Le Viscere dei Vulcani!

Le viscere delle “mie” isole. Vulcani Parte II

Raccontarvi della vita eruttiva di Vulcano è relativamente semplice se paragonata a quella del mio vulcano “del cuore”, lo Stromboli. Se è impossibile prevedere quando Vulcano tornerà alla fase eruttiva, lo stesso non può dirsi di “Iddu”, Lui, come viene affettuosamente chiamato dagli abitanti delle Isole Eolie. Il vulcano più conosciuto delle Eolie, infatti, è in perenne attività: le eruzioni sono continue, più volte all’ora, ma sono particolarmente piccole e non superano le decine di metri cubi di magma. Persino i fenomeni estremi, i  cosiddetti “parossismi” – violente e improvvise esplosioni, che formano delle colonne eruttive che  si sono verificate solo quattro volte negli ultimi vent’anni – hanno un volume che è solo tre volte più elevato delle eruzioni ordinarie. Sempre il Dottor Coltelli che ci aiutato a capire meglio l’attività eruttiva di Vulcano ci dice che lo Stromboli è comunque un vulcano pericoloso oltre a rappresentare una rarità: sul pianeta ne esiste solo un altro con le stesse caratteristiche, che si trova alle isole Vanuatu e si chiama Yasur. Poi c’è Vulcano, la cui attività è totalmente slegata da quella dello Stromboli. È un vulcano più convenzionale, ma desta maggiore preoccupazione perché quando esplode emette milioni di metri cubi di lava. I suoi volumi eruttivi sono impattanti per la dimensione dell’isola e sono comparabili alle eruzioni esplosive dell’Etna. E del resto è qui che i romani e i greci hanno collocato il dio dei vulcani. Questo significa che nell’antichità la sua attività era considerata più forte di Stromboli. Vulcano, infatti, passa gradualmente da periodi in cui è quiescente – caratterizzati comunque da forti emissioni di gas e piccoli terremoti sotterranei – alla fase eruttiva.

Nel farlo, mostra una serie di variazioni: risale il magma e fa crescere l’emissione di gas, oltre a rompere la crosta terrestre creando terremoti di bassa intensità; ma fa aumentare anche la temperatura delle falde acquifere sottostanti, e allora sì che si genera una forte sismicità. È un percorso lento e complesso che spesso e volentieri “abortisce” esaurendosi. Come è successo dall’88 al ‘93, quando si è verificata la crisi più importante, poi rientrata. La stessa situazione sembra si sia riproposta a settembre 2021. Nonostante questa periodicità, per Vulcano, è tutto difficilissimo da prevedere.

Lo Stromboli invece, dal punto di vista statistico è uno dei pochi vulcani sulla terra in attività quasi continua e  costituisce la più settentrionale delle sette Isole Eolie. Il suo edificio si alza più di 920 metri sopra il livello del mare, ma la sua base si trova a una profondità di circa 2000 metri sotto il livello del mare. A dispetto di quanto possa sembrare “tradizionale” vedendolo arrivare dal mare in barca a vela con quella sua forma conica perfetta fatta di lisce pendici che si tuffano nel mare profondo, lo Stromboli è un vulcano molto complesso dal punto di vista vulcanologico. Questa complessità rispecchia la sua intera storia che è caratterizzata dalla crescita e successiva distruzione di una serie di edifici vulcanici. La vita di ciascuno di tali edifici sembra terminare con un collasso di settore, cioè una voluminosa frana di roccia, che lascia una enorme nicchia, o un anfiteatro,  di “collasso”. Dopo il collasso più recente, circa 5000 anni fa, un nuovo edificio ha cominciato a costruirsi all’interno dell’ultima nicchia di collasso, che è conosciuto come “Stromboli attuale”, il cui versante attivo costituisce la Sciara del Fuoco. La sciara del fuoco è tecnicamente una depressione, un pendio naturale che dal cratere del vulcano prosegue fino al mare. Al di sopra di essa si trova un rande cono piroclastico in cui ci sono i tre crateri che nel caso di eruzioni più importanti ci regalano uno spettacolo unico: i lapilli e le rocce infuocate scendono lungo la sciara fino ad unirsi all’azzurro del mare. I crateri sommitali di questo edificio si trovano ad una quota di 750 m circa, cioè più di 100 metri al di sotto del punto più alto del vulcano. Immediatamente sopra l’area craterica (anche conosciuta come “terrazza craterica”) si erge il Pizzo sopra la Fossa, destinazione di molti visitatori che permette una vista spettacolare verso l’interno dei crateri. Da diversi decenni, si sono potuti distinguere tre crateri principali attivi, uno nell’estremità nord-est dell’area craterica, uno al centro, ed il terzo nella parte sud-ovest. Ognuno di questi crateri contiene diverse bocche eruttive, la cui quantità e le cui dimensioni variano a seconda dei livelli dell’attività eruttiva. In periodi di attività più intensa, il numero di bocche in attività può essere fino a 10. I crateri attivi sono luogo di un’attività persistente, in corso da diversi secoli, che normalmente consiste in piccole esplosioni ben separate tra loro, con lanci di frammenti di lava incandescente e variabili quantità di cenere fino a qualche decina o centinaio di metri sopra le bocche. Le esplosioni al solito durano qualche secondo o decina di secondi, e sono ben separate tra loro, con intervalli che possono variare fra un minuto e diverse ore. Tale attività viene chiamata “stromboliana”. Durante i periodi di attività più accentuata, alcune bocche producono un’attività di lancio di brandelli lavici quasi continua (“spattering”), che raramente possono portare alla formazione di piccole colate di lava intracrateriche, come alla fine di agosto 2009 e il 7 gennaio 2010. Eruzioni con emissione di colate laviche (trabocchi dai crateri o apertura di nuove bocche effusive fuori dai crateri) avvengono ad intervalli irregolari (mediamente una o due volte per decennio) e portano alla temporanea cessazione dell’attività stromboliana persistente ai crateri sommitali. Le colate possono raggiungere il mare, dove si formano delta lavici che al solito vengono rapidamente erosi dall’azione del mare. Tali effusioni possono avere durate fra pochi giorni e molti mesi. Durante l’eruