continua la Voglia di Navigare…

…il rientro a bordo dopo la serata a Stromboli non è mai uguale, c’è chi torna dal paese dopo aver fatto un shopping, un po’ di aperitivo e qualcuno magari si è avventurato a piedi verso i 400 metri passando dall’Osservatorio per vedere le attività vulcaniche da vicino, mentre i più audaci rientrano con i gommoni dall’escursione notturna verso la Sciara di Fuoco, infatti vedere i lapilli che escono dalla bocca del cratere lanciati in alto per oltre cento cinquanta metri per poi ricadere sul versante nord ovest, ovvero la Sciara di Fuoco ed arrivare sino al mare come punti luce nel buio della notte, ha un fascino irripetibile e anche inimitabile essendo Stromboli unico al mondo come tipo di attività, tanto è vero che il suo tipo di eruzione è Detta Scientificamente Attività Stromboliana.  

La sera è passata in allegria, il tempo è buono altrimenti non saremo qua, si perché Stromboli è un’isola che permette di essere visitata solo quando il tempo è buono, essendo priva di porto, ma anche con un ancoraggio davanti al paese molto aperto, dove spesso anche senza vento c’è onda da nord ovest.

Domani mattina dopo aver salpato e circumnavigato Strombolicchio, scoglio mistico ed Imponente sito davanti al paese Ficogrande finiremo il periplo di Stromboli passando davanti, stavolta di giorno, alla Sciara di Fuoco, nera come il carbone, liscia come la seta, la definirei lucida e calda, polverosa ed infuocata dove nessuno mai ha osato camminare, cercando di risalirla od attraversarla. L’acqua davanti alla sciara a pochi metri dalla costa sabbiosa è subito molto profonda, misura oltre 250 metri di profondità, ed ha un colore blu cobalto molto forte. Ed è emozionante fare il bagno, proprio quando non puoi neanche dare ancora e ti limiti a fare un tuffo veloce vicino alla barca, guardi verso il basso facendo snorkeling e vedi i raggi del sole che invano cercano la profondità, ma si esauriscono prima, facendo si, che pian piano quel blu diventi sempre più scuro fino al nero dell’abisso, nascosto e misterioso!

Ma il capitano non si ferma, naviga, naviga sino quando con rotta verso l’isola di Salina non decide di fare una sosta per il pranzo allo Scoglio della Nave, una fantastica baia giurassica sul versante ovest di Panarea, e si perché al ritorno Panarea è proprio a metà strada tra Stromboli e Salina. Quindi altro bagno in pochi metri di fondo, scogli, posidonia e pesciolini in cerca di cibo sono lo spettacolo che ci riserva questo fondale. Mentre gli ospiti fanno il bagno il Capitano prepara la sua pasta, oggi ci farà assaggiare la sua specialità di paccheri con i calamari, ovvero la calamarata del capitano. Dopo pranzo e che pranzo, ci sta la pennichella sul ponte al fresco del bimini, ma in realtà la barca riparte ancora l’instancabile capitano mette la prua verso Lingua località di Salina dove dopo aver fatto un ultimo bagno della giornata, scenderemo a terra per una cenetta tipica da Alfredo, rinomato bar ristorante dove fanno il pane Cunzato più buono della Sicilia, e la granita, soprattutto la granita… siciliana che più buona non c’è!!

Pane Cunzato Alfredo Lingua… Isola di Salina!

Belli satolli, soddisfatti e soprattutto dopo aver speso veramente poco, meno di una pizza, torniamo sulla nostra barca che ci aspetta all’ancora. Spostarsi di notte con il tender dalla barca alla terra ferma e viceversa è un’esperienza fantastica, quando il mare è fermo e si lascia accarezzare dallo scafo del gommone che muovendo il plancton fa diventare l’acqua fosforescente, “la scia si illumina come una chioma sogni e di stelle, di giorno come di notte, ed i miei sogni sono come l’acqua che scorre sullo scafo, arrivano passano e diventano ricordi di poppa, lascia la scia, lascia la scia… lascia che sia..!!    

Ci siamo appena svegliati, Salina ha una doppia montagna, sembra avere due gobbe altissime e ricche di vegetazione, probabilmente è l’isola più verde dell’arcipelago eoliano, il paesino di Santa Marina di Salina ci attende. Infatti perderemo la mattinata a girovagare tra vicoli stretti e bianchi il colore delle case eoliane, tutti in discesa verso il mare ed in fondo c’è sempre la vista di quel pezzettino di blu che è il mare ogni presente. Piccoli negozi le boutique di questo paesino, un paio di alimentari con frutta locale buonissima, i ristoranti non più di tre, qualche negozio di souvenir ed un paio di pasticcerie dove non puoi dire di no al cannolo siciliano o cassata per la colazione. Qua fa più caldo che a bordo e non possiamo tuffarci, dopo aver goduto di questa accoglienza di Santa Marina di Salina abbiamo capito che è il momento di tornare a bordo della nostra barca a vela, andremo a visitare Pollara prima di staccare alla volta dell’Isola di Filicudi.

Casa Di Neruda

Pollara oltre ad essere una baia dove l’Arco del Perciato sembra indicarne l’ingresso è anche un paese che sorge proprio sopra il faraglione che la sovrasta. Abitato da raccoglitori di capperi, gode di un fantastico panorama e di tramonti in mare che sono unici, Pollara è una delle rare baie delle Isole Eolie che permette di vedere il sole tramontare in mare stando all’ancora. Lo scoglio che sorge al centro della baia, sembra dividerla in due, infatti da un lato il fondale è più alto e si ancorano barche a vela, dall’altro lato dove non di sono più di un paio di metri, amano ancorarsi i motoscafi che hanno bisogno di meno profondità. Questo scoglio è famoso per essere abitato dalle Diomedee un uccello notturno che si distingue per il suo lamentoso canto notturno, solo chi ha avuto la possibilità di dormire una notte all’ancora qua a Pollara, ne ha potuto ascoltare il suono, forse un po’ inquietante, dato che sembra un neonato che piange!

Pollara è anche una località famosa per il film di Troisi, intitolato Il Postino, infatti la casa del Poeta Neruda dove Troisi nella veste del suo postino personale andava in bicicletta a portarli la posta, è situata sul crinale in alto a sinistra di questa baia, infatti si può intravederla anche dal mare, ma con un piccolo trucco, quando non è affittata a turisti si riesce a visitarla da vicino e magari scattare anche qualche foto dove proprio Lui, Troisi e Neruda sedevano sotto il portico cercando metafore…

To be continued…