Aria, Acqua, Terra e Fuoco…

Aria, Acqua, Terra, Fuoco. Tutto il necessario alla Vita è qui.

Esiste un “ramo attivo” delle isole Eolie, quello dove la fervente attività vulcanica è ancora in atto, in alcune nel sottosuolo in altre, come Stromboli, ben visibile anche al di sopra. Le Isole Eolie sono la porzione emersa di sette edifici vulcanici situati a largo della costa settentrionale siciliana. Le isole formano un arcipelago con forma di “i greca” rivolta verso nord ed è possibile distinguere tra isole vulcaniche dove l’attività è ancora in corso (Vulcano, Lipari, Panarea e Stromboli) ed isole in cui essa è da considerarsi estinta (Alicudi, Filicudi e Salina).

Vulcano, anticamente chiamata Therasίa = “terra calda” e poi ribattezzata Hierá = “sacra”, poiché qui si supponeva vi fossero le fucine di Efesto e dunque “sacra” al dio Vulcano, per chi viene dalla Sicilia l’isola di Vulcano è la porta d’ingresso all’Arcipelago Eoliano. Formatasi negli ultimi 120mila anni attraverso eruzioni effusive e fortemente esplosive, Vulcano è la porzione emersa di un edificio che si innalza dal fondo del Tirreno per circa 1500 metri. L’ultima eruzione è avvenuta tra il 2 agosto 1888 ed il 22 marzo 1890, un evento studiato e descritto da numerosi studiosi tra cui Giuseppe Mercalli e caratterizzato da una particolare attività, poi ribattezzata appunto “vulcaniana”, per indicare un tipo di eruzione con forti esplosioni e lancio di bombe incandescenti anche a grande distanza. Oggi il vulcano è in stato di quiescenza, tuttavia l’orlo de La Fossa e la zona della Spiaggia di Levante sono interessate da campi fumarolici, con gas anche di alta temperatura, a testimonianza della presenza di una sorgente magmatica profonda ancora attiva. Fluidi e gas magmatici risalgono ancora oggi lungo le numerose fratture riscaldando il tratto di mare antistante la zona del Porto di Levante: qui infatti è possibile fare il bagno, anche in pieno inverno, immersi nelle calde acque del golfo, magari ammirando con una maschera gli spettacolari treni di bolle che risalgono dal fondale. L’interazione tra mare e magma ha creato inoltre grotte e particolari formazioni rocciose disseminate lungo le coste dell’isola. Come non citare le Cale del Formaggio e di Mastro Minico, dove l’acqua assume toni sfavillanti, degni di una località esotica o ancora Punta Monaco, dove le pareti di Monte Lentia si tuffano in mare formando la piccola baia verde smeraldo conosciuta come ‘Piscina di Venere’: un vero paradiso in cui fare il bagno. In fondo alla stessa cala si trova poi la Grotta del Cavallo, un anfratto dove stalagmiti, pozze e concrezioni nate dall’azione combinata di vapori e acque sulfuree diventano arabeschi scintillanti quando gli ultimi raggi di sole filtrano all’interno della cavità. Più a sud, a Punta del Grillo, si trova una sorgente di acqua calda dove poter fare il bagno guardando l’intera costa settentrionale siciliana, qui dominata dalla mole impressionante dell’Etna. Vulcano però non offre solo splendide località di mare: l’isola è caratterizzata da un ambiente estremamente variegato, che invita ad interessanti trekking alla scoperta di punti panoramici, canyon e coni vulcanici. Il tour dell’isola in barca a vela con ormeggio a Ponente o alla Baia di Vulcanello è senza dubbio da preferirsi.

Tra questi per esempio è d’obbligo una gita alla Valle dei Mostri di Vulcanello, un luogo dove le colate di lava hanno disegnato figure mostruose, oggi colonizzate da ginestre e macchia mediterranea. Tra i punti panoramici più conosciuti, Capo Grillo è senza dubbio la località da cui è possibile abbracciare con lo sguardo quasi tutte le isole Eolie, mentre la zona di Lentia offre i tramonti più belli dell’isola. La Gola di Rio Grande, invece, è la meta ideale per un trekking impegnativo – soprattutto per il caldo e per le zecche – ma sorprendente: si tratta di uno spettacolare canyon scavato dalle acque nei depositi vulcanici, che conduce in un tratto di costa poco. Imperdibile poi è l’ascesa al cono de “La Fossa”. Piuttosto faticosa nelle giornate assolate, l’escursione consente di camminare sulla storia geologica più recente dell’isola, tra l’ampio cratere e le grandi bombe vulcaniche dell’ultima eruzione. Lo sguardo abbraccia tutte le Eolie, mentre il campo fumarolico dipinge il suolo bollente con il giallo dello zolfo ed il bianco dell’allume.

