Isole Eolie in barca a Vela.

La Navigazione alle Isole Eolie è sempre stata considerata dai velisti della nostra epoca insidiosa, questo pensiero errato è dato da alcuni fattori importanti ma ben risolvibili con la conoscenza del territorio marino e terrestre. Uno dei principali motivi sono i fondali spesso profondi anche a ridosso della costa, il secondo è l’assenza dei porti, ve ne sono due per sette Isole, ovvero Pignataro a Lipari e Porto delle Eolie a Salina, il resto sono solo pontili galleggianti installati provvisoriamente nel periodo estivo, ma da non considerare porti sicuri. Altre soluzioni sono i campi boe, dove il gavitello sostituisce l’ancora, ma anche in questo caso solo in situazioni di tempo buono. La navigazione e la conoscenza creatasi in questi anni di navigazione alle Eolie per le nostre proposte di crociera ha fatto si che scoprissimo i dettagli di queste isole, che si sono trasformati in comodità, praticità. Infatti esistono ancoraggi sicuri con tutti i venti, anche di burrasca, esistono possibilità di navigare in sicurezza senza mai rinunciare alla visita dei luoghi ed agli ancoraggi più suggestivi. Vorrei parlarvi di quelle che sono le possibilità per i diportisti di arrivare su qualsiasi isola delle Eolie e goderne al massimo sfruttando le baie per i bagni diurni, sino agli ancoraggi più sicuri per la notte o con tempo brutto.

Partiamo da Lipari l’isola maggiore, il paese che prende il nome dell’isola offre diverse soluzione, infatti al di la del molo degli aliscafi che non è praticabile per le imbarcazioni da diporto ne tanto meno con venti del primo e secondo quadrante, vi sono lungo la passeggiata di Marina Lunga una serie di pontili galleggianti installati nel periodo estivo che offrono ormeggio, acqua e luce a natanti e imbarcazioni sino a quaranta metri di lunghezza. Questi pontili a conduzione familiare si distinguono con nomi diversi: il primo che si incontra il più a sud, quindi lato paese è La Buona Fonda, dopodiché salendo di pochi metri a nord troviamo Yacht Harbour pontile specializzato per ospitare grandi Yacht a motore, a seguire Pontile Portosalvo uno dei più attrezzati anche per il noleggio di piccole barche e gommoni oltre ai posti barca per ospitare i transiti, come ultimo ma non per questo meno degli altri Lipari Service, che come dice il nome stesso offre servizi di vendita ricambi e assistenza motori fuori bordo. Ma il vero porto turistico di Lipari è Pignataro con molo frangi frutti dove vi è la possibilità di permanere con tutti i tempi, all’interno la gestione dei due pontili è in mano a Giovanni e Angela per quanto riguarda il pontile principale, l’altro invece è la Società Eolmare con il titolare Luca. Questi i servizi legati al paese per la visita serale o per rifugiarsi con tempi brutti provenienti dal terzo e quarto quadrante. Ma intorno a tutta l’isola sono i molti ancoraggi in baie naturali arricchite da grotte marine, faraglioni e scogliere mozzafiato a renderla unica. Infatti ad ovest di Lipari ci sono dei luoghi come Valle Muria, dove si respira un’atmosfera particolare, qua a dirittura ci vive Attila un eremita che da venti anni ha deciso di vivere in solitario, prima con il suo cane, ma da quando è morto è rimasto completamente solo su questa spiaggia fantastica non raggiungibile via terra, che si affaccia verso i tramonti più belli delle Eolie.  

