Panarea, Eolie Island, bianca di giorno, mondana e candele di notte…

Panarea. Oggi, Una Signora Isola.

La più piccola delle Isole Eolie, ma per fascino e bellezza davvero unica nel suo genere. L’evoluzione di Panarea in questi ultimi anni da isola elitaria e snob a Paradiso per tutti i tipi di vacanza è stata fortissima ed ha investito l’isola di un’aria nuova e più rilassata per alcuni versi .Ogni volta che una nave o un aliscafo giunge al molo del piccolo porto di San Pietro, si ripete un rituale. Centinaia di persone, tra villeggianti ed abitanti, sono lì per vedere chi arriva o per salutare chi parte. Si ha la sensazione di conoscersi un po’ tutti, anche perché ci si incontra più volte al giorno per le stradine dell’isola, percorribili solo a piedi (le auto, pensate, sono bandite!) o con “moto-ape” utilizzate per il trasporto dei bagagli. L’isola è meta di un turismo affascinato, a volte più silenzioso se si tratta di famiglia altre volte meno al calar della sera, ma sicuramente un turista attento quello che arriva a Panarea che sa di doverne rispettare i tempi e le esigenze…qui gli eoliani sono più esigenti che altrove ed il rispetto degli habitat naturali di Panarea è assoluto, così come lo è il silenzio. I turisti hanno anche, negli ultimi trent’anni, acquistato dagli abitanti terreni e ristrutturato vecchi ruderi, con cura particolare ma all’inizio in maniera indiscriminata. Recentemente invece quel “quid pluris” che caratterizza le abitazione delle Isole eolie, i loro colori ed il loro paesaggio circostante sono tornati a predominare. Lo stile Eoliano fin dai tempi antichi era caratterizzato dalla purezza delle linee e dall’essenzialità delle forme, grande economia di mezzi e dall’uso di materiali reperibili in gran parte sul luogo. L’elemento più tipico, il bianco, è invece relativamente più recente: in tempi antichi le pareti rimanevano senza intonaco, sia per una questione di risparmio sia per mimetizzarsi agli occhi dei pirati che infestavano a flotte queste acque. Tanto è vero che una delle contrade prenderà il nome dal temuto Pirata Draugh, che qui era solito ormeggiare le sue navi. Panarea deve il suo nome alle caratteristiche fisiche del terreno – Panaria ( tutta sconnessa) – che consentono comunque delle piacevolissime passeggiate tra hibiscus, piante di capperi e buganville, con lo sguardo sugli splendidi isolotti che le fanno da cornice: Basiluzzo, Dattero, Bottaro, Lisca Bianca, Lisca Nera, le Formiche, I Panarelli ed in lontananza Stromboli. Anticamente era chiamata Euonymos, testualmente “quella che sta alla sinistra” ovvero alla sinistra dei naviganti che da Lipari si dirigevano in Sicilia. eolie verde spazi sabbia e scordi panoramici eolieA monte del porto inizia la contrada di San Pietro, una miriade di casette  bianche disposte a semicerchio una accanto all’altra ed incastonate in una variopinta natura. Salendo sulla sinistra verso sud, una stradina porta in trenta minuti al villaggio preistorico di Cala Junco. Il viottolo si snoda ripido tra le abitazioni, passando accanto alla nuova chiesa di San Pietro con il suo pregevole mosaico e la terrazza da cui si gode di un panorama mozzafiato. Sotto il sagrato della chiesa ha sede la sezione distaccata del Museo Archeologico Eoliano che espone pregevoli reperti di epoca preistorica e classica di archeologia sottomarina. Si svolta a sinistra e dopo un tratto pianeggiante si oltrepassa l’abitato di Drautto, costeggiando la sua baia. In questo tratto si notano le cosiddette “spine” grandi formazioni rocciose resti di una colata lavica che arrivava sino a Capo Milazzese.  Si attraversa la bella spiaggia di Cala degli Zimmari , che consigliamo a chi vuole farsi il bagno senza doversi servire di una barca. Sulla destra del promontorio Cala Junco, forse l’insenatura più bella e suggestiva dell’intero arcipelago delle Isole Eolie.Una piscina naturale di acquea cristallina nella quale si combinano sempre più cangianti il verde, il blu, il turchese. Un tuffo nel blu attorniati da alti scogli di formazione basaltica, prismi di lava che sembrano scolpiti a bugnato, da una spiaggia di grandi ciottoli arrotondati a dallo scoglio Bastimento ed altri appena affioranti che le imbarcazioni a vela cercano di schivare prima di rilassarsi all’ora del tramonto dando ancora in questo meraviglioso spicchio di mare. Una sosta è d’obbligo anche per visitare i resti del villaggio preistorico. Sono state riportate alla luce 23 capanne ovali in pietra dell’età del bronzo, una di queste a pianta quadrangolare era forse il luogo di riunione e culto della comunità. Gli archeologi hanno rinvenuto ceramiche, mortai, macine, pentole e vasellame come se i nostri progenitori siano stati  all’improvviso assaliti e tutto sia rimasto lì esattamente come lo era allora. In ogni caso il posto da loro scelto non ha eguali: una vera fortezza naturale inespugnabile. Un braccio di roccia proteso in mare con le pareti a strapiombo che non ha niente da invidiare per la vista di cui gode a nessun superattico dei nostri giorni. sabbia isole eolieL’itinerario da scoprire alternativo a questo è di circa un’ora e si snoda da porto salendo e svoltando a destra verso Iditella e Calcara sino a Punta del Corvo. La stradina all’inzio si inerpica tra case bianche, bunganville e boutiques, ritrovi, piccoli ristoranti e registra uno strapo in salita all’altezza della vecchia chiesetta dell’Assunta. Più avanti sulla destra vale la pena di chiedere il permesso di entrare per poter godere del panorama del porto e degli isolotti da un terrazzino incastonato tra due grandi massi. Si prosegue in discesa ed andando sempre verso destra si presentano alla vista lo scoglio Spinazzola e l’isola di Basiluzzo. Sulla sinistra superata la trattoria Paolino, le case sono più distanziate ed il sentiero segue un muretto bianco di recinzione sino al bivio che a destra porta alla calcara, una splendida spiaggia di sassi dove affiorano le fumarole. La piana, pavimentata con ciottoli arrotondati, era probabilmente luogo di culto fin dall’età del bronzo. Si risale sulla strada a monte se sempre verso destra, dopo vari tornanti, si incontra Piana Palisi. Dal sentiero a quota 380 metri, si ha una buona veduta su Punta Scritta e dello scoglio Pietra La Nave. Finalmente si giunge alla vetta più alta, Punta del Corvo dalla quale si possono osservare i due versanti dell’isola con visioni d’insieme mozzafiato….. [to be continued]

Lipari la sorella maggiore.

Lipari, storia e tradizioni profonde.

Lipari la più grande e popolosa isola dell’arcipelago. La sua cittadina si estende ai piedi della imponente rocca del Castello, l’antica acropoli greca, e lungo le insenature, o nord e a sud, di Marina Corta e di Marina Lunga. Le abitazioni si arrampicano fin sotto i bastioni e la via Garibaldi ne segue l’andamento circolare, da Piazza Mazzini alla deliziosa Marina Corta.

A Marina Lunga, nel porto di Sottomonastero, approdano le navi e gli aliscafi. Lipari o Meligunis, come veniva chiamata dai Greci per il suo dolce clima, sorprende per la varietà dei paesaggi, dovuti alla complessità geologica del territorio. Ben dodici vulcani hanno modellato, nei millenni, l’isola. La sua natura vulcanica è evidente nella Valle Muria, dalle rocce rosse, e nella costa nord orientale, coperta da una vasta colata di pomice che nasconde rovine romane del IV secolo D.C. Su questa vasta montagna bianca si intersecano tre colate di Ossidiana della Forgia Vecchia, delle Rocche Rosse e quella più antica a Nord di Canneto. Pomice e Ossidiana, il bianco e il nero. Sono entrambe vetrose e costituite da silicio, ma diversi sono i pesi specifici, la modalità con cui è avvenuta l’eruzione ed il raffreddamento del magma. Le lamine e le punte, prodotte con la preziosa ossidiana, hanno determinato, prima dell’età del bronzo, la ricchezza di Lipari, in quanto merce di scambio con i popoli che ne erano privi. Oggi i giacimenti di pomice si estendono per otto chilometri quadri e sino a 30 anni fa sono stati la seconda risorsa dell’isola, dopo il turismo.

Alla scoperta della cittadina

Tornando a parlare del paese, il centro di Lipari Corso Vittorio Emanuele, il vecchio decumano romano, che è ancora oggi la via principale. Percorrendolo nei mesi estivi è sempre molto animato e c’è un via vai di turisti e liparoti. Si fanno acquisti o si consuma lentamente il rito del passeggio serale.

E’ tutto un susseguirsi di negozi, agenzie e ritrovi. Tra le tante cose che attirano l’attenzione, Malvasia e Capperi  sono gli acquisti più comuni e si possono reperire un po’ ovunque. E’ tuttavia difficile trovare una buona bottiglia di Malvasia perché la domanda supera di gran lunga la produzione.

Il Castello

La prima meta del nostro itinerario è visibile da ogni parte della cittadina perché la sovrasta con le sue poderose mura cinquecentesche.

E’ la fortezza naturale della rocca del Castello, una struttura geologica di natura vulcanica, che domina i due approdi dell’isola ed è stata quasi ininterrottamente abitata per seimila anni.

Ogni età ha sovrapposto le sue testimonianze:   dal neolitico sino all’Acropoli Greca, alla città Romana, a quella Normanna sino alle attuali fortificazioni della città spagnola che nascondono i resti delle cinte precedenti. All’interno delle mura vi sono ben sei Chiese da visitare.

All’interno vi è anche un Museo Archeologico creato nel 1954 da Luigi Barnabò Brea, espone organicamente in diversi edifici, sul Castello di Lipari. Vi sono complessi di reperti provenienti dagli scavi intensamente condotti dal fondatore e studioso, da tutto l’Arcipelago Eoliano.

L’esposizione, pur nel rigore scientifico, è improntata, secondo la limpida concezione didattica dei suoi creatori con criteri  chiaramente illustrativi che rendono la visita piacevole anche a chi non è esperto di archeologia.

 

Passeggiate sull’Isola di Lipari

Fino al 1930 tutta l’isola era percorsa da sentieri che servivano ai contadini per recarsi ai campi o ai lavoratori della pomice per raggiungere le cave.

Poi, l’abbandono delle coltivazioni, per emigrare in terre lontane o dedicarsi al nascere del turismo, ha portato, in parte, a farne perdere le tracce sotto una rigogliosa vegetazione.

Ginestra, Erica, Oleandro, Rosmarino, Cappero e Mirto colorano e profumano tutta l’isola. Passeggiate senza fretta in questa natura incontaminata e selvaggia, riteniamo sia l’esperienza più bella che l’isola possa offrire.

L’isola ha una buona rete di trasporti pubblici, le fermate grazie ai cortesissimi conducenti, sono anche personalizzate e rendono molto agevoli le escursioni. Il Capo Linea si trova a Marina Lunga  alla fine del Corso Vittorio Emanuele, anche se gli autobus è possibile prenderli anche a Marina Corta.

 

Dopo Cena

L’isola di notte si anima ancora di più perché tutti, dopo una giornata di mare e sole, affolano il corso e Marina Corta. Qua ci si da appuntamento per decidere la serata. Tante sono le alternative e svariati ritrovi.

Segnaliamo, in Vicolo Silenunte il Ristorante La Kasbha un raffinato giardino dove si possono assaggiare dei piatti siciliani, elaborati con cucina moderna, ma con prodotti naturalmente locali.

Naturalmente anche da Il Filippino il più noto tra i ristoranti di Lipari fondato nel 1910, ricordato per la grande vasca delle aragoste, tra le tante ricette segnaliamo i ravioloni ed il carpaccio di pesce insieme alla eccellenti crudità, mentre per il pesce cucinato lo scorfano “a ghiotta”.

raya a panarea aperitivo alle e olieLocali dove si può fare tardi ascoltando musica dal vivo, e dove si balla praticamente in strada, come L’Approdo Wine Bar, il Chitarra Bar, oppure la discoteca all’aperto sul mare a Canneto il Sea Light o il Turmalin in Piazza Municipio.

Per chi non vuole perdere niente, in collina si possono raggiungere, anche facendosi venire a prendere dalle navette messe a disposizione dai locali stessi, un paio di agriturismi come Le Macine a Pianoconte, dove si può degustare piatti come ravioli di cernia, insalata di radicchio, pesce agli agrumi, e per finire dolci e rosolio della casa. Altro incantevole posto a Quattropani  Agriturismo A Mensa Quartara si trova in piena campagna e tra i suoi piatti caratteristici si annoverano “Pasta di Ziti”  e coniglio in agrodolce.