Separata da un braccio di mare di appena 800 metri da Vulcano, Lipari è la più grande e popolosa delle isole Eolie. Porzione emersa di un complesso vulcanico geologicamente connesso a quello di Vulcano, Lipari ha avuto un’articolata storia eruttiva, suddivisa in diversi cicli di attività subaerea, iniziata 223mila anni fa e conclusasi tra il 780 ed il 1230 d.C. con le due poderose eruzioni del Monte Pilato. Oggi in alcune zone dell’isola, sia subacquee che subaeree, sono presenti numerose manifestazioni di vulcanismo secondario come emissioni gassose e termalismo, a conferma che la sorgente magmatica è ancora attiva. Lipari è stata abitata sin dal Neolitico, come confermano i numerosi ritrovamenti archeologici a testimonianza della presenza di una fiorente civiltà basata sull’agricoltura e sull’estrazione dell’ossidiana (il prezioso vetro vulcanico) ed ha seguito le vicende storiche della vicina Sicilia, ad eccezione di alcuni periodi in cui è rimasta presumibilmente disabitata. A conferma della lunghissima e densa storia, all’interno del complesso dell’antico Castello che domina il porto, è possibile visitare lo splendido Museo Archeologico Eoliano che raccoglie non soltanto i reperti dal periodo preistorico al periodo classico ma anche un’interessante collezione di rocce delle Eolie e di fossili del Quaternario. Il centro abitato principale dell’isola è costituito da un dedalo di chiassose stradine dov’è possibile trovare bar, ristoranti e negozi anche lussuosi: famosissima la piazzetta di Marina Corta con vista sul mare. Lipari possiede inoltre altre piccole frazioni disseminate nella campagna isolana o sulla costa come Canneto, sempre sulla costa orientale, o Quattropani, con vista eccezionale sulle isole più occidentali dell’arcipelago. Una visita è obbligatoria alle terme di San Calogero, ad alcuni chilometri di distanza dal principale centro abitato; il centro termale è chiuso dagli anni ’70 ma è presente un’area museale visitabile. Le coste di Lipari offrono tantissime spiagge anche selvagge ed incontaminate, dove poter passare una splendida giornata di mare tra snorkeling e relax. Bellissima la spiaggia di Vinci, raggiungibile solo in barca si trova vicino Punta Crepazza, oppure ancora la spiaggia Valle Muria, con la vista sui Faraglioni di Pietra Lunga e Pietra Menalda, infine la spiaggia di Acquacalda, situata difronte all’omonima frazione. Chiusa purtroppo per rischio idrogeologico la spiaggia Bianca, costituita dalle bianchissime pomici di Monte Pilato e che ha reso Lipari famosa in tutto il mondo.

