bianca dove vi è un’attività vulcanica sottomarina sono ancoraggi diurni, oppure si dorme con tempo molto bello. Si da fondo in fondi che non superano i dieci metri, spesso pietra e alga posidonia. Basiluzzo l’isolotto più grande in assoluto davanti a Panarea offre due ancoraggi, ad est, fantastici ma sempre solo per bagni diurni. A sud ovest dell’isola baie come Zimmari e Cala Junco offrono ancoraggi validi per la notte e sono riparate dai venti del quarto e primo quadrante, fondali di sabbia e posidonia, da qua con una passeggiata di circa venti minuti, molto panoramica si arriva al paese anche senza l’uso del gommone.

Nel prossimo articolo parleremo di servizi, ancoraggi e baie delle altre isole come Stromboli, Salina, Filicudi e Alicudi. Ogni isola potrà stupirvi e raccontandosi vi farà capire quanto sia facile poter navigare alle Eolie in sicurezza… Buon vento!!   

Combinazioni Isole Eolie.

Isole Eolie in Barca a Vela.

La Canna, Filicudi.

Il viaggio alle Isole Eolie è sinonimo di crociera, crociera è sinonimo di barca a vela e barca a vela di libertà. Quale miglior combinazione per una vacanza all’insegna del relax, delle attività balneari praticate direttamente da sopra a questi scafi spinti dal vento, che trasportano cose e persone da un’isola all’altra, attraversando stretti, golfi ed ancorando in baie protette da acque cristalline ti permetono di vivere la naturale bellezza di queste isole. Le Isole Eolie sono anche ben descritte in un libro che le racconta per il loro preistorico aspetto, il titolo “Il Mar di Pietra” dice già molto su come si presentano al turista che sbarca in questo mondo primordiale dai molteplici aspetti. Infatti queste isole hanno la capacità di farti vivere momenti di completa immersione nel mondo della natura, quella spesso più selvaggia, dove il verde diventa il colore di tutto ciò che ti circonda e questo verde lo ammiri magari proprio mentre ti trovi sul crinale di un vulcano, che in questo caso non è spento, ma attivo, come lo Stromboli che si fa sentire ogni dieci, venti minuti con eruzione esplosive. L’aspetto selvaggio di queste isole lo si può apprezzare anche in posti vicino al mare, scogliere a picco e faraglioni come ad ovest di Lipari e la limitrofe Valle Muria, dove a proposito di vita selvaggia qua possiamo trovare Attila, che vi abita da circa venti in completa solitudine. Un personaggio unico, un uomo che ha scelto di vivere da eremita per perdere la sua pazzia. Costruitosi una rudimentale abitazione, mista tra legno, muratura e foglie di palma, si è reso indipendente con pannelli solari e batterie, ha una piccola officina, una camera da letto con tetto in cemento armato per ripararsi dalle famose e frequenti frane sulla spiaggia di Valle Muria, un piccolo orto, la guest house e un bellissimo patio in legno e foglie di palma come terrazza sul mare dove spesso ospita turisti per cene a base di pesce. Si perché le Isole Eolie riescono anche ad evadere in qualche caso a quelle che sono le normative e far si che personaggi come Attila diventino se pur in modo abusivo un riferimento turistico, dove si parla di lui e solo con il passa parola si entra a conoscenza di un posto unico, che sinceramente quando ci arrivi, solo e rigorosamente via mare, la sensazione che ti assale è un misto tra esistenza selvaggia, malinconia e un pizzico di tristezza di fronte a tanta libertà accompagnata dalla solitudine di quest’uomo, soprattutto da quando un paio di anni fa il suo cane con omonimo nome  Attila Cane è morto per la vecchiaia.    

Lipari e Vulcano.

Ma le Isole Eolie, hanno migliaia di angoli dove si può sedersi e sentirsi catapultati in un epoca lontana, isole come Filicudi ed Alicudi sono rimaste ferme nel tempo, infatti non solo è possibile sentirsi in epoca giurassica soprattutto quando si fanno escursioni fuori dei piccoli paesi, ma anche quando si è in mezzo alle case ed alle persone si percepisce quanto qua il tempo sia rimasto fermo, basta considerare che ad Alicudi sino a venti anni fa ancora non vi era l’energia elettrica.

Basta però ancorare davanti al Raya, Isola di Panarea per capire quanto in un attimo questi posti possono diventare mondani e pieni di movida. Al di la delle discoteche notturne a Panarea si respira anche un’ottimo aria di aperitivi in una atmosfera di candele che sostituiscono l’illuminazione stradale creando una luce calda nei vicoli che trasmette romanticismo e calore, sia mentre si passeggia che mentre si sosta su queste panoramiche terrazze eoliane per sorseggiare l’aperitivo prima della cena. Locali come il The Bridge, Banacalì e Raya offrono un ottimo servizio in location ineguagliabili.

Quando arrivai su queste isole per la prima volta,  non riuscii da subito a darli la giusta interpretazione, perchè esse devono essere scoperte lentamente, tanti sono i luoghi ed i siti nascosti, e solo dopo anni di navigazione in questi isole che si è creata un’approfondita conoscenza, grazie anche alla nascita di tante amicizie con persone locali, che operano nel turismo, ma anche semplicemente che vivono qua, oggi possiamo dire di essere in grado di far vedere ai nostri ospiti in una settimana di crociera, la nostra classica, veramente il meglio di questo arcipelago eoliano. Tanto è vero che gli ospiti finita la navigazione settimanale e la scoperta delle isole, tornano a casa con gli occhi pieni di luce, colori e sapori di questa terra e spesso alle Eolie si torna proprio perché ci se ne innamora nel modo più spontaneo e naturale, le Isole Eolie sono sinonimo di Estate.

Tramonto Isole Eolie.

Arrivare alle Eolie può sembrare complicato, in realtà ci sono voli da tutta Italia per Catania, anche low cost e una volta atterrati i bus navetta di varie compagnie trasportano i turisti sino a Milazzo, lasciandoli al porto davanti agli aliscafi in partenza. Mezz’ora, quaranta minuti di navigazione e si arriva a Lipari, la prima e la più grande delle Isole. Una alternativa potrebbe essere un collegamento che c’è tra Lipari e Napoli via mare, sempre aliscafo della Snav in partenza tutti i giorni da Mergellina, arriva a Stromboli, poi prosegue tutto il tuor delle varie fermate, quindi Panarea, poi Salina e Vulcano, in fine approda a Lipari dove rimane fermo per la notte con ripartenza sempre per Mergellina la mattina successiva. Anche da Palermo nel periodo che va da giugno a settembre aggiungono una corsa di aliscafo sino a Lipari, tutti i giorni. Quindi si può atterrare a Punta Raisi di Palermo ed arriva sempre via mare a Lipari via Palermo.

Probabilmente un viaggio con qualche cambio di mezzi, ma proprio perché queste isole devono essere conquistate lentamente e non si viene catapultati dalla città, ma ci si avvicina lentamente ad una metà dove è necessario il tempo di ambientamento. Arrivare alle Eolie significa immergersi in mondo che rallenta, dove lo sciacquettio del mare sta al posto del tic toc dell’orologio, dove è la luce del sole a dare il ritmo della quotidianità e dove sono le parole sussurrate dai vulcani a farti capire che sei in posto speciale…