I cinque Elementi. Isole Eolie.

I cinque elementi. Isole Eolie.

Prendi una giornata di sole, un po’ di brezza leggera con la direzione giusta, una barca a vela ben armata ed uno skipper conoscitore delle Isole Eolie ed il gioco è fatto. Se esiste un luogo nel Mediterraneo dove la natura ha raccolto nella maniera più potente ed ammirevole ogni suo elemento in un luogo soltanto quel luogo è sicuramente l’Arcipelago delle Isole Eolie. Acqua, Aria, Terra, Fuoco si mischiano in maniera sapiente per creare un connubio unico che in queste isole si esprime in tutta la sua bellezza. Acqua. L’elemento costitutivo per eccellenza di un’isola. Senza di essa, l’isola diviene continente.  Alle isole eolie il mezzo di locomozione prescelto per godere appieno di questo elemento naturale è la barca. Se ci aggiungi un po’ di maestria ed amore per il mare vero allora devi scegliere la barca a vela. Tutte le isole Eolie sono una fucina di sorprese sopra e sotto il mare. Tutte Isole di origine vulcanica, mostrano per la maggior parte un fondale composto da pietre scure e ciottolame modellato e lisciato dalle correnti, ma in alcune occasioni come ad esempio sulla spiaggia della Pomice o nella baia appena davanti a Panarea, Lisca bianca, il fondale è composto inaspettatamente da sabbia finissima e chiarissima tanto da farle assomigliare a quelli del fondali caraibici. Le correnti sono leggere, l’acqua piacevolmente fresca e lo snorkeling per i più temerari, ma anche più semplicemente una rilassante nuotata verso la costa sono un ottimo modo per passare il pomeriggio in rada nell’attesa di navigare ed ancorarsi fronte paese per godere di una serata in relax ed in compagnia in uno dei mille locali che ogni isole offre. Meta di un turismo mai chiassoso ma pur sempre vacanziero ogni isola offre un’ampia scelta di locali, piccole locande, ma anche ristoranti gourmet per i palati più esigenti che danno sfoggio, ognuno a suo modo, della sapienza culinaria di questi isolani che delle materie prime di indubbia bontà hanno fatto la loro carta vincente. La cucina eoliana parte da una base di ingredienti semplici, ma profumatissimi e coloratissimi che costituiscono l’incipit di ricette anche complesse, ma che mantengono salda la tradizione, la qualità dei materiali e la filiera corte e controllata. I capperi, i pomodorini rossi e gialli a grappolo, le erbe aromatiche che crescono spontanee in ogni dove ed il pesce sono senza dubbi gli ingredienti principe di questa cucina che anche i nostri skipper amano usare a bordo durante i  nostri pranzi in baia. Aria. La barca a vela è il mezzo principe per muoversi alla volta del periplo di queste isole che solo via mare offrono al viaggiatore scorci inaccessibili via mare. Qui, narra la leggenda che da loro il nome, Eolo viene a riposare ed è per questo che le nostre navigazioni sono per tutto il periodo estivo, caratterizzate da brezze leggere e mai invadenti che ci permettono di veleggiare quanto basta per divertirci e godere di tutto il romanticismo che solo la barca a vela offre. Da Lipari a Panarea, da Salina a Filicudi e durante tutto il tour settimanale la nostra flottiglia navigherà in compagnia durante le ore della mattina avvicinandosi agli anfratti più nascosti di ogni isola ed ormeggiare alla fonda in modo da poter godere del mae, del silenzio e dell’esclusiva di un luogo che il turismo terricolo non può raggiungere. Terra . Terra nera e vulcanica per eccellenza, il suolo delle Isole eolie, in testa Stromboli e Vulcano, arde anche del fuoco che ribolle sotto di essa ed il suo colore scurissimo e profondo venato di riflessi sulfurei racconta una storia di eruzioni, assestamenti e movimenti tellurici vecchi di millenni ma allo stesso tempo attuali. Lo Stromboli è il vulcano più attivo d’Europa e da il nome alla sua stessa attività detta “Strombolana” che è riconoscibile data la particolarità della quantità e della direzione delle eruzioni stesse. Ma c’è una terra che è lo specchio della storia dell’isola stessa è sicuramente quella di Vulcano. Avvicinandoci in baia anche da lontano ci arriva alle narici il tipico odore di zolfo che caratterizza quest’isola. Le esalazioni sulfuree sono evidenti anche ad occhio nudo sulla sommità del cratere più alto dove è possibile arrivare con un po’ di coraggio e circa due ore di cammino. Ma è sicuramente una piccola fatica che vale lo spettacolo che si può ammirare da lassù. Dalla sommità tutto l’arcipelago delle Isole Eolie si estende davanti ai  nostri occhi svelandoci anche forme, insenature, colori e rilievi inaspettati. Le nuvole di zolfo caldo e dall’odore inconfondibile fanno si che ci si immerga in un ambiente che pare ostile all’inizio, ma in cui ci si acquieta presto. Un luogo lunare, che sembra venuto fuori da un’aura extraterrestre dove le terrazze rurali che si affacciano sul cratere principale portano le scritte di tutte le persone che si sono avventurate in quel luogo e che hanno voluto lasciare un segno del loro passaggio lassù. La discesa al paese è lenta e fresca ed è d’obbligo se si è partiti presto al mattino magari senza colazione concedersi una pausa dolce e rilassante al Bar di Remigio, uno dei preferiti del luogo. Qui il gelato oppure la granita con brioche sono quelle tipiche siciliane con un tocco di originalità…i capperi canditi per esempio! Fuoco. Chissà se lo Stromboli sa che tutti i suoi abitanti, terricoli e marini confidano in lui affinchè egli preservi loro la Vita, il lavoro, la casa, gli affetti. Abitare qui. Alle pendici di un Vulcano il cui ribollire è una percezione sensoriale che parte da sotto i piedi ed arriva fino alla testa. Qui dove l’ardere del Fuoco all’interno della enorme camera magmatica  lo puoi percepire nell’aria calda che respiri o poggiando le mani a terra e sentendone il calore. Abitare qui è una scelta di Vita. E la puoi capire solo se ascolti le parole di chi questa scelta l’ha fatta con amore, ma senza alcuna paura, Lo Stromboli ed i suoi abitanti sono una visione in mezzo al mare. Una forma conica perfetta si erge per mille metri sopra il livello del mare e lo tocca impercettibilmente sulle coste per andare poi a sprofondare giù per altri duemila metri in una discesa irta e vertiginosa verso il blu profondo. Non esiste isola enigmatica ed attraente quanto questa probabilmente perché avvolta nella sua aura di mistero sotterraneo di Fuoco. Poi d’improvviso la tensione si stempra quando alzi il naso all’insù e Iddu sfoga le sue pressioni in un boato eruttivo che, se il sole è calato e sei nel punto giusto, puoi vedere nelle sue mille sfumature di giallo, rosso e arancio dei lapilli. Tanto basta per innamorarsi di queste isole e delle loro attrattive naturalistiche. Esse hanno dalla loro parte il fascino di qualcosa di ancestrale che in altri luoghi è morto e sopito da tempo ed allo stesso tempo la modernità e la freschezza dell’accoglienza che è merito dei suoi abitanti e della loro innata joie de vie.

Per questo vincono sempre.

I tramonti delle Isole Eolie

Tramonti alle Isole Eolie.

I tramonti delle Isole Eolie sono sempre diversi, possono cambiare a secondo dell’isola dove vi trovate, dal meteo del momento, dal vostro umore. I più belli e più fotografati sono quelli visti dall’isola di Vulcano dalla Baia di Ponente dove il sole che ha maturato luce e colori per tutto il giorno, pian piano scende dietro l’orizzonte tra le Isole antistanti, ovvero Alicudi e Filicudi. Il sole si tuffa nel mare dopo averci scaldato tutto il giorno. La storia antica di queste isole ha fatto si che tutti i piccoli centri abitati, piccoli paesi, nascessero ad est sulle coste orientali, questo perché i venti forti predominanti creano forti mareggiate da ovest / nord Ovest pertanto le coste più riparate sono quelle che guardano la Calabria. Questo però fa si che dai paesi non si possa vedere il tramonto in mare, il sole infatti tramonta dietro le colline o le piccole montagne delle stesse isole pertanto solo navigando intorno all’isola si riesce a scrutare un tramonto in mare, oppure come detto dalla Baia di Ponente che dal nome stesso si intuisce essere aperta ad ovest. Navigheremo facendo il periplo delle isole all’inseguimento dei tramonti più belli…la barca a vela e l’esperienza dei nostri skipper permette di accedere alle baie più belle e talvolta inaccessibili via terra in modo che  possiate godere di un esclusivo fine giornata facendo ciò che più vi piace, rilassandovi, leggendo oppure preparandovi ad uscire per la sera. Le Isole Eolie sono una fucina di sorprese sia dal punto di vista naturalistico che enogastronomico  ed ovviamente dal punto di vista dell’accoglienza. I nostri skipper che navigano qui da anni per tutto il periodo estivo conoscono gran parte delle persone che vivono a terra e quindi sarà per loro facilissimo consigliarvi ed anche accompagnarvi alla scoperta dei siti più belli da visitare e luoghi da scoprire. La barca a vela ancorata in baia è un punto di appoggio stabile per tutta la giornata. Dal mattino, momento in cui ci sveglieremo e prepareremo una suggestiva colazione ammirando i colori tenui delle prime ore del giorno e godendo delle brezze leggere che cullano la barca a vela alla fonda. Proseguiremo poi mollando gli ormeggi ed avviandoci con una breve navigazione verso l’isola successiva dove il vostro skipper avrà organizzato l’ancoraggio per la sera. Ma prima ci soffermeremo per il pranzo, rigorosamente in mezzo al mare e lontano dai luoghi più turistici per godere di un fresco brunch tutti insieme. Un bagno è d’obbligo e soprattutto vi consigliamo di armarvi di pinne, maschera e boccaglio per divertirvi a fare u po’ di snorkeling. La “tabella di marcia” ed il tour settimanale delle isole eolie è studiato in modo che posiate ammirare anche via mare quello che di pìù bello le isole offrono. Il giorno dell’ancoraggio serale a Panarea ad esempio sarà doveroso portarvi a fare una nuotata a Lisca Bianca, isola vulcanica anch’essa che offre lo spettacolo subacqueo delle esalazioni sulfuree che creano uno flusso ininterrotto di bollicine che esalano  dal terreno verso la superficie come se ci trovassimo sopra un camino vulcanico, ma totalmente innocuo. I fondali di Panarea, ma anche quelli di Vulcano, Lipari, Salina sono in parte rocciosi ed in parte sabbiosi e creano anfratti spettacolari e dai colori che niente hanno da invidiare a quelli caraibici e d’oltreoceano. Le acque molto calde delle isole eolie per via sia della loro origine vulcanica ed il loro ergersi immediatamente sopra una camera magmatica che abbraccia la Sicilia tutta, sia anche in parte per riscaldamento climatico che interessa tutti i mari, Mediterraneo compreso  ospitano una grande varietà di specie marine in fondali non profondi e vicino alla costa. Calarsi in mare direttamente dalla scaletta della barca a vela vi darà un senso del godimento del mare totalmente nuovo. Un altro sito da non perdere assolutamente è l’immersione anche e solo a pelo della superficie dell’acqua per i non temerari  nelle grotte sulla costa ad ovest di Lipari…gli skipper della nostra flottiglia le hanno recentemente “avvistate” durante le loro settimane di charter e le hanno ribattezzate “le grotte di Baia Meraviglia”. Rispetto alle più conosciute Grotte di Filicudi sono sicuramente meno frequentate e sono molto più suggestive perché più profonde e dove è possibile con facilità arrivare in tender accompagnati dal vostro skipper. Un altro sito accessibile solo via mare che vi lascerà senza fiato per il suo specchio di acqua trasparente dovuto ad un fondale sabbioso chiaro e finissimo è la baia della Pomice sulla costa est di Lipari a cui arriveremo proprio il primo giorno come inaugurazione della nostra crociera. Sullo sfondo un vecchio sito di estrazione della pomice, tutto intorno barche a vela alla fonda con la prua al vento ed un totale relax. Anche dal punto di vista enograstronomico le Isole eolie su retaggio dei sapori della Sicilia ha una cultura culinaria invidiabile fatta di sapori semplici, profumi della terra ed aromi avvolgenti in cui sono le materie prime di indiscussa qualità a creare piatti semplici ma estremamente d’effetto. I primi di mare dove il pesce spada e la spatola accompagnati da una base di olio evo, capperi e pomodorini creano sapori sublimi., Uno dei nostri preferiti che sarà meta del vostro tour settimanale è il ristorante Pescecane sul corso di Lipari. L’ambente familiare e sinceramente cordiale  assieme ai piatti della tradizione eoliana rimarranno senza dubbio in memoria e palato. Una delle nostre location preferite per piatti, simpatia ed originalità di impostazione culinaria è il The King of Fish a Vulcano gestito dal nostro caro amico Gianluca e dal suo entourage che, nato come semplice pescheria in riva alla costa di Levante di Vulcano ha cominciato un  girono dopo l’altro ad offrire assaggi agli avventori della pescheria creando cosi un incessante andirivieni di clienti pronti a fare incetta di assaggi e spesa di pesce freschissimo ed appena pescato…negli anni si è trasformato in uno dei ristoranti di crudità di mare più rinomati di tutte le isole. Per ultimo, ma solo per assoluta reverenza nei confronti di questo locale che è una vera e propria istituzione nell’arcipelago delle isole eolie e conosciuto anche in continente è “Alfredo” a Salina, l’isola tinta di un verde lussureggiante e quasi tropicale i cui paesini sono intervallati da colline coltivate a capperi e vitigni di malvasia a perdita d’occhio. Alfredo è il nome del proprietario storico nonchè fondatore di questo locale affacciato sul mare nel paesino di Lingua vicino alle saline e al faro. Famoso pe le sue ineguagliabili granite da gustare al mattino accompagnate dalla Briosche “cu u’ tuppu” oppure come dessert alla sera dopo aver cenato con l’assaggio del famoso “Pane Cunzatu”, letteralmente pane condito…ma ad essere sinceri questo appellativo non rende giustizia a questa fetta di pane croccante condito con olio evo del posto e sormontato letteralmente da una cupola di ingredienti sapientemente abbinati che spazia dai pomodorini, alla crema di ricotta, ai capperi, alla cipolla, al tonno rosso affumicato che creano un’armonia di sapori sublime. Un morso Di Isole Eolie ad ogni assaggio. Questo e tanto altro in una settimana in barca a vela con noi […]