E poi situata a metà strada tra Salina e Stromboli, con i suoi 3,4 kmq di superficie c’è Panarea, la più piccola delle isole Eolie. Anch’essa, insieme agli isolotti di Basiluzzo, Lisca Bianca, Lisca Nera, Bottaro, Dattilo, Panarelli e le Formiche, è la porzione emersa di un complesso apparato vulcanico per lo più sommerso che si è edificato negli ultimi 150mila anni. L’ultima attività eruttiva dovrebbe aver coinvolto un centro eruttivo posto in prossimità dell’attuale Basiluzzo, tuttavia ancora oggi sono presenti vigorose manifestazioni di vulcanismo secondario in forma di attività fumarolica sottomarina, nei pressi dei piccoli isolotti satelliti e presso la spiaggia della Calcara sotto forma di emissioni gassose. La sorgente magmatica di Panarea è dunque ancora attiva. L’isola è diventata nel tempo una delle più rinomate destinazioni del turismo internazionale, è infatti spesso visitata da numerosi personaggi famosi e da un turismo di massa con cui il delicato habitat naturale deve necessariamente fare i conti. Tra feste, bar e locali alla moda, il patrimonio ambientale e soprattutto culturale dell’isola sembra passare in secondo piano, eppure Panarea ha tantissimo da offrire, soprattutto fuori stagione. L’isola è attraversata da una fitta rete di sentieri che risalgono le lussureggianti pendici di Pizzo Corvo, tra capperi, ginestre e una profumata macchia mediterranea. Tappa obbligatoria è il villaggio dell’età del Bronzo di Capo Milazzese, dove sono visibili i resti di alcune capanne e di antiche strutture all’interno dello stretto promontorio che disegna la bellissima Cala Junco. Alcune abitazioni conservavano resti di pavimentazione ed arredi costituiti da mortai, macine, tavoli e lastre utilizzate come sedili; i materiali rinvenuti durante gli scavi così come i relitti delle navi sono oggi esposti al Museo Archeologico di Lipari. Tra le località di mare più belle dell’isola, oltre alla suddetta Cala Junco, sono da annoverare la Cala degli Zimmari, nel versante meridionale dell’isola, la bollente spiaggia della Calcara e la Cala Bianca, lungo la costa occidentale, raggiungibile solo con la barca. Appuntamento poi su una delle terrazze di San Pietro al calar del sole, quando la notte di Panarea è illuminata dalle spettacolari esplosioni dello Stromboli che domina l’orizzonte a nord-est.

Stromboli ovvero ‘Iddu’, come lo chiamano i suoi abitanti, è l’isola più orientale delle Eolie nonché un meraviglioso vulcano che emerge per circa 900 metri dalle acque del Tirreno. 12 chilometri quadrati in cui sono riassunti tutti i colori della Sicilia: dal rosso del magma, lanciato in aria ogni 10-20 minuti, al blu profondo del mare che ne bagna le coste, fino al giallo intenso delle ginestre.

Il vulcano attuale, di cui ne vediamo soltanto un venticinquesimo – il resto è sommerso -, è frutto di almeno 160mila anni di attività eruttiva. Dimensioni veramente imponenti e paragonabili soltanto a quelle dell’Etna. Prima che il vulcano emergesse nella posizione attuale, doveva esistere però un altro edificio poi estintosi ed eroso dal mare: l’unica testimonianza fisica è lo scoglio di Strombolicchio ovvero il condotto solidificato dell’antico vulcano. Oggi l’attività dello Stromboli è contraddistinta da esplosioni frequenti di medio-bassa energia, caratterizzate dal lancio di brandelli di magma incandescente che ricadono in prossimità dell’area craterica: è la cosiddetta attività stromboliana, uno spettacolo unico che richiama turisti da tutto il mondo. Quando l’attività lo consente, è possibile raggiungere la sommità del vulcano, obbligatoriamente accompagnati dalle guide locali, per raggiungere il Pizzo Sopra La Fossa, un balcone naturale posto a circa 900 m di quota da cui si domina la terrazza craterica, posta più in basso di circa 200 metri. Dalla cima del vulcano è possibile dunque ammirare in tutta sicurezza i getti di magma incandescente illuminare il cielo del tramonto: una delle esperienze più emozionanti per chiunque visiti la Sicilia. Non solo montagna a Stromboli, le coste dell’isola regalano angoli veramente incontaminati, come la lunghissima spiaggia della Forgia Vecchia, a sud del porto, un paradiso raggiungibile solamente a piedi (o in barca) e posto proprio all’uscita dell’immenso pendio omonimo, o ancora la più frequentata spiaggia di Piscità, posta proprio in prossimità delle case più esclusive dell’isola. Se siete amanti delle atmosfere tranquille, lontane dal tipico caos delle località turistiche, Ginostra è il luogo che fa per voi. Un pugno di case dislocate tra capperi e macchia mediterranea: un paradiso raggiungibile solo in barca, dove il tempo sembra essersi fermato. Per apprezzare appieno l’isola è però necessario circumnavigarla, soltanto così è possibile scoprire coste disabitate, come la zona di Punta Lena con i suoi uliveti abbandonati, o ancora l’impressionante Sciara del Fuoco, l’enorme pendio su cui rotolano le scorie incandescenti eruttate dal vulcano. Occhi dunque sempre puntati in alto a Stromboli, soprattutto di notte, per osservare il rossore dei brandelli di magma incandescente affievolirsi nel profondo cielo stellato come meteore d’agosto.