Il Santo Patrono festa di Lipari

San Bartolomeo Apostolo presente a Lipari già nel VI secolo, una tradizione relativa all’approdo del Sacro Corpo. C’era infatti un gran tempio elevato in onore del Protettore e c’era pure un gran movimento di pellegrini forestieri, che qui venivano a sperimentare “le Virtù” e “le Grazie” di quelle spoglie taumaturgiche, ma dire che la devozione di San Bartolomeo e questa forma di primitivo turismo risalissero all’anno 264, come vuole la tradizione locale, sarebbe forse azzardato. Tuttavia rimane un fatto incontestabile che le cose di Lipari stavano proprio così da molto tempo, assai prima che ne facesse menzione l’antico scrittore francese.

Filicudi… l’elìte dei viaggiatori di mare!

L’”Isola dell’elìte dei viaggiatori di mare”. Bella, per tutti.

 

La primavera arriva presto a Filicudi ed è un turbinio di mille colori, un’esplosione di profumi che evocano ricordi lontani. E’ bello qui, in ogni stagione, percorrere i mille sentieri che la attraversano o spulciare in barca a vela le cale mozzafiato che si incontrano affrontando il periplo di quest’isola, una delle più piccole delle Isole Eolie, ma senza dubbio tra le più fascinose. Sentieri e terrazzamenti qui a Filicudi realizzati nel corso dei secoli per consentire la coltivazione dei terreni sono un meraviglioso ed imponente esempio del lavoro umano si, ma anche del suo rispetto ancestrale per una terra che anche se lavorata mantiene la freschezza e il selvaggio di un’isola appena scoperta come se qui l’uomo avesse capito che Filicudi potesse essere abitata solo rispettando i tempi che la Natura gli impone. In terra battuta o lastricati in pietra questi sentieri hanno ancora la larghezza di poco più di un metro, in modo da far passare gli asini ancora oggi insostituibili per raggiungere molte zone dell’isola di Filicudi. In quale altro luogo accade??? Forse, a volte, nei nostri sogni. Di essere davanti ad un lembo di terra minuscolo con una sabbia nerissima e di scorgerlo e scoprirlo pian piano mano a mano che la prua della barca a vela si indirizza verso il punto di ancoraggio. E di sapere che questo luogo molti non lo vedranno mai  o lo raggiungeranno solo in groppa ad un mulo. Non è un turismo d’elite quello di Filicudi, ma elitario si ed è bene che rimanga tale. E’ bene che qui si avventurino solo coloro che sono capaci di bere una birra al Saloon di Antonio, ma anche di apprezzare il silenzio indiscusso che avvolge l’isola all’ora del tramonto. E’ bene che siano in pochi ad arrivare a Filicudi perché delle sette Isole Eolie lei è quella più intatta dove la moda dei luoghi non esiste, dove sarebbe bene arrivare scalzi per sentirne il calore sotto i piedi e dove vorresti che ad un certo punto tutti sparissero per poter ammirare solo tu il movimento lento degli alberi galleggianti delle barche a vela ancorate silenziose davanti al minuscolo attracco dell’inesistente porto. Filicudi è così. Un rapimento improvviso in ogni suo angolo. A terra capperi e vigneti, ulivi e carrubbi caratterizzano l’aspro paesaggio dominato dalle rocce rosse tutte di aspetto diverso, segnate dal tempo….dal vento e dalle tempeste epiche che lasciano l’isola di Filicudi isolata ed in preda al suo destino solitario anche per giorni e giorni. Rilievi e valloni creano un paesaggio non  uniforme. La macchia mediterranea particolarmente folta sul versante nord copre l’isola per intero. Le coste non scendono ripide in ogni lato dell’isola ma a volte dolcemente, creando nel mare una varietà di colori che va dal verde, al blu al viola fino a perdersi nelle profondità più ripide in un blu intensissimo e spaventoso che gli amanti dello snorkeling qui possono ammirare. Il selvatico dell’isola di Filicudi supera di gran lunga quella delle altre sei isole Eolie ed è ovunque. Ammanta l’isola tutta e le sue pertinenze, come la spettacolare Grotta del Bue Marino con la sua atmosfera mistica ed La Canna; una roccia alta circa 70 metri, una nera lama infissa nel mare più blu e che affacciandosi dalla poppa della barca a vela con il naso all’insù ti rimette al tuo posto e ti fa sentire piccino sotto di essa: è la forza della natura nelle sue manifestazioni più impressionanti che con le eruzioni vulcaniche improvvise crea queste meraviglie che spuntano dal mare plasmate dal vento e che forse scendono giù, sotto il pelo dell’acqua fino al centro della Terra. Il clima, la luce abbagliante, l’impervia violenza di Madre Natura, il profumo della sua macchia che riesci a percepire anche mentre stai navigando rendono l’unicità dell’isola di Filicudi indiscutibile. E’ emozionante camminare lungo i sentieri interni, nel silenzio che devasta lì per lì le nostre orecchie, è emozionante la visione all’imbrunire delle tante case diroccate che si stagliano contro il cielo. Il miracoloso equilibrio dei terrazzamenti sembra impossibile da capire e camminarci al di sotto o al di sopra fa sentire che la Natura si sente protetta qui e non temendo la mano cauta dell’uomo, lo aiuta nelle sue mansioni più difficili. È gioiosa la cordialità della gente, che saluta con allegrezza e cordialità. E’ meraviglioso il cielo a Filicudi dove non vi è illuminazione stradale e le stelle non sono mai mortificate od offuscate.  Esse rendono indimenticabile il cammino nelle notti di luna piena. Ancora oggi delle ISOLE Eolie, l’isola di Filicudi viene percepite dagli abitanti di tutte le altre come luogo remoto. In effetti ciò che la fa sentire lontana non è tanto la distanza, ma qualcosa di più profondo: è una distanza nel tempo, nel modo di essere dell’isola di Filicudi e della sua gente. Ecco cos’è: è la lontananza dal luogo comune, la differenza da tutto ciò che siamo abituati a sentire, la profonda divergenza dai luoghi abitati e frequentati dalle persone  in un tempo che io chiamo “sempre”. Quest’isola non è il luogo del sempre, ma il posto “di una volta” anche se quella volta ti rimane appiccicata sulla pelle e stampata nel cuore per sempre. Abbiamo accompagnato qui in barca a vela persone, coppie che avevano visto Filicudi quarant’anni prima in occasione del loro viaggio di nozze e che ci tornano con noi con l’emozione negli occhi di chi sembra non l’abbia vista mai , ma se ne ricorda ogni particolare. Non è facile seguire i ritmi di quest’isola, te ne devi allontanare un attimo per capirne le complessità ed il senso, ma devi stare attento perché ti frega in un attimo: se è amore, aspetterai come me tutta la settimana per rivederla ancora una volta ed anche se il cuore alle isole Eolie lo devi dividere in tanti pezzettini da lasciare qua e là perché non puoi non amarle in ogni dove, qui a Filicudi ci lascerai i pensieri più reconditi e puri. Se ami il mare e la Natura e la possibilità che queste due cose si fondano in un unicum, qui è possibile che questo accada. Ma non tutti lo vedono o lo percepiscono. E’ “elitaria” per questo: a tutti piace, ma solo Lei seleziona i suoi amanti più coraggiosi ed appassionati. Mi auguro che Tu rimanga sempre Tu: asprigna ed inselvatichita. Possente come nessuna.