Isola di Vulcano il mare di pietra…

Tra fanghi e bagni sulfurei, il Gran Cratere

Vulcano è la prima isola che si incontra salpando in barca a vela dal porto di Lipari. In prossimità del porto, ma anche avvicinandosi alla baie di Ponente e Levante, si è stupiti sia dalla bellezza del luogo sia dall’acre , ma piacevolissimo odore di zolfo che impregna l’aria. Il fenomeno cui ci si abitua presto e che da una gradevole sensazione di liberazione delle vie aeree, è dovuto alle “fumarole”, esalazioni ad alta temperatura di vapore acqueo, zolfo ed anidride carbonica che si sprigionano dal cratere e dalle fessure del terreno. Le fumarole ci rammentano, vive, che il cratere è sempre attivissimo ed anche circumnavigando l’isola in barca a vela se ne notano in ogni angolo di marre le manifestazioni a pelo d’acqua sotto forma di bolle che arrivano in superficie…soprattutto a vele aperte e motore spento il “ribollire” di questa terra impressione anche nelle sue manifestazioni sonore. Vive e si sente. Con Stromboli, Vulcano è l’unico cratere ancora attivo ed il più giovane dell’arcipelago delle Isole Eolie. Dovette fare molta impressione quest’isola ai romani ed i greci se denominandola “Terasia”, Terra Calda la consacrarono al Dio del Fuoco e la considerarono per sempre isola sacra. Il resto è storia recente; decenni di silenzio in un’isola bella e disabitata per lungo periodo sino a quando nel 1949 il regista Dieterle girò a Vulcano il film omonimo interpretato da Anna Magnani e l’interesse per l’isola e per le Isole Eolie tutte si risvegliò. Così anno dopo anno l’isola è diventata meta di un turismo internazionale e pressochè solo terricolo all’inizio dovuto all’attrazione del Vulcano e dai fanghi terapeutici; finalmente, anni dopo, l’isola si popola  anche del turismo marittimo che ne apprezza soprattutto il mare cristallino, la pacificità dei luoghi e la tranquillità delle baie più nascoste ai percorsi tradizionali accessibili peraltro solo in barca a vela; qui Vulcano si fa davvero apprezzare per i suoi scorci che talvolta ci riportano alle memoria scenari di gironi danteschi, tra le esalazioni sulfuree ed i pendii di roccia rossastra e la sabbia finissima e nerissima. A destra del molo di attracco è suggestivo, appena salpati, raggiungere la sommità del Faraglione di Levante; da qui si vede bene Vulcanello, sorta dal mare nel 183 a.c. in seguite a varie eruzioni sottomarine. E’ collegata all’isola da un istmo di sabbia e lava che ha creato due baie, diventate in pochi anni paradiso di chi, gettando l’ancora alla fonda, ha la fortuna di avvicinarsi all’isola via barca a vela e vedere tutta da una prospettiva ben più suggestiva, dal mare. A Levante si vede il laghetto naturale dei fanghi caldi, noti anche in epoca romana per la cura di patologie reumatiche, artrosi e malattie della pelle. Chi scrive (ed un po’ tutti del resto…) non ha saputo resistere e si è immerso nonostante l’odore ed il beneficio anche solo nel senso di un completo relax è stato visibilissimo! In prossimità del laghetto l’acqua refrigerante del mare riserva una sorpresa: “fumarole” sottomarine che riscaldano alcuni tratti del fondale marino pietroso. “Rimanere immersi nell’acqua che ribolle è un’esperienza unica che da una sensazione di assoluto benessere”….gettarsi dalla prua di una barca che da ancora in questa baia e ritrovarsi sott’acqua in mezzo ai fumi è anche inaspettatamente divertente e non solo per i bambini! La sabbia vulcanica nera e finissima contraddistingue la spiaggia di ponente che ospita nella sua baia una miriade di imbarcazioni ed è la più frequentata dai bagnanti. La meravigliosa