Tribù galleggiante…

Cala Junco, Panarea

Cala Milazzese, la prima baia che incontriamo navigando da Lipari verso Panarea è forse la fotocopia di quelle piccole spiaggette rocciose di origine vulcanica che scorgi sfogliando qualche libro di viaggio in libreria. Si apre agli occhi con una luminosità inaudita e poichè il groviglio di rocce che si insinuano come fiordi è assolutamente inusuale, lo spettacolo si apre completamente alla vista solo quando a nuoto ed una volta che la barca a vela vi si è accostata in rada, raggiungi la parte più remota dove si trovano delle piccole piscinette di acqua limpida e blu che assomigliano ad acque termali tanto che in alcuni punti le esalazioni di zolfo sono così forti da far affiorare piccole bolle in superficie. In rada ad ancora calata sul fondo di posidonia il Margaux si erge in tutta la sua bellezza e luminosità e nuotarci attorno alla ricerca delle bellezze sottomarine è forse una delle esperienze più emozionanti…roba da velisti insomma quella di vivere il mare non più dalla spieggia come i comuni mortali ma tuffandosi nel blu cobalto di questo mare dalla plancia di poppa del Margaux che sfiora l’acqua ad ogni incresparsi di onda. Il momento del pranzo in barca a vela, a Panarea come in tutte le altre isole è caldo ed abbagliante, ma sempre sorprendente…tutti ci adoperiamo collaborando affinchè la tavola sia perfetta anche quelli che solitamente secondo me fanno poco caso a queste cose….credo sia per il fatto di rendere la nostra convivenza il più piacevole possibile per l’altro, per i tuoi compagni di viaggio fino a qualche ora fa sconosciuti ma con cui scopri di avere molte cose in comune…scegliere di fare una vacanza in barca a vela è sicuramente il frutto di una forma mentale particolare che l’amante dell’albergo e della stazionarietà non sceglierà mai , ma che accomuna invece noi e tutti coloro che abbiano scelto questo pazzesco mezzo di trasporto da cui faremo molta fatica a separarci a fine settimana.

All’ancora, Eolie

Lo skipper mette la sua parte in tutto questo, ma il rapporto di vicinanza che si instaura con la barca a vela, assolutamente Donna, e con i suoi spazi è elitario in ogni suo aspetto…non è tua certo, ma la scopri subito degna del più alto rispetto verso un oggetto che oggetto non è…sto involontariamente dando ragione a chi personifica questi capolavori di ingegneria e di fascino, è vero. Ma questa empatia con la barca a vela, credetemi è giustificata. I momenti di relax dopo il pranzo sono scanditi da minuti lenti, non c’è alcuna fretta ed ogni membro dell’equipaggio si addentra nei suoi pensieri o leggendo o godendosi il sole oppure nuotando. Ogni angolo degli spazi sopra coperta del Margaux risulta essere accogliente ed il pomeriggio scorre lento e piacevolissimo veleggiando verso l’isola che ci accoglierà per la notte. Le isole Eolie sono per fortuna scarne di porti e non ne vedremo nessuno tranne quello di Salina ed è un bene poiché ancorarsi fronte paese in uno specchio d’acqua luminoso e scuro di  notte, passare la nottata cullati dalle brezze serali è un momento che non si dimentica e che mi fa venire in mente le mie letture marinaresche, forse le pagine del Vecchio ed Il Mare e forse anche qualcosa letto qua e là di velisti che nel Mondo hanno fatto la storia, ma tutti accomunati da un unico particolare, l’amore per il mare e per tutto ciò che circonda questo mondo. Ci sentiamo dei fortunati, stiamo facendo la nostra doccia serale in mare, stiamo asciugando i nostri “panni” all’aria di mare, facciamo prendere aria e sole ai capelli senza usare alcun phon , ci prepariamo a scendere per la nostra serata a terra facendo poco caso ai vestiti che indossiamo, magari le signore anche senza trucco, tutti noi senza dubbio stupiti nel vederci gironzolare con un paio di ciabatte in mano che faremo fatica a mettere anche una volta arrivati a terra tanto siamo abituati a questo viaggiare lento ed assorto a piedi nudi sentendo il calore del sole e del teck.