Isola di Vulcano, due pontili galleggianti che porti sicuri non si possono definire, anche qua  in questa Baia di Levante cos’ chiamata perché aperta ed est ha traversie dal primo e secondo quadrante, il campo boe è presente sempre davanti al paese principale tra i due pontili. Ma qua quando il tempo è brutto si va sull’altro lato con ancoraggio sicuro nella Baia di Ponente, solo ancora ma in cinque metri d’acqua con fondo sabbioso, se non è agosto la baia è praticabile, nei periodi caldi diventa una trappola per le troppe barche e gli ancoraggi spesso fatti non in modo esperto possono diventare pericolosi quando le ancore spedano. Intorno all’isola tantissimi siti jurassici di baie incontaminate dall’aspetto preistorico e naturalmente vulcanico. Grotte e scogliere particolari sono visibili una dietro l’altra, come la Grotta del Cavallo, le Piscine di Venere, Gelso ed il suo romanticissimo Faro punto più a sud di tutto l’arcipelago eoliano. Davanti a Gelso c’è la possibilità di ancorare in due baie, di fianco anche Cannitello offre un fondale generoso. Un ristorante ed un piccolo bar in spiaggia sono due luoghi caratteristici da visitare. Anche la piccola Cappella dietro il pontile per emergenze  di evacuazione dell’isola è un piccolo gioiello di questo angolo nascosto e poco turistico.

Panarea la più piccola di tutte come isola, in realtà offre moltissimi ancoraggi ed almeno tre campi boe gestiti da famiglie dell’isola, Enzino e Marco papà e figlio che hanno il campo boe a nord del pontile sono i più organizzati di tutti, offrono un servizio h24 di gommo taxi dalle barche per il paese e ritorno compreso nel prezzo della boa. Dietro l’isola allo Scoglio Nave una baia bellissima permette di fare dei bagni stupendi, ancoraggio non valido per la notte ma da non perdere. Altri fantastici ancoraggi sono nelle tante isolette e scogli davanti al paese, Dattilo, I Panarelli, Lisca Nera e Lisca Bianca dove vi è un’attività vulcanica sottomarina sono ancoraggi diurni, oppure si dorme con tempo molto bello. Si da fondo in fondi che non superano i dieci metri, spesso pietra e alga posidonia. Basiluzzo l’isolotto più grande in assoluto davanti a Panarea offre due ancoraggi, ad est, fantastici ma sempre solo per bagni diurni. A sud ovest dell’isola baie come Zimmari e Cala Junco offrono ancoraggi validi per la notte e sono riparate dai venti del quarto e primo quadrante, fondali di sabbia e posidonia, da qua con una passeggiata di circa venti minuti, molto panoramica si arriva al paese anche senza l’uso del gommone.

Nel prossimo articolo parleremo di servizi, ancoraggi e baie delle altre isole come Stromboli, Salina, Filicudi e Alicudi. Ogni isola potrà stupirvi e raccontandosi vi farà capire quanto sia facile poter navigare alle Eolie in sicurezza… Buon vento!!   

Economia delle Isole Eolie

Lo sviluppo delle Isole Eolie

Poche parole bastano a trasmettere il forte richiamo delle Isole Eolie, ieri come oggi grandi viaggiatori famosi quali Dumas, Houel, Guy De Maupassant, De Dolomieu, e l’Arciduca Luigi Salvatore D’Austria, hanno visitato luoghi e studiato l’economia locale, le tradizioni ed i costumi dandone un resoconto puntuale in opere anche importanti come quella dell’Arciduca D’Austria.

Le Eolie sono Isole Vulcaniche nate dalla presenza attiva dei quatto elementi, aria, acqua, terra e fuoco. Emersero dal mare durante il pleistocene e da allora hanno più volte preso e mutato forma. 

Filicudi remota

Le Eolie, intorno al 1880, vivono un momento di grande sviluppo economico e demografico. Agricoltura e pesca tradizionalmente assorbono gran parte della manodopera, ciononostante le flotte mercantili di Lipari, contano più di 200 legni tra “Paranzieddi”, “Bovi”, “Marticane”,  e “Briantini” assicurando i collegamenti con Napoli, Milazzo, Reggio Calabria e Capo D’Orlando. E’ il successo della Malvasia che traina il commercio di tutti gli altri prodotti locali, in special modo i capperi richiesti in tutto il Mediterraneo.

A Lipari inizia l’attività di escavazione della pomice e a Vulcano si intensifica quella dell’allume e dello zolfo. Pochi anni dopo però un micidiale parassita la “Fillossera” distrugge i vitigni che producono uva da Malvasia, le aziende che producevano questo passito falliscono, ed in più la ferrovia che viene costruita tra Napoli e Reggio Calabria toglie il monopolio dei trasporti marittimi alle Isole Eolie.

Corsi e ricorsi storici: si ripete il declino economico delle Eolie come avvenne millenni prima quando, l’ossidiana qui prodotta, fu sostituita dal bronzo. Cominciano i flussi migratori verso paesi esteri lontani, che in decenni decimarono la popolazione eoliana.

A Panarea la popolazione si riduce da più mille persone a trecento abitanti, a Lipari da dodicimila e ottomila, a Salina da novemila a quattromila, a Stromboli da cinquemila a quattrocento, ad Alicudi da milleduecento a centocinquanta, a Filicudi il fenomeno incide più che su ogni altra isola da duemilacinquecento a duecento.

Vista del Museo Archeologico, Eolie.

Nel secondo dopoguerra, pur in una situazione precaria si cerca di aiutare l’agricoltura, con la costruzione di bacini per il contenimento di acqua per combattere i periodi di siccità e di incrementare la flotta dei pescherecci che diventa la seconda potenza in Sicilia. Per chi rimane si intravedono nuove possibilità di lavoro con il nascere del turismo che, incuriosito da film che hanno avuto grande risonanza (Stromboli con Ingrid Bergman e Vulcano con Anna Magnani), scopre il fascino di queste isole vulcaniche e selvagge. Vengono alla luce importanti ritrovamenti archeologici, e grazie alla volontà ed al coraggio del Professor Bernabò Brea e della Signora Cavalier, si avvia la realizzazione del Museo Eoliano: un vanto per tutti gli Eoliani perché i reperti sottomarini, i vasi di ceramica, i monili, i sarcofaghi, le maschere testimoniano l’importanza svolta per millenni dalle Eolie nel Mediterraneo.

Cave della Pomice, Lipari.

Riprende l’estrazione della pomice che negli anni 70 occupa circa duecento addetti. Il turismo contribuisce a migliorare l’economia, nascono i primi alberghi e ristoranti e si restaurano le case da affittare in estate. I turisti italiani acquistano spesso a basso prezzo, terreni e case lasciate dagli emigranti, ristrutturando le abitazioni come residenze di villeggiatura. Negli anni 70/80 pur in presenza di notevoli risorse finanziarie, talvolta frutto di clientelismo, si ha una incapacità di progettazione ed interventi pubblici per lo sviluppo del turismo. Si accoglia la contingenza economica positiva e ci si accontenta, supponendo che il trend non finirà più.

Così si arriva ai nostri giorni ed alla riduzione di risorse pubbliche si accompagnano gravi squilibri economici. Le analisi e le preoccupazioni per l’attuale situazione economica sono affiancate dai tentativi e dai progetti per assicurare sviluppo alle nostre isole. In sintesi l’adozione di un “piano paesistico” quale strumento di programmazione territoriale, lo sviluppo di nuove attività produttive, con investimenti nella maricultura (allevamento di pesce marino in vasche direttamente  a mare) e lo svolgimento di corsi di formazione a Lipari per tecnici di impianti di maricultura per avviare i giovani a questo nuovo modo di attività produttiva, i progetti di altri corsi per i servi portuali, sono alcune delle iniziative intraprese.

Ritrovamento di Anfore Anmtiche.
Museo di Lipari.

Nel settore agricolo, con l’intervento delle risorse comunitarie, sono stati redatti progetti per recuperare e rilanciare prodotti tipici eoliani come Malvasia, Capperi, e uva passa e per creare un centro servizi promotore del turismo nelle isole minori della Sicilia.

L’impegno è svolto nel creare la prima cantina sperimentale delle Eolie ed a incrementare il turismo termale, naturalistico e culturale.

