Isole Eolie l’amore di una vita!

Fuggire… restare per sempre!

Mi piacerebbe riportarvi quello che di queste sette isole sorelle, le isole Eolie, scrive Alberto Santo Bevitore e della passione che lo anima pensando a loro.

“Due temi apparentemente in contrasto, ma nonostante ciò, quando l’editore mi propose di esprimere le mie sensazioni pensai che in fondo in ognuno di noi coesistono sentimenti contrastanti. Spesso mi son detto “Adesso basta, vado via!”. Poi dopo poco tempo ho trovato molte ragioni per rimanere. Mi venne subito in mente il paragone con il paradiso e l’inferno. Tu puoi aprire la porta del paradiso o quella dell’inferno e la dietro troverai, probabilmente, un unico Mondo, la tavolozza di tutti i colori, tutte le sfumature, ogni domanda o risposta, oppure soltanto un riflesso di te stesso. Tra barche a vela ed imbarchi che vengono dal nord, trasportato dai venti, realizzai finalmente il sogno giovanile, desiderato a lungo: vivere su un’isola. Un guasto al motore e poi il grande amore suggellarono il mio destino e così restai. Un piede in mare e l’altro a terra, iniziai ad essere affascinato dall’Arcipelago delle Isole Eolie e dalla sua varietà. Un mare inconoscibile altrove quello delle Eolie non esattamente per incomparabilità di bellezza, ma per la purezza e la selvatichezza del loro essere. La barca a vela durante una crociera per i più fortunati il solo modo per coglierne appieno gli angoli più bui.  A nord Stromboli con l’emozione di essere su un vulcano attivo che ti invita continuamente alla riflessione, a porti delle domande sulla vita e sul tempo. Una salita al cratere che da sola vale un viaggio. I crateri sommitali di un vulcano che “ruggisce” ad ogni ora del giorno, sono meta di un turismo rispettoso che in pochi altri luoghi al Mondo trovi, quasi che a questo essere si dovesse una riverenza pari a quella di un Dio. A sud Gelso con il lieve fruscio dei fasci di canne che si estendono sulle morbide forme del pendio, giù verso il faro; un semicerchio dove gli alberi galleggianti delle barche a vela ormeggiate alla fonda sembrano al calar del sole mille lucciole sospese tra la terra ed il cielo. Ad Ovest Alicudi l’isola degli innamorati e dei post hippies. La grande storia, i venti turbolenti e le rughe sui volti tengono unito questo piccolo mondo isolato dal resto del Mondo più grande. Alla domanda postami da tanti miei amici stranieri, “Qual è la più bella delle sette Isole Eolie?” dopo tanti anni passati qui amandole tutte devo necessariamente dare una risposta. Ma come faccio…se ne nominassi una, le altre si offenderebbero poiché ognuna porta dentro di sé un particolare momento della mia vita che è impresso in questa sabbia nera come indelebile. Quindi rispondo “Tutte, poiché ognuna di esse corrisponde ad un particolare mio stato d’animo”. Non sono dunque soltanto le indimenticabili vedute dei faraglioni, dei coni delle altre isole o dell’Etna all’orizzonte coperto nei mesi invernali di neve.; non è solo il mare blu immenso come un giardino davanti alla porta di casa, nel quale si riflettono migliaia di diamanti; il sole del sud, lo stellato cielo mediterraneo, gli aromi del basilico e della ginestra, il cromatismo della lava e dello zolfo; le tracce delle culture dei popoli che si spinsero su queste isole. Tutto questo lo trovi anche altrove nel mondo, ma vi è qualcosa di magico, di inspiegabile, di incomprensibile che queste isole hanno in sé ed io credo che se ciò si potesse spiegare o comprenderne la magia, avrebbero perso molto del loro fascino.

……Voglio fuggire…voglio restare….

Se solo pensassi agli altri aspetti, ai rapporti con la gente, alle solitudini spirituali, alle difficoltà di collegamento, alle opere incompiute, al clientelismo, ai mille problemi grandi e piccoli che ha una comunità isolana…

Oggi vive del suo patrimonio naturale che reca un turismo a volte deleterio, ma solo a volte…e domani…?

Voglio restare…voglio fuggire…

Io fuggo. No…io resto per sempre!”

Al di là della loro posizione geografica che le vede piantate nel cuore del basso tirreno, le Eolie “esistono” in chiave essenzialmente mitologica. Per gli antichi sicuramente il fatto stesso che i “cocci” di pesanti scogli sfidando le leggi della natura, potessero in qualche modo galleggiare sull’acqua, era argomento degno di interpretazioni divine. Questo concetto spiegherebbe il perché gli dei avessero poggiato i loro calcagni su queste isole adibendole a perenne dimora. Si pensi ad Eolo, a Marte, alla stessa Diana cacciatrice o Nettuno. Dei che proprio qui assaporarono la mistura degli elementi naturali: il fuoco, l’aria, l’acqua. Come dire l’humus del genere umano: ingredienti sostanziali sostanziali per la stessa magia. Storici, poeti, naviganti, sognatori alle Eolie hanno dedicato almeno un verso di accenno e come può essere questo un caso?? In essi, fra questi narratori senza tempo, fu evidente la consapevolezza che le Eolie erano, e sono, sintesi dell’inconscio collettivo. Un inconscio che mira all’immortalità così come immortali sono gli Dei e la storia ed i luoghi di queste isole che rimangono stampati nella memoria del cuore. Accantonato Ulisse che per recuperare il suo “IO”, abbandonato ad Itaca deve, per gli “occhi” di Omero, transitare in queste isole; e superata anche Circe, vestale di Filicudi, laddove le donne oltre a possedere il dono dell’ubiquità usano stipulare un patto con la Luna determinando il sesso del nascituro, la mitologia delle isole Eolie recita financo Atlantide. Quello splendore architettonico e di civiltà progredita scomparve improvvisamente e quasi certamente qui alle Isole Eolie per una catastrofe di dimensioni inimmaginabili. Ma in questo caso Atlantide, sede dell’oblio, potrebbe rappresentare una proiezione collettiva ancestrale: nessuno sinora è riuscito a documentare la sua esistenza se non nel bisogno di perfezione e dominio. Eppure studi condotti pochi anni addietro da un ricercatore russo, prevederebbero che, se Atlantide, esiste,  sarebbe scomparsa, inghiottita dal mare scavato da esplosioni crateriche, proprio nelle Eolie. In un triangolo, alla base della piattaforma di settanta chilometri quadrati tra Lipari, Salina e Panarea, sarebbero evidenti i resti di quel cataclisma. Teoria fantastica? Possibile! Ed è anche fuori dubbio che un continente, pue se minuscolo come Atlantide, inabissandosi da un alba all’altra senza lasciare alcuna traccia, debba essere scomparso dove “terra trema piegata da viscere infiammate restituite poi agli abissi di pioggia salata…” Siamo alle isole Eolie allora, non ci sarebbe più alcun dubbio …o almeno a noi appassionati di queste sette meraviglie piace pensare così.

Panarea, Eolie Island, bianca di giorno, mondana e candele di notte…

Panarea. Oggi, Una Signora Isola.

La più piccola delle Isole Eolie, ma per fascino e bellezza davvero unica nel suo genere. L’evoluzione di Panarea in questi ultimi anni da isola elitaria e snob a Paradiso per tutti i tipi di vacanza è stata fortissima ed ha investito l’isola di un’aria nuova e più rilassata per alcuni versi .Ogni volta che una nave o un aliscafo giunge al molo del piccolo porto di San Pietro, si ripete un rituale. Centinaia di persone, tra villeggianti ed abitanti, sono lì per vedere chi arriva o per salutare chi parte. Si ha la sensazione di conoscersi un po’ tutti, anche perché ci si incontra più volte al giorno per le stradine dell’isola, percorribili solo a piedi (le auto, pensate, sono bandite!) o con “moto-ape” utilizzate per il trasporto dei bagagli. L’isola è meta di un turismo affascinato, a volte più silenzioso se si tratta di famiglia altre volte meno al calar della sera, ma sicuramente un turista attento quello che arriva a Panarea che sa di doverne rispettare i tempi e le esigenze…qui gli eoliani sono più esigenti che altrove ed il rispetto degli habitat naturali di Panarea è assoluto, così come lo è il silenzio. I turisti hanno anche, negli ultimi trent’anni, acquistato dagli abitanti terreni e ristrutturato vecchi ruderi, con cura particolare ma all’inizio in maniera indiscriminata. Recentemente invece quel “quid pluris” che caratterizza le abitazione delle Isole eolie, i loro colori ed il loro paesaggio circostante sono tornati a predominare. Lo stile Eoliano fin dai tempi antichi era caratterizzato dalla purezza delle linee e dall’essenzialità delle forme, grande economia di mezzi e dall’uso di materiali reperibili in gran parte sul luogo. L’elemento più tipico, il bianco, è invece relativamente più recente: in tempi antichi le pareti rimanevano senza intonaco, sia per una questione di risparmio sia per mimetizzarsi agli occhi dei pirati che infestavano a flotte queste acque. Tanto è vero che una delle contrade prenderà il nome dal temuto Pirata Draugh, che qui era solito ormeggiare le sue navi. Panarea deve il suo nome alle caratteristiche fisiche del terreno – Panaria ( tutta sconnessa) – che consentono comunque delle piacevolissime passeggiate tra hibiscus, piante di capperi e buganville, con lo sguardo sugli splendidi isolotti che le fanno da cornice: Basiluzzo, Dattero, Bottaro, Lisca Bianca, Lisca Nera, le Formiche, I Panarelli ed in lontananza Stromboli. Anticamente era chiamata Euonymos, testualmente “quella che sta alla sinistra” ovvero alla sinistra dei naviganti che da Lipari si dirigevano in Sicilia. eolie verde spazi sabbia e scordi panoramici eolieA monte del porto inizia la contrada di San Pietro, una miriade di casette  bianche disposte a semicerchio una accanto all’altra ed incastonate in una variopinta natura. Salendo sulla sinistra verso sud, una stradina porta in trenta minuti al villaggio preistorico di Cala Junco. Il viottolo si snoda ripido tra le abitazioni, passando accanto alla nuova chiesa di San Pietro con il suo pregevole mosaico e la terrazza da cui si gode di un panorama mozzafiato. Sotto il sagrato della chiesa ha sede la sezione distaccata del Museo Archeologico Eoliano che espone pregevoli reperti di epoca preistorica e classica di archeologia sottomarina. Si svolta a sinistra e dopo un tratto pianeggiante si oltrepassa l’abitato di Drautto, costeggiando la sua baia. In questo tratto si notano le cosiddette “spine” grandi formazioni rocciose resti di una colata lavica che arrivava sino a Capo Milazzese.  Si attraversa la bella spiaggia di Cala degli Zimmari , che consigliamo a chi vuole farsi il bagno senza doversi servire di una barca. Sulla destra del promontorio Cala Junco, forse l’insenatura più bella e suggestiva dell’intero arcipelago delle Isole Eolie.Una piscina naturale di acquea cristallina nella quale si combinano sempre più cangianti il verde, il blu, il turchese. Un tuffo nel blu attorniati da alti scogli di formazione basaltica, prismi di lava che sembrano scolpiti a bugnato, da una spiaggia di grandi ciottoli arrotondati a dallo scoglio Bastimento ed altri appena affioranti che le imbarcazioni a vela cercano di schivare prima di rilassarsi all’ora del tramonto dando ancora in questo meraviglioso spicchio di mare. Una sosta è d’obbligo anche per visitare i resti del villaggio preistorico. Sono state riportate alla luce 23 capanne ovali in pietra dell’età del bronzo, una di queste a pianta quadrangolare era forse il luogo di riunione e culto della comunità. Gli archeologi hanno rinvenuto ceramiche, mortai, macine, pentole e vasellame come se i nostri progenitori siano stati  all’improvviso assaliti e tutto sia rimasto lì esattamente come lo era allora. In ogni caso il posto da loro scelto non ha eguali: una vera fortezza naturale inespugnabile. Un braccio di roccia proteso in mare con le pareti a strapiombo che non ha niente da invidiare per la vista di cui gode a nessun superattico dei nostri giorni. sabbia isole eolieL’itinerario da scoprire alternativo a questo è di circa un’ora e si snoda da porto salendo e svoltando a destra verso Iditella e Calcara sino a Punta del Corvo. La stradina all’inzio si inerpica tra case bianche, bunganville e boutiques, ritrovi, piccoli ristoranti e registra uno strapo in salita all’altezza della vecchia chiesetta dell’Assunta. Più avanti sulla destra vale la pena di chiedere il permesso di entrare per poter godere del panorama del porto e degli isolotti da un terrazzino incastonato tra due grandi massi. Si prosegue in discesa ed andando sempre verso destra si presentano alla vista lo scoglio Spinazzola e l’isola di Basiluzzo. Sulla sinistra superata la trattoria Paolino, le case sono più distanziate ed il sentiero segue un muretto bianco di recinzione sino al bivio che a destra porta alla calcara, una splendida spiaggia di sassi dove affiorano le fumarole. La piana, pavimentata con ciottoli arrotondati, era probabilmente luogo di culto fin dall’età del bronzo. Si risale sulla strada a monte se sempre verso destra, dopo vari tornanti, si incontra Piana Palisi. Dal sentiero a quota 380 metri, si ha una buona veduta su Punta Scritta e dello scoglio Pietra La Nave. Finalmente si giunge alla vetta più alta, Punta del Corvo dalla quale si possono osservare i due versanti dell’isola con visioni d’insieme mozzafiato….. [to be continued]

Lipari la sorella maggiore.

Lipari, storia e tradizioni profonde.

Lipari la più grande e popolosa isola dell’arcipelago. La sua cittadina si estende ai piedi della imponente rocca del Castello, l’antica acropoli greca, e lungo le insenature, o nord e a sud, di Marina Corta e di Marina Lunga. Le abitazioni si arrampicano fin sotto i bastioni e la via Garibaldi ne segue l’andamento circolare, da Piazza Mazzini alla deliziosa Marina Corta.

A Marina Lunga, nel porto di Sottomonastero, approdano le navi e gli aliscafi. Lipari o Meligunis, come veniva chiamata dai Greci per il suo dolce clima, sorprende per la varietà dei paesaggi, dovuti alla complessità geologica del territorio. Ben dodici vulcani hanno modellato, nei millenni, l’isola. La sua natura vulcanica è evidente nella Valle Muria, dalle rocce rosse, e nella costa nord orientale, coperta da una vasta colata di pomice che nasconde rovine romane del IV secolo D.C. Su questa vasta montagna bianca si intersecano tre colate di Ossidiana della Forgia Vecchia, delle Rocche Rosse e quella più antica a Nord di Canneto. Pomice e Ossidiana, il bianco e il nero. Sono entrambe vetrose e costituite da silicio, ma diversi sono i pesi specifici, la modalità con cui è avvenuta l’eruzione ed il raffreddamento del magma. Le lamine e le punte, prodotte con la preziosa ossidiana, hanno determinato, prima dell’età del bronzo, la ricchezza di Lipari, in quanto merce di scambio con i popoli che ne erano privi. Oggi i giacimenti di pomice si estendono per otto chilometri quadri e sino a 30 anni fa sono stati la seconda risorsa dell’isola, dopo il turismo.

Alla scoperta della cittadina

Tornando a parlare del paese, il centro di Lipari Corso Vittorio Emanuele, il vecchio decumano romano, che è ancora oggi la via principale. Percorrendolo nei mesi estivi è sempre molto animato e c’è un via vai di turisti e liparoti. Si fanno acquisti o si consuma lentamente il rito del passeggio serale.

E’ tutto un susseguirsi di negozi, agenzie e ritrovi. Tra le tante cose che attirano l’attenzione, Malvasia e Capperi  sono gli acquisti più comuni e si possono reperire un po’ ovunque. E’ tuttavia difficile trovare una buona bottiglia di Malvasia perché la domanda supera di gran lunga la produzione.

Il Castello

La prima meta del nostro itinerario è visibile da ogni parte della cittadina perché la sovrasta con le sue poderose mura cinquecentesche.

E’ la fortezza naturale della rocca del Castello, una struttura geologica di natura vulcanica, che domina i due approdi dell’isola ed è stata quasi ininterrottamente abitata per seimila anni.

Ogni età ha sovrapposto le sue testimonianze:   dal neolitico sino all’Acropoli Greca, alla città Romana, a quella Normanna sino alle attuali fortificazioni della città spagnola che nascondono i resti delle cinte precedenti. All’interno delle mura vi sono ben sei Chiese da visitare.

All’interno vi è anche un Museo Archeologico creato nel 1954 da Luigi Barnabò Brea, espone organicamente in diversi edifici, sul Castello di Lipari. Vi sono complessi di reperti provenienti dagli scavi intensamente condotti dal fondatore e studioso, da tutto l’Arcipelago Eoliano.

L’esposizione, pur nel rigore scientifico, è improntata, secondo la limpida concezione didattica dei suoi creatori con criteri  chiaramente illustrativi che rendono la visita piacevole anche a chi non è esperto di archeologia.

 

Passeggiate sull’Isola di Lipari

Fino al 1930 tutta l’isola era percorsa da sentieri che servivano ai contadini per recarsi ai campi o ai lavoratori della pomice per raggiungere le cave.

Poi, l’abbandono delle coltivazioni, per emigrare in terre lontane o dedicarsi al nascere del turismo, ha portato, in parte, a farne perdere le tracce sotto una rigogliosa vegetazione.

Ginestra, Erica, Oleandro, Rosmarino, Cappero e Mirto colorano e profumano tutta l’isola. Passeggiate senza fretta in questa natura incontaminata e selvaggia, riteniamo sia l’esperienza più bella che l’isola possa offrire.

L’isola ha una buona rete di trasporti pubblici, le fermate grazie ai cortesissimi conducenti, sono anche personalizzate e rendono molto agevoli le escursioni. Il Capo Linea si trova a Marina Lunga  alla fine del Corso Vittorio Emanuele, anche se gli autobus è possibile prenderli anche a Marina Corta.

 

Dopo Cena

L’isola di notte si anima ancora di più perché tutti, dopo una giornata di mare e sole, affolano il corso e Marina Corta. Qua ci si da appuntamento per decidere la serata. Tante sono le alternative e svariati ritrovi.

Segnaliamo, in Vicolo Silenunte il Ristorante La Kasbha un raffinato giardino dove si possono assaggiare dei piatti siciliani, elaborati con cucina moderna, ma con prodotti naturalmente locali.

Naturalmente anche da Il Filippino il più noto tra i ristoranti di Lipari fondato nel 1910, ricordato per la grande vasca delle aragoste, tra le tante ricette segnaliamo i ravioloni ed il carpaccio di pesce insieme alla eccellenti crudità, mentre per il pesce cucinato lo scorfano “a ghiotta”.

raya a panarea aperitivo alle e olieLocali dove si può fare tardi ascoltando musica dal vivo, e dove si balla praticamente in strada, come L’Approdo Wine Bar, il Chitarra Bar, oppure la discoteca all’aperto sul mare a Canneto il Sea Light o il Turmalin in Piazza Municipio.

Per chi non vuole perdere niente, in collina si possono raggiungere, anche facendosi venire a prendere dalle navette messe a disposizione dai locali stessi, un paio di agriturismi come Le Macine a Pianoconte, dove si può degustare piatti come ravioli di cernia, insalata di radicchio, pesce agli agrumi, e per finire dolci e rosolio della casa. Altro incantevole posto a Quattropani  Agriturismo A Mensa Quartara si trova in piena campagna e tra i suoi piatti caratteristici si annoverano “Pasta di Ziti”  e coniglio in agrodolce.

Il Santo Patrono festa di Lipari

San Bartolomeo Apostolo presente a Lipari già nel VI secolo, una tradizione relativa all’approdo del Sacro Corpo. C’era infatti un gran tempio elevato in onore del Protettore e c’era pure un gran movimento di pellegrini forestieri, che qui venivano a sperimentare “le Virtù” e “le Grazie” di quelle spoglie taumaturgiche, ma dire che la devozione di San Bartolomeo e questa forma di primitivo turismo risalissero all’anno 264, come vuole la tradizione locale, sarebbe forse azzardato. Tuttavia rimane un fatto incontestabile che le cose di Lipari stavano proprio così da molto tempo, assai prima che ne facesse menzione l’antico scrittore francese.

Il Film – Stromboli Terra di Dio

Stromboli (Terra di Dio)

è un film del 1950, prodotto e diretto da Roberto Rossellini. È il primo film del regista girato con Ingrid Bergman, sua compagna per diversi anni.

Il film fu girato nell’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, e vide il coinvolgimento di molti dei veri abitanti dell’isola. Lo stesso Mario Vitale inizialmente era stato ingaggiato dalla produzione come manovale. Durante le riprese, un’eruzione del vulcano fornì alcuni spunti a Rossellini, che girava senza un vero copione, fissando giorno per giorno le idee su un semplice blocco per appunti.

Fu così possibile girare le scene di un’evacuazione della popolazione, che insieme a quelle della pesca costituivano una specie di “documentario nel film”.

Il ruolo della protagonista era destinato in origine ad Anna Magnani, con la quale Rossellini aveva una relazione. Vedendosi portar via la parte da Ingrid Bergman, la Magnani stessa per ripicca volle montare una produzione per girare a Lipari il film Vulcano, diretto da William Dieterle: la lavorazione, iniziata dopo, paradossalmente venne portata a termine prima di quella di Stromboli e il film poté usufruire di un’insperata pubblicità.

Per la sua interpretazione, la Bergman vinse il Nastro d’Argento. Gli altri attori erano quasi tutti non professionisti. La pellicola uscì nelle sale in prima nazionale l’8 ottobre 1950.

In Italia il film ebbe un discreto seguito, se non altro per l’enorme curiosità destata nel pubblico a proposito del legame sentimentale tra il regista e la famosa attrice svedese (che nel film recita con la propria voce in italiano, senza essere doppiata).

Dabs

Eventi e feste alle Eolie

Eventi Isole Eolie

festa di san bartolomeo LipariI latini ci hanno lasciato una tradizione linguistica sorprendente. Ci sono parole che suonano come dolce melodia per le nostre orecchie: Vacanza! Deriva da vacans, participio presente di “vacare” che vuol dire “essere sgombro, libero, senza occupazioni”. Che meraviglia! Il solo “vuoto utile” che allieta chiunque, andare in vacanza, andare verso una dimensione nella quale c’è spazio solo per la scoperta, per lo stupore, la meraviglia, uno spazio sgombro da ogni routine e pronto ad essere riempito di novità tutte da scovare senza tempi stressanti o scadenze imminenti. La vacanza è la dimensione del tempo “rallentato”, del tempo che si dona e ci dona tempo. Le Isole Eolie offrono non solo bellezza naturale, paesaggistica, divertimento notturno, relax in strutture termali favolose e nelle spiagge, cene o pranzi squisiti, sono lo scenario di una tradizione folkloristica antica e sempre riattualizzata, si offrono come palcoscenico per spettacoli, festival e feste che attirano turisti da ogni parte del mondo. La presente pagina soddisferà la vostra curiosità per tenervi aggiornati sui fantastici eventi eoliani, perché si sa, una vacanza, per farci innamorare di un posto, deve sempre sorprendere e lasciare più di un solo buono motivo per tornare.

Calendario eventi 

Luglio:

Seconda metà di Luglio Festa della Madonna di Porto Salvo

Terza/quarta domenica di Luglio Festa in Onore di San Cristoforo

Seconda metà di Luglio Rassegna Teatrale e Cinematografica Acropoli di Lipari

Prima domenica di Luglio Festa della Madonna delle Grazie

Ultima domenica di Luglio Festa di San Vincenzo

17 Luglio Festa in onore S. Marina Protettrice del comune di Santa Marina Salina

23 Luglio Festa della Madonna del Terzito a Val di chiesa, Leni, Salina

26 Luglio Festa in Onore di S. Anna, Malfa, Salina

20 Luglio Malvasia Day Capo Faro

Luglio Memorial  Troisi

Agosto:

7 Agosto  Festa in Onore di San Gaetano Acquacalda Lipari

21-24 Agosto  Festa di San Bartolomeo patrono dell’isola

31-14 Settembre Festa del Fuoco

4 Agosto Mare Festival Santa Marina Salina

7 Agosto Festa in onore di San Gaetano, Leni, Salina

10 Agosto Festa in onore di San Lorenzo

Agosto Rassegna Cinematografica

31 Agosto Sagra del totano, Malfa, Salina

Agosto Memorial Troisi

16 Agosto La Biennale più piccola al mondo, Pecorini, Filicudi

24 Agosto Festeggiamenti per San Bartolo protettore delle Isole Eolie

Dabs