Lipari
Panarea, Isole Eolie

Il tender del Margaux e l’abilità dello skipper portano anche i più imbranati di noi ad arrivare a terra sospinti da questo piccolo gommoncino, comodissimo, che sfreccia in baia tra le prue delle tante barche a vele che hanno scelto di passare la notte qui come noi. La spiaggia di Cala Junco attende il nostro arrivo inebriando immediatamente le nostre narici di quell’inconfondibile profumo di bouganville che impareremo pian piano a riconoscere a tutti i nostri arrivi sulle isole…misto al profumo del bianchissimo e candido fiore del cappero, quello che ha questo fiore a siepe di un rosa acceso è il sentore tipico di queste sette isole; fiore che cresce selvatico e rigoglioso in ogni dove e che ne diventa simbolo poiché ogni tetto, terrazza ed angolo di queste piccole casette bianche dal tetto piatto ne possiede almeno un po’. La passeggiata lungo le piccole strade di Panarea che decidiamo di fare all’imbrunire evitando di farci portare direttamente all’ormeggio del piccolo porticciolo ci dimostra quanto le dicerie sulla snobberia di quest’isola sia totalmente falso…Panarea è un isola molto chic nei suoi locali, nelle sue boutique, nel modo dei vacanzieri di presentarsi alla sera, ma allontanandosi dal frastuono degli innumerevoli happy hour si scopre anche un aspetto dell’isola che a molti rimane sconosciuto. Passeggiando i gatti appollaiati sulle finestre blu ci accolgono sornioni, il caldo della pavimentazione un po’ sconnessa fatta anch’essa di pietre laviche scalda i piedi quasi come se evaporasse di tutto il calore immagazzinato durante il giorno…la piccola chiesta affacciata sul mare che incontriamo è un capolavoro artistico di minuteria; i piccoli dipinti, le pochissime panche, i libri delle letture, la piccola terrazza, la piccola croce, un silenzio assoluto turbato solo in parte

Isole Eolie

dall’arrivo di qualche turista…Panarea è anche questo e anche se talvolta durante la passeggiate possono sentirsi in lontananza i frastuoni degli aperitivi in corso, sembra, e lo è, tutto perfettamente equilibrato; la mente che si è rilassata camminando si prepara pian piano a gestire il movimento della serata glamour che sta per cominciare. Panarea è insomma un ottimo compresso tra ogni esigenza e non c’è niente che risulti, come invece mi aspettavo, grezzo o poco elegante. Se è vero che “lessi s more”, allora quest’Isola ne è l’emblema e sembra paradossale addossarle queste caratteristiche, ma così è…si cena a lume di candela, si brinda, si balla anche e si gode di un happy hour lontanissimo da quello conosciuto su una terrazza che ti fa scorgere lo Stromboli con il suo pennacchio di fumo all’orizzonte….c’è qualcosa di più inebriante? Sta qui forse un po’ dell’essere snob: l’essere unica ed il saperlo perfettamente.[…] to be continued

Panarea, mare da scoprire e terra da vivere!

Panarea mix d’eccezione !!