 

Simona

Esempio di crociera di sette giorni alle Isole Eolie

Esempio di Crociera Settimanale

Navigare verso le bellissime Isole Eolie note per le loro incomparabili bellezze costiere e subacquee e per i fondali tra i più ricchi di specie marine di tutto il Mediterraneo, significa entrare nel mondo marino delle “Sette meraviglie del Mediterraneo” così vengono anche chiamate le isole, grazie al loro straordinario fascino. Sette isole di origine vulcanica, l’una diversa dall’altra nei paesaggi e nel carattere, l’ambiente ideale per passare una settimana in barca a vela all’insegna del relax, del divertimento, del sole e della spensieratezza.

PRIMO GIORNO, SABATO

imbarco ore 19:00: Lipari – Porto Pignataro.
Il nostro tour comincia da Lipari, dove, dalle 19:00 del sabato, i nostri ospiti potranno imbarcarsi presso il Porto Pignataro, porticciolo turistico a circa 2 km dal molo di attracco degli aliscafi.

Noi saremo lì ad aspettarvi! “Conoscerete” da vicino le nostre imbarcazioni e, non appena saliti per prendere un po’ di confidenza con i nuovi spazi, procederemo all’assegnazione delle cabine; avrete il tempo di sistemare le vostre cose e riprendervi dal viaggio; uno dei momenti più divertenti sarà il “cattivissimo” briefing con lo Skipper, che ci permetterà di conoscerci un pò meglio!