“(Appresso a l’Insula de Liparj per ponente un miglio vi è un’altra insula chiamata le Saline dove sono bellissime vigne non da uve per far vino ma sollo da far zibibbi, dove se ne fan en grandissima quantità, de li quali li mercanti ne portano sino a Costantinopoli)” Chi scrive è l’abate Gerolamo Maurando che, giunto nell’arcipelago a seguito del pirata Ariadeno Barbarossa nell’estate del 1544 ci da preziosissima testimonianza di una florida attività economica a Salina, probabilmente sin dal basso Medioevo.

Museo Archeologico Isola di Lipari.

Si è iniziato a dare una nuova immagine alle Eolie con la manifestazione culturale del Constitum, ovvero la celebrazione dei  novecento anni dalla nascita “Communitas Eoliana” che ha richiamato l’attenzione nazionale ed internazionale sulle Isole Eolie.

Si investe oggi guardando al domani, per rendere più accoglienti le nostre isole e migliorarne le condizioni di vivibilità, per creare sviluppo affinché nessuno sia più costretto ad abbandonare la propria terra.

“Cercavamo un posto dove  vivere una vita tranquilla, lontana dal caos, dalle sirene impazzite, dalle auto in coda, dagli assalti ai semafori, dalla gente inferocita. Cercavamo un posto diove poter sorridere al nostro prossimo anziché averne paura, senza dover duellare per avere un parcheggio, un luogo dove la nostra casa continuasse dopo il cancello. E cercavamo il mare, il solo, il profumo, il silenzio. Tutto questo per continuare ad essere noi stessi. Siamo allora partiti per paesi lontani. Abbiamo visto, provato ed alla fine il nostro esotismo si è realizzato, indovinate un po’… dietro l’angolo di casa a Filicudi, piccola magica isola, nell’Arcipelago delle Eolie. E qui viviamo e vogliamo offrire a chi ha i nostri stessi desideri la possibilità di vivere questa atmosfera” (Gisella e Aldo Ardizzone).

Panarea, mare da scoprire e terra da vivere!

Panarea mix d’eccezione !!