Un transatlantico, uno yatch, una barca di proprietà o a nolo, una a remi, un guscio di noce o meglio, un gommone sono indispensabili per partire alla scoperta di questo mare incantato. Perché qualunque cosa abbiate o scegliate, il periplo dell’isola merita una mansione a sé in questo viaggio alla scoperta delle Isole Eolie. Ogni giorno a porto San Pietro, agenzie di escursioni locali o di charter proveniente da Lipari vi aspettano per affittare le loro imbarcazioni e per portarvi in alcuni dei siti più belli di questo arcipelago dove il mare cristallino incontra le esalazioni sulfuree del fondo marino che ci fanno immergere in un mare di bolle in movimento continuo. Lisca Bianca, Basiluzzo, Cala Junco oppure il giro dell’isole se ne avete il tempo: attorno a Panarea il paesaggio marino e di costa e da togliere il fiato e tanti piccoli isolotti dalle forme improbabili e dal verde lussureggiante si stagliano all’orizzonte anticipando la vista delle Stromboli a miglia di distanza. Ciò che più attira l’attenzione di Panarea e che forse la differenzia da tutte le altre isole dell’arcipelago delle Isole Eolie è sicuramente la quantità di piccoli isolotti e scogli antistanti il porto. Non dimenticando maschera e pinna, è d’obbligo far rotta a Lisca Bianca e alla sua deliziosa spiaggetta. Bianca dal colore della roccia dovuto alla presenza fin dai tempi antichi delle fumarole, bolle gassose o solforose che per millenni sono state in attività esattamente come lo sono ancora oggi…è come immergersi in un’acqua che ha il peso dell’antichità sulle spalle ma che si mantiene perfetta, cristallina e pura nonostante l’età! Le fumarole sono ancora visibile sott’acqua, sia nella punta occidentale a 5 mt di profondità, sia nell’area compresa tra Dattilo, Bottaro e Lisca Bianca, a 20 metri circa con centinaia di colonne di bollicine. E’ qui che è localizzato il cratere nato dall’ultima attività vulcanica. L’isola di Panarea, gli isolotti ed i bassi fondali che la circondano sono ciò che rimane della grandiosa attività vulcanica caratterizzata dalla presenza di numerose bocche eruttive, per lo più oggi sommerse. Questa piattaforma sottomarina , trovandosi ad una profondità di circa 50 metri, fa si che i bellissimi fondali siano accessibili e che l’acqua sia trasparente e chiara per le immersioni fino a profondità dove altrove si brancolerebbe nel buio.. Dattilo invece si differenzia dalle altre per la sua forme piramidale ed ai suoi fianchi si trovano alcune caverne con zolfo e allume cristallizzato. Le Guglie sono i particolari e slanciati scogli minori che lo fiancheggiano. L’isola di Basiluzzo e lo scoglio Spinazzola meritano una gita di una giornata se potete per le sorprese che riservano. L’isola dista da Panarea circa 3,5 chilometri ed ha la forma di una cupola con le pareti a picco sul mare. Si notano le stratificazioni  sovrapposte delle varie colate laviche che si sono avvicendate negli anni, alcune a bande chiare ed altre più antiche e scure formate da ossidiana. Le coste assumono le forme più strane e bizzarre e le coste diventano inaccessibili. Vi è solo uno scalo naturale in prossimità della punta di levante, dal quale è appena visibile un sentiero che conduce fino ad uno spiazzo…ammesso che riusciate ad arrivarci! Dalla cima a circa 165 metri sul livello del mare si gode appieno della vista sia di Panarea che di Stromboli. I resti di una Villa Romana con tracce di pavimento a mosaico, intonaci colorati, una costruzione sottoterra a botte ed una darsena di epoca romana, oggi a sette metri sott’acqua, testimoniano che già 2000 anni fa il luogo era la residenza di un magnate di “sesterzi”.

Oggi l’isola è disabitata, ma per secoli i tre ettari di superficie sono stati coltivati a cereali. A Spinazzola invece, scoglio totalmente inaccessibile, si trova una colonia di palme nane unica nel suo genere in tutta Europa. Il giro dell’isola con un  natante consente, superato in senso antiorario lo scalo di Iditella e la spiaggia della Calcara, di visitare il versante occidentale, altrimenti non raggiungibile a piedi. Procedendo si incontrano Punta Palisi, la grotta del Tabacco ed infine una grande parete a strapiombo con l’antistante Scoglio Pietra della Nave, paradiso dei sub: quel che rimane di un antico cratere. Passiamo davanti a Punta Scritta dove si tramanda vi fossero delle iscrizioni, forse di pirati saraceni. Di qui in avanti pareti a strapiombo, prismi basaltici, colate laviche sovrapposte. A punta Muzza vi è la maestosa parete di Costa del Capraio, che arriva sino al mare. Arriviamo quindi all’emozionante Cala Junco, alla Cala del Morto e alla Calette degli Zimmari sempre molto affollata in agosto, all’insenatura di Drautto, a pUnto Torsione e a Punta Peppemaria e quindi saremo di nuovo al Porto di San Pietro. Se vi rimane un po’ di tempo da dedicare allo shopping, la boutique del Raya Club vi stupirà con i suoi tessuti variopinti, i pareo realizzati in Indonesia, l’artigianato ed i pezzi di antiquariato; la boutique Look and Buy con i suoi abiti alla foggia di Panarea; la boutique Scarfi per sandali fatti a mano su misura ed abbigliamento; Paguro per arredamento etnico per esterni ed interni, Bouganville con gli articoli in stile Panarea. Cocchi e Cenci ed in Vecchio Magazzino con le loro ceramiche pregiate, Pucci con i suoi tessuti decorati, Biddikkia con il suo abbigliamento chic ed i suoi abiti ricercati.

 

 

 

 

 

Un modo alternativo per arrivare alle Eolie.

I servizi di Panara, l’isola mondana…

Air Panarea è una società di servizi che ha sede nelle Isole Eolie con  base operativa a Panarea ed opera nel settore del trasporto passeggeri con elicotteri avvalendosi di vettori che rispondono alle normative vigenti in ambito JAR OPS 3.

Air Panarea effettua collegamenti tra gli aeroporti del Sud consentendo di raggiungere qualsiasi destinazione in tempi brevissimi.

La società organizza escursioni turistiche in elicottero in accordo con le normative vigenti.

Gli elicotteri, il personale di volo e gli equipaggiamenti istallati a bordo rispondono ai più severi standard di sicurezza per il tipo di missione richiesta.

Dabs

Villaggio dell’Età del Bronzo a Panarea.

Panarea. Il villaggio di Cala Junco.

 

Lo scavo al Milazzese di Panarea fu il primo condotto da Luigi Bernabò Brea nelle Isole Eolie, nel 1947.
Il villaggio è situato sul promontorio di Punta Milazzese, formato da tra successivi dossi rocciosi a superfice piana e con pareti quasi verticali, che si protendono nel mare a guisa di falce, congiunti all’isola solo da uno stretto istmo. Vera fortezza naturale, il promontorio era facilmente difendibile con un solo sbarramento dell’istmo; ed è proprio per questa ragione che è stato scelto come sede del villaggio della media età del bronzo.
La comunicazione fra i tre dossi, oggi impossibile, non doveva esserlo nell’antichità, poiché la roccia è stata in seguito fortemente erosa.
Sul primo dosso, che è il più ampio, oltre a tracce dello sbarramento dell’istmo sono state messe in luce 21 capanne delimitate da muretti di pietre a secco, mentre altre due sono state scavate all’estremità dell’ultimo dosso.

Il fatto che in molte capanne si siano trovati ancora in posto vasi ed altri oggetti dimostra che il villaggio ha subito la medesima distruzione violenta che è stata poi ritrovata in tutti gli insediamenti eoliani di questa età.
Il materiale rinvenuto caratterizza una delle fasi dell’età del bronzo eoliana (fase del Milazzese), che i numerosi reperti micenei datano tra il XIV e gli inizi del XIII sec. a.C.
Dabs

Panarea e l’attività vulcanica di Lisca Bianca

Le bollicine di Panarea…
 
Panarea è l’isola più piccola dell’arcipelago eoliano ed è un’isola molto scenografica; una delle più incantevoli dell’arcipelago. I suoi 240 abitanti,vivono in tre contrade: Ditella, S. Pietro e Drauto.
Fanno da cornice a Panarea i vicini isolotti di Basiluzzo, Dattilo, Bottaro, Spinazzola e gli scogli di Lisca Bianca, Lisca Nera, i Panarelli e le Formiche. Gli studiosi ritengono che Panarea, gli scogli e gli isolotti che la circondano siano i resti di un antichissimo vulcano sottomarino, sommerso in parte dalle acque nei periodi interglaciali.
L’apparato vulcanico complessivo si deve ritenere il più antico rispetto agli altri delle Eolie e del vulcano originale rimane solo la parte orientale perché quella occidentale ha subìto diversi sprofondamenti che hanno ridotto di molto la primitiva superficie dell’ isola. A sud-est, nei pressi di Punta Milazzese, vi sono i resti di un villaggio preistorico che dominano dall’alto la bella baia di Cala Junco, e tutt’intorno all’isola sorgono degli scogli chiamati le Formiche, poco affioranti e per questo causa di parecchi naufragi nell’antichità.
Il condotto principale dell’originario complesso vulcanico è situato all’incirca nel tratto di mare compreso tra lo scoglio La Nave e lo scoglio Cacatu. Sempre dal mare, sulla costa occidentale (Cala Bianca), sono invece visibili i resti di un condotto vulcanico secondario dalla forma di grosso imbuto.
Sul lato nord-est dell’ isola, sulla spiaggia della Calcara è tuttora possibile scorgere fumarole di vapori che si levano dalle fessure fra le rocce (dai suggestivi colori sulfurei), ultime tracce di attività vulcanica con temperature fino ai 100°C . In alcuni punti fra i ciottoli in riva al mare, per effetto di queste sorgenti di calore, l’acqua ribolle fino ad essere ustionante.
I fondali attorno a Panarea e il suo mini-arcipelago sono spettacolari perfetti
per fare snorkeling.
Altre fenomeni eruttivi subacquei (recentemente alla ribalta della cronaca per un’ improvvisa aumentata attività) sono evidenti nel ribollire delle acque fra l’isolotto di Bottaro e Lisca Bianca.
Dabs

Guida alle Eolie

Lipari

 

L’isola normalmente viene usata come base di partenza per “emigrare” verso le altre dell’arcipelago. Bellissima, sopra e sotto il mare, con le sue spiagge di pomice finissima, le rocce granitiche, le insenature, i faraglioni e le grotte. La cittadina di Lipari si allarga a ventaglio intorno alla rocca, su cui sorge l’antico castello, proprio ai piedi del quale, sui due lati del promontorio, si trovano due dei tre porticcioli dell’isola. Sulla sinistra del promontorio del Castello la costa forma una piccola insenatura dove si trova il porto di Marina Corta, con la suggestiva Chiesa delle Anime del Purgatorio che separa i due piccoli bacini.

Una delle prime cose da fare, appena giunti a Lipari e magari prima di imbarcarsi, è il giro dell’isola. Partendo dal paese di Lipari, si segue il lungomare per Marina Lunga, si passa il porto Pignataro e si procede verso Canneto, situata in una insenatura delimitata a sud est dal Monte Pilato. Da Canneto, percorrendo la strada che conduce alla chiesetta di Pirrera, si arriva a Forgia Vecchia, le Rocche Rosse e Campo Bianco, cave di ossidiana e di pomice. Proseguendo a Porticello, sovrastata da giacimenti di roccia bianca e superato il promontorio di Punta Castagna, dove si può ammirare l’insolito spettacolo costituito dalle «sciare» di pomice che si tuffano in mare, si incontra la frazione di Acquacalda, con la grande spiaggia ed una splendida vista su Salina. Da qui inizia la salita verso la montagna fino al paese di Quattropani, e continuando ad andare si arriva a Pianoconte. A pochi minuti di strada si trovano le Terme di S. Calogero, edificate nel 1867 con la “stufa”, grotta sudatoria romana, che risale a circa 3.500 anni fa, ed il “Tholos” di civiltà Micenea. Proseguendo nel giro dell’isola si arriva al belvedere di Quattrocchi. Da qui si ammirano le pittoresche insenature ed i dirupi scoscesi che si buttano nel mare, l’incantevole panorama dei Faraglioni e lo sfondo dell’isola di Vulcano. Si continua poi di nuovo verso Lipari, seguendo la strada principale, ma vale la pena fare un’ultima deviazione, alla scoperta dell’Osservatorio Geofisico Internazionale, posto in cima a Monte Guardia. In paese avrete poi tutto il tempo di ammirare la Civita, con il parco del Castello, la Cattedrale, le ricostruzioni archeologiche dei siti ed il Museo Archeologico, uno dei più importanti d’Europa, che assolutamente merita una visita apposita. Ma è senza dubbio via mare che Lipari offre la sua parte migliore; dopo aver trascorso una piacevole serata a Lipari il giorno dell’imbarco, al mattino partiremo alla volta delle cave di pomice per un suggestivo bagno nelle acque cristalline ai piedi delle vecchie cave di estrazione della pomice che conferiscono al fondale sabbioso un aspetto caraibico. Ci rilasseremo qui per il pranzo prima di partire nel pomeriggio alla volta di Panarea. Costeggiando una costa a strapiombo che è tutta una varietà di colori e di toni suggestivi, si passa da “Cala Fico” alla imponente e caratteristica mole della “Pietra del Bagno” che fronteggia più giù le rocce rossastre della costa. Il versante meridionale dell’isola, di fronte a Vulcano, da cui è separata da uno stretto braccio di mare chiamato “Le Bocche di Vulcano”, che attraverseremo l’ultimo giorno di crociera rientrando a Lipari, è fronteggiato dalle sagome svettanti e caratteristiche dei due grandi faraglioni di Pietra Lunga e di Pietra Menalda. Il passaggio intorno ai faraglioni e la sosta in rada per un piacevole bagno al tramonto sarà il perfetto concludersi della settimana.
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