spiaggia delle Sabbie Nere è delimitata a sinistra dallo Scoglio delle Sirene e a destra da Vulcanello in cui si trova La Valle Dei Mostri. La Valle prende il nome dalle particolari forme delle rocce modellate dal vento e dal mare in mezzo a dune di sabbia nera. Per visitare l’isola i percorsi da seguire sono due, uno terricolo ed uno marittimo. Per quest’ultimo il mezzo principe è sicuramente la barca a vela poichè il periplo dell’isola vi offrirà la visione di baie altrimenti inavvicinabili ed anche se questo tipo di turismo si è molto diffuso negli anni, la folla non è mai accalcata in ogni baia ma riesce benissimo a spalmarsi lungo tutto il percorso senza creare noiosi affollamenti e questo anche nei periodi di massima frequentazione come agosto ad esempio. Issiamo quindi l’ancora dal Porto di Levante per il giro che tutto si snoda in circa 28 chilometri verso  nord costeggiando la penisola di Vulcanello osservando lo spaccato longitudinale del cratere stesso. Superata Punta del Monaco dopo il promontorio si scopre una piccola baia cinta dalle rocce a strapiombo del Monte Lentia. Sulla sinistra il basso fondale contornato dagli scogli forma le cosiddette Piscine di Venere, piscine naturali di acqua color verde smeraldo. In fondo alla cala si apre la Grotta del Cavallo. Si può entrare ed inoltrarsi anche a nuoto e fare un bagno con il riverbero del sole che crea giochi di luce in un’acqua limpida che va dal verde al blu e l’ora migliore è senza dubbio il tramonto. Scendendo appare la Torre bianca del Faro Vecchio…ecco lo scalo di Gelso e la Spiaggia dell’Asino…dal mare si scorgono terrazzamenti e case coloniche mentre ci sovrasta l’imponente Monte Aria dai fianchi sinuosi e rossicci fino ad arrivare a Punta del Grillo in cui la colata lavica ha creato tutte una serie di piccole, splendide grotte; luogo splendido anche per la presenza di una sorgente naturale di acqua calda. Di percorsi terricoli d’altro canto ce ne sono molti, ma il più emozionante è senza dubbio la salita al cratere che potete organizzare al mattino o al calar della sera magari con il resto del vostro equipaggio in modo da non soffrire il caldo dei periodi estivi. L’escursione al cratere non si può perdere e rende percettibile una sensazione altrimenti inimmaginabile: la vicinanza non solo fisica, ma molto più profonda e spirituale tra la presenza del cratere ed il centro  abitato. Le attività degli isolani e la loro stessa vita dipendono dalla presenza di quel cono vulcanico così vicino, ma anche così quieto da oltre un secolo. Salendo, mano a mano che ci si eleva oltre l’abitato, il paesaggio e le sensazioni cambiano notevolmente e tutte le isole si vanno via via svelando allo sguardo. Si scopre un’Isola di Vulcano grande e ricca di vegetazione, con profonde vallate modellate dall’attività esplosiva e distese di profumate ginestre. L’arrivo all’orlo craterico da sempre ed ogni volta ancora di più un turbinio di sensazioni che si rinnovano anche nell’animo di chi come noi, vi si ritrova abitualmente da molti anni. E’ difficile raccontare a parole ciò che si prova ne trovarsi su uno stretto sentiero che da un lato mostra gli ampi e tranquilli orizzonti del mare e delle isole e dall’altro il cuore di una montagna viva che emette fumi, calore e sibili e che costruisce variopinti “ologrammi” di zolfo. La consapevolezza che dal fondo tramonto aperitivo isole eoliedel cratere dove si trova il “tappo” si siano scatenate nel passato le forza di una natura in grado di cambiare le forme del paesaggio, invita al rispetto assoluto e al timore anche per questo luogo che palpita in ogni dove di Vita.