Se vorrete uscire saremo felici di accompagnarvi per la cena e provare così insieme uno dei tanti ristoranti tipici Eoliani; sarà anche un’ottima occasione per cominciare a conoscerci e a conoscere le Eolie, famose anche per la loro cucina. Altrimenti a bordo non mancherà comunque niente per godersi un’ottima cena in relax…
Dopodiché, chi non è ancora stanco della giornata e non vuole tornare subito a bordo per coricarsi in cabina, potrà godersi una passeggiata per le vie del centro di Lipari, animate da diversi locali all’aperto con musica dal vivo….magari anche affacciarsi da Subba, “LA” pasticceria del corso di Lipari, che dal 1930 delizia anche i palati più fini con le sue specialità…granite, cassate e cannoli!

SECONDO GIORNO, DOMENICA

Panarea (12 Miglia)

La domenica mattina si mollano gli ormeggi….magari dopo aver fatto un salto in pescheria a comprare da Giuseppe dell’ottimo pesce fresco da gustare per pranzo!
Non appena salpati, vi accorgerete di cosa parlano i naviganti quando vi raccontano, rapiti, del mare e della sua poesia…”Sono cittadino del piu’ bel paese del mondo. Un paese dalle leggi dure ma semplici, che non bara mai, immenso e senza frontiere, dove la vita scorre al presente….” scriveva Bernard Moitessier; solo la barca a vela ed i suoi silenzi, i suoi colori ed i suoi profumi vi possono regalare attimi così inebrianti. Il senso di libertà che essa dona è impareggiabile, la vicinanza al mare mai scontata e sempre una sorpresa…imparerete ad apprezzarla durante tutta la settimana e sarà difficile poi tornare con i piedi per terra!

Ci dirigeremo subito verso le acque cristalline delle cave di Pomice per un primo bagno. Qui l’acqua, caraibica e trasparente, è un invito a tuffarsi; lo spettacolo è suggestivo: sul mare, di un azzurro chiarissimo e quasi vitreo, per i depositi di pomice sul fondo, si protendono ancora le vecchie passerelle che un tempo venivano usate per portare i carichi di pomice direttamente alle navi. Non esiste modo migliore per cominciare la vostra vacanza!

Navigheremo puntando la prua sull’isola di Panarea, la più “snob”, frivola e vacanziera delle sette, la “Capri” delle Eolie ; avremo circa 9 miglia di navigazione, che, se Eolo ci sarà favorevole effettueremo a vela…la brezza marina e l’incedere certo dello scafo contro le onde ci accompagneranno lungo il tragitto; c’è chi si gode il sole, chi un buon libro e chi ne approfitta per un meritato relax. Effettueremo la prima sosta a Cala Zimmari di lato a Punta Milazzese, cornice perfetta per un bagno e perché no, per un ottimo pranzo in barca. Un posto sicuro con venti costanti da N e NW, dai fondali sabbiosi ricchi di poseidonia.

Nel tardo pomeriggio decideremo poi se fermarci qua per la notte oppure, al tramonto, spostarci nei pressi dello scoglio di Dattilo di fronte al paese.

Al crepuscolo le Isole si mostrano in tutta la loro bellezza: la suggestione è data dalla natura che prorompe con straordinaria varietà di colori e sfumature in ogni dove…è esuberante Panarea, in ogni sua manifestazione, dalla spiaggia della Calcara con le fumarole, al giallo dello zolfo dei suoi scogli, nelle ripide pareti della costa occidentale, nelle rocce colonnari di Basiluzzo e in quelle a prismi della baia di Cala Junco.

Come sempre c’è chi si gode il tramonto aspettando di cenare sotto le stelle e chi invece non può rinunciare a visitare l’isola…per loro è il momento di scendere a terra! Insieme a passeggiare per le vie del paese, per poi ritrovarci al Raya, locale e discoteca, si, ma anche una delle tante tipiche costruzioni del paese…curatissima, fin nei minimi dettagli, una terrazza sul tetto piatto dalle tradizionali case eoliane, dai portici floridi e coloratissimi di ibiscus, bouganville e roseti, tutto sorretto da rotonde colonne. Gustare un aperitivo sulla terrazza del Raya, a luci soffuse, ammirando lo Stromboli che, inquieto, sbuffa all’orizzonte è un’esperienza che vale da sola questo viaggio! Ma è anche familiare Panarea: sia che scegliate di trascorrete in discoteca la vostra serata, sia che scegliate di passeggiare lungo i vicoli dell’isola o di rientrare nella tranquillità della Baia in barca per cenare siamo sicuri che trascorrete una splendida serata. Leggi tutto “Esempio di crociera di sette giorni alle Isole Eolie”