Un transatlantico, uno yatch, una barca di proprietà o a nolo, una a remi, un guscio di noce o meglio, un gommone sono indispensabili per partire alla scoperta di questo mare incantato. Perché qualunque cosa abbiate o scegliate, il periplo dell’isola merita una mansione a sé in questo viaggio alla scoperta delle Isole Eolie. Ogni giorno a porto San Pietro, agenzie di escursioni locali o di charter proveniente da Lipari vi aspettano per affittare le loro imbarcazioni e per portarvi in alcuni dei siti più belli di questo arcipelago dove il mare cristallino incontra le esalazioni sulfuree del fondo marino che ci fanno immergere in un mare di bolle in movimento continuo. Lisca Bianca, Basiluzzo, Cala Junco oppure il giro dell’isole se ne avete il tempo: attorno a Panarea il paesaggio marino e di costa e da togliere il fiato e tanti piccoli isolotti dalle forme improbabili e dal verde lussureggiante si stagliano all’orizzonte anticipando la vista delle Stromboli a miglia di distanza. Ciò che più attira l’attenzione di Panarea e che forse la differenzia da tutte le altre isole dell’arcipelago delle Isole Eolie è sicuramente la quantità di piccoli isolotti e scogli antistanti il porto. Non dimenticando maschera e pinna, è d’obbligo far rotta a Lisca Bianca e alla sua deliziosa spiaggetta. Bianca dal colore della roccia dovuto alla presenza fin dai tempi antichi delle fumarole, bolle gassose o solforose che per millenni sono state in attività esattamente come lo sono ancora oggi…è come immergersi in un’acqua che ha il peso dell’antichità sulle spalle ma che si mantiene perfetta, cristallina e pura nonostante l’età! Le fumarole sono ancora visibile sott’acqua, sia nella punta occidentale a 5 mt di profondità, sia nell’area compresa tra Dattilo, Bottaro e Lisca Bianca, a 20 metri circa con centinaia di colonne di bollicine. E’ qui che è localizzato il cratere nato dall’ultima attività vulcanica. L’isola di Panarea, gli isolotti ed i bassi fondali che la circondano sono ciò che rimane della grandiosa attività vulcanica caratterizzata dalla presenza di numerose bocche eruttive, per lo più oggi sommerse. Questa piattaforma sottomarina , trovandosi ad una profondità di circa 50 metri, fa si che i bellissimi fondali siano accessibili e che l’acqua sia trasparente e chiara per le immersioni fino a profondità dove altrove si brancolerebbe nel buio.. Dattilo invece si differenzia dalle altre per la sua forme piramidale ed ai suoi fianchi si trovano alcune caverne con zolfo e allume cristallizzato. Le Guglie sono i particolari e slanciati scogli minori che lo fiancheggiano. L’isola di Basiluzzo e lo scoglio Spinazzola meritano una gita di una giornata se potete per le sorprese che riservano. L’isola dista da Panarea circa 3,5 chilometri ed ha la forma di una cupola con le pareti a picco sul mare. Si notano le stratificazioni  sovrapposte delle varie colate laviche che si sono avvicendate negli anni, alcune a bande chiare ed altre più antiche e scure formate da ossidiana. Le coste assumono le forme più strane e bizzarre e le coste diventano inaccessibili. Vi è solo uno scalo naturale in prossimità della punta di levante, dal quale è appena visibile un sentiero che conduce fino ad uno spiazzo…ammesso che riusciate ad arrivarci! Dalla cima a circa 165 metri sul livello del mare si gode appieno della vista sia di Panarea che di Stromboli. I resti di una Villa Romana con tracce di pavimento a mosaico, intonaci colorati, una costruzione sottoterra a botte ed una darsena di epoca romana, oggi a sette metri sott’acqua, testimoniano che già 2000 anni fa il luogo era la residenza di un magnate di “sesterzi”.

Oggi l’isola è disabitata, ma per secoli i tre ettari di superficie sono stati coltivati a cereali. A Spinazzola invece, scoglio totalmente inaccessibile, si trova una colonia di palme nane unica nel suo genere in tutta Europa. Il giro dell’isola con un  natante consente, superato in senso antiorario lo scalo di Iditella e la spiaggia della Calcara, di visitare il versante occidentale, altrimenti non raggiungibile a piedi. Procedendo si incontrano Punta Palisi, la grotta del Tabacco ed infine una grande parete a strapiombo con l’antistante Scoglio Pietra della Nave, paradiso dei sub: quel che rimane di un antico cratere. Passiamo davanti a Punta Scritta dove si tramanda vi fossero delle iscrizioni, forse di pirati saraceni. Di qui in avanti pareti a strapiombo, prismi basaltici, colate laviche sovrapposte. A punta Muzza vi è la maestosa parete di Costa del Capraio, che arriva sino al mare. Arriviamo quindi all’emozionante Cala Junco, alla Cala del Morto e alla Calette degli Zimmari sempre molto affollata in agosto, all’insenatura di Drautto, a pUnto Torsione e a Punta Peppemaria e quindi saremo di nuovo al Porto di San Pietro. Se vi rimane un po’ di tempo da dedicare allo shopping, la boutique del Raya Club vi stupirà con i suoi tessuti variopinti, i pareo realizzati in Indonesia, l’artigianato ed i pezzi di antiquariato; la boutique Look and Buy con i suoi abiti alla foggia di Panarea; la boutique Scarfi per sandali fatti a mano su misura ed abbigliamento; Paguro per arredamento etnico per esterni ed interni, Bouganville con gli articoli in stile Panarea. Cocchi e Cenci ed in Vecchio Magazzino con le loro ceramiche pregiate, Pucci con i suoi tessuti decorati, Biddikkia con il suo abbigliamento chic ed i suoi abiti ricercati.