Buon vento……

Il Mare di Pietra.

….sbaglia chi pensa che le Eolie siano isole. Sono miraggi di pietra che narrano la preistoria. Sono sermoni quaresimali sulla natura fragile della nostra condizione umana. Bisognerebbe trascorrere qui il mercoledì delle Ceneri, invece che ferragosto. Le Eolie sono un parco a tema sulla storia del pianeta Terra. Perlustrarle è come salire sulla groppa di una galassia che ci portasse in giro ad assistere al Big Bang e poi ci riconsegnasse ai nostri grattacieli. Lasciate a casa i libri che avete comprato durante l’anno e tutti quelli che vi hanno regalato e non avete avuto il tempo di leggere. Portate al massimo Moby Dick, e se vi resta ancora spazio nella valigia metteteci la Tempesta di Shakespeare. Se amate farvi delle belle nuotate al tramonto e adorate stendervi sulla sabbia cocente, prendete un biglietto e partite. Prenotate una crociera alle Eolie soltanto se da bambini avete avuto vertigini stringendo in mano un dinosauro e se avete sentito un terrore misto a piacere nel perdervi in un bosco. Correte alle Eolie se non avete paura quando appoggiate l’orecchio ad un petto al cui all’interno batte un cuore. Perché questo è ciò che fa un vulcano per tutta la notte, pulsa e respira. Sappiate che il mare può insegnare moltissime cose di vitale importanza e che una volta imparate non c’è modo do dimenticarle. Insegna l’attaccamento alla vita e a guardare lontano.

Se mai decideste di partire per le Eolie, percorretele tutto il giorno senza fermarvi. Uscite di casa all’alba e tornate in piena notte. Possibilmente passate una notte all’aperto.  Andate a piedi da un estremità all’altra. E soprattutto cambiate isola di continuo. Perché le Eolie sono sette. E per sentire il loro racconto completo bisogna visitarle tutte e tornare e ritornare anche dove si è già stati. La storia delle Eolie è una storia che non ha un inizio e non ha una fine. È una storia incantata e spaventosa che ha la forma perfetta di un arcipelago.

Tratto dal Libro “Il mare di Pietra” di Francesco Longo.

Il mare delle Eolie, in barca tra Tartarughe e Delfini.

Caretta Caretta la tartaruga a di Filicudi.

Navigare alle Isole Eolie, oggi può riservare sorprese come questa, passando nel canale tra l’Isola di Salina e Filicudi ci siamo imbattuti durante una navigazione a vela in uno splendido esemplare di Tartaruga Caretta Caretta. Gli ospiti a bordo come del resto lo Skipper inizialmente non pensavano che fosse ferita, ma quando avvicinandosi con la prua della barca, lei non si è fuggita, abbiamo capito che c’era un problema, infatti non riusciva a nuotare. Siamo scesi dalla barca e saliti con il gommone “Tender” ausiliario alla barca, ed a remi pian piano ci siamo avvicinati a lei, che si è fatta prendere ed issare a bordo, un esemplare di almeno 40 chili. Naturalmente appena afferrata ha iniziato a sbattere le zampe come per fuggire nuotando, ma in realtà era proprio la zampa anteriore destra che non riusciva a muovere bene, anche se non mostrava nessuna ferita. Ci siamo mesi subito in contatto con il Centro di Recupero Tartarughe di Filicudi, e dopo i primi accordi telefonici abbiamo invertito la rotta per tornare verso l’Isola di Filicudi, mentre le ragazze del Centro di Recupero stavano venendo verso di noi con una lancia a motore. Hanno visitato subito la tartaruga a bordo della nostra barca, e ci hanno rassicurato subito dicendoci che secondo loro era solo stordita, probabilmente era stata colpita da un motoscafo di passaggio. La tartaruga dopo aver raggiunto il Centro sull’isola, è stata messa in una vasca e tenuta li sotto osservazione per un paio di giorni, dopodiché l’hanno accompagnata in mare aperto e liberata, ma non prima di essere censita.

La Tartaruga ferita, salvata dall’equipaggio del Margaux e portata al Centro di Filicudi. Oggi sta bene ed è libera in mare. Non potevamo far altro che chiamarla come la nostra barca, Caretta Caretta, Margaux……

Il villaggio preistorico di Filicudi

Il villaggio preistorico

A Capo Graziano sulla Montagnola, a circa 174 mt s.l.m. sorge l’antico Villaggio preistorico risalente all’incirca all’età del Bronzo (periodo compreso tra il 1700 ed il 1500 a.c.). Gli scavi archeologici condotti tra il 1956 ed il 1969 da Luigi Bernabò Brea e Madeleine Cavalier hanno portato alla luce 27 capanne costruite con blocchi di roccia locale.

Il pianoro della Montagnola è poco distante dal porto di Filicudi; con una passeggiata di una decina di minuti lungo la strada che dal porto conduce al centro dell’isola (e poi a Pecorini) si arriva ad un curvone sulla destra. Qui, sulla sinistra troverete le indicazioni per il Villaggio Preistorico e Le Macine.

L’isola di Filicudi è la quinta isola in ordine di grandezza dell’arcipelago delle Eolie e la seconda isola più occidentale dell’arcipelago (dopo Alicudi); è situata a circa 24 miglia nautiche a ovest di Lipari. È dominata dal monte Fossa Felci, un vulcano spento alto 773 m. Oltre ad esso, di vulcani ce ne sono ben altri sette (La Sciara, Montagnola – Piano Sardo, Monte Terrione (chiamato anche “Torrione”), Monte Guardia, Capo Graziano, Monte Chiumento, Riberosse), tutti spenti da molto tempo e di conseguenza fortemente segnati dall’erosione. La popolazione, circa 200 abitanti (che diventano 3000 nella stagione estiva), è distribuita tra i centri di Filicudi Porto, Valdichiesa, Pecorini, Pecorini a mare, Canale e Rocca di Ciavoli, collegati tra loro dall’unica strada asfaltata dell’isola e da una fitta trama di strade pedonali. La località di Stimpagnato, nel sud-est dell’isola, è abitata da turisti soltanto durante l’estate.

Dabs

La punta settentrionale della Sicilia, Strombolicchio.

Strombolicchio, un isola un vulcano.

Strombolicchio è un antico vulcano, le cui origini sono datate intorno a 200.000 anni fa, e costituisce la prima fase nell’evoluzione geologica dell’intero complesso vulcanico di Stromboli, nonché una delle più antiche manifestazioni vulcaniche dell’Arco Eoliano.

Costituita da rocce di basalto, andesite e augite, Strombolicchio è in effetti ciò che rimane dell’antico edificio vulcanico di Stromboli (mentre quello attuale data a circa 100.000 anni fa, dunque più recente). In epoca antica il magma trovò nuove strade per salire in superficie attraverso la crosta terrestre, di conseguenza il sito delle eruzioni si spostò leggermente e l’edificio vulcanico di Strombolicchio smise di eruttare. Questo portò all’erosione graduale delle sue pendici, che scomparvero completamente, lasciando soltanto una torre di magma solidificato (più resistente agli agenti atmosferici), che inizialmente stava all’interno del condotto vulcanico. Tale tipo di formazione è detta neck, o spina vulcanica.

Come già accennato, fu ultimato nel 1926 e attivato nel 1938. Si tratta di una torre a base circolare alta circa 8 metri sopra un piccolo edificio; la lanterna è circondata dalla “galleria”, ovvero la balconata di servizio. L’ottica è fissa e la sorgente luminosa è alimentata dall’energia solare tramite pannelli fotovoltaici. Nei primi anni era comandato da un farista, ma oggi è da tempo completamente automatizzato, gestito dalla Marina Militare italiana.

Dabs

Il Film – Stromboli Terra di Dio

Stromboli (Terra di Dio)

è un film del 1950, prodotto e diretto da Roberto Rossellini. È il primo film del regista girato con Ingrid Bergman, sua compagna per diversi anni.

Il film fu girato nell’isola di Stromboli, nell’arcipelago delle Eolie, e vide il coinvolgimento di molti dei veri abitanti dell’isola. Lo stesso Mario Vitale inizialmente era stato ingaggiato dalla produzione come manovale. Durante le riprese, un’eruzione del vulcano fornì alcuni spunti a Rossellini, che girava senza un vero copione, fissando giorno per giorno le idee su un semplice blocco per appunti.

Fu così possibile girare le scene di un’evacuazione della popolazione, che insieme a quelle della pesca costituivano una specie di “documentario nel film”.

Il ruolo della protagonista era destinato in origine ad Anna Magnani, con la quale Rossellini aveva una relazione. Vedendosi portar via la parte da Ingrid Bergman, la Magnani stessa per ripicca volle montare una produzione per girare a Lipari il film Vulcano, diretto da William Dieterle: la lavorazione, iniziata dopo, paradossalmente venne portata a termine prima di quella di Stromboli e il film poté usufruire di un’insperata pubblicità.

Per la sua interpretazione, la Bergman vinse il Nastro d’Argento. Gli altri attori erano quasi tutti non professionisti. La pellicola uscì nelle sale in prima nazionale l’8 ottobre 1950.

In Italia il film ebbe un discreto seguito, se non altro per l’enorme curiosità destata nel pubblico a proposito del legame sentimentale tra il regista e la famosa attrice svedese (che nel film recita con la propria voce in italiano, senza essere doppiata).

Dabs

Rinella caratteristico paese di Salina

Rinella borgo di barche e pescatori.

Rinella è una frazione del Comune di Leni. Un tempo chiamata Arenella, tale posto ha iniziato a vedere segnali d’avvio “soltanto” nel XVIII sec. Durante tale periodo iniziò a popolarsi di famiglie di contadini che prima abitavano la Valle, i quali iniziarono ad adattarsi anche ad una vita da pescatori. In breve tempo, quello che fino a poco tempo prima era stato uno scalo marittimo sfruttato solo di rado, diventò un luogo dal quale partivano imbarcazioni per lo smistamento di merci per Lipari e S. Marina. In seguito le imbarcazioni di Rinella iniziarono a scambiare i prodotti di Leni e Val di Chiesa direttamente con la costa campana.

Fu proprio a Napoli che la gente di Rinella entrò in contatto con il culto di S. Gaetano, Santo della Provvidenza e grande guaritore. S. Gaetano divenne il patrono di Rinella e, automaticamente, il protettore dei pescatori. Proprio per tal motivo, ogni 7 agosto, si dà luogo ad una singolare processione… con le barche. Sicuramente un evento non facile da vedere in un altro posto.

La chiesa attuale risale al 1853, ma il vescovo Beamonte già parla di una chiesa di S. Gaetano durante il suo viaggio a Salina nel 1736. Probabilmente si tratta della vecchia chiesa, poi adibita ad abitazione, di cui parla il Duca d’Asburgo nelle sue cronache. Anche se da alcuni manoscritti sembra che sia stato edificato un oratorio consacrato al santo già nel 1602; se fosse vero, quella di Rinella sarebbe la chiesa più anticha di Salina. Secondo alcune fonti furono proprio gli abitanti di Rinella a portare il culto di S. Gaetano ad Acquacalda. Questa era la zona di Lipari in cui le imbarcazioni rinellesi riparavano quando dovevano portare la pomice richiesta da S. Marina, oltre ad essere un sicuro approdo ogni qualvolta si dovessero recuperare le forze. La presenza della cappella di S. Gaetano ad Acquacalda è anteriore al 1771.

Oggi Rinella è il secondo porto commerciale di Salina e costituisce quello che potrebbe essere definito l’avamposto turistico di Leni. Il paese è anche famoso per essere stato il posto in cui è stata girata buona parte di un famoso film di  Wlliam Dieterle: “Vulcano”. In questo film (distribuito dalla storica “Panaria film” del principe Alliata) vi recitò una superlativa Anna Magnani e proprio a questa attrice è stata dedicata una piazza, che si trova in una zona interna.

Rinella è un agglomerato di case che ricorda realmente qualche paese esotico, dove tra l’altro si è sviluppata molto velocemente una buona tradizione artigianale. Negli ultimi anni ha incrementato la propria attività turistica in maniera considerevole. La spiaggia di sabbia non è l’unica freccia che Rinella ha al suo arco, infatti sono state aperte nuove strade che conducono i visitatori lungo percorsi costellati da panorami favolosi. La zona che va verso Pollara presenta delle bellissime spiagge (sormontate da grandi alberi di ulivo) e fondali che farebbero morire di invidia anche le zone caraibiche, mentre la zona che va verso Lingua potrebbe apparire più anonima… ma c’è una sorpresa: infatti esiste ancora l’antichissima strada che unisce i due paesi. Non è in ottime condizioni, ma si parla già di un suo immediato recupero. Inoltre esiste anche una vecchia strada, questa in ottime condizioni, che, per chi volesse velocemente muoversi a piedi, collega Rinella con Leni. Vale sicuramente la pena di percorrerla.

Da ricordare la realizzazione di un meraviglioso anfiteatro in stile greco, situato in una zona molto panoramica, in cui vengono allestite interessanti iniziative teatrali.

Cucina Eoliana Pane “Cunzato” e granite da Alfredo.

Lingua Isola di Salina… pane “cunzato” e granite!

La costante di tutte le passeggiate sul piccolo lungomare di Lingua è una domanda che – non solo in italiano – qualcuno prima o poi vi rivolge: dov’e’ Alfredo? Alfredo o meglio il bar “Da Alfredo” è a pochi passi dal faro e dallo stagno, utilizzato per estrarre il sale sin dall’epoca romana, e da cui deriva il nome dell’isola di Salina.

Pane cunzato

Si va “Da Alfredo” per due ottimi motivi: la granita e il pane “cunzato” – due classici della tradizione siciliana che dalla contaminazione eoliana sembrano guadagnare in carattere.
La granita di Alfredo ha il sapore dei limoni di Salina, grandi come lo sfusato amalfitano, dei fichi che piegano i rami degli alberi dietro ogni muretto dell’isola, come dei gelsi, delle mandorle e persino delle fragole che arrivano col traghetto. Le coppe di vetro raccontano tutta la sua consistenza pastosa: senza liquido sul fondo e senza per questo essere troppo fredda, un trucco – sempre più diffuso – per farla apparire compatta che ne cancella però i sapori. Fino a due gusti diversi nella stessa coppa, con o senza panna, da gustare anche con le briosche, quelle da mangiare “siculamente” strappandone un pezzetto e farcendolo a cucchiate.

Il “pane cunzato” (“conciato” o meglio condito) qui viene proposto non come da trazione; al posto del panino o della fetta c’è un disco di pane, tostato, e servito con farciture diverse, tutte a base dei sapori dell’isola: dai dolci pomodorini alle alici sott’olio, dalle cipolle rosse  (intrecciate e appese su ogni balcone di Salina) ai capperi (semplici, in pasta o nella loro versione di “cucunci”), senza dimenticare le abbondanti grattugiate di ricotta salata al forno che viene dai caseifici della zona di Milazzo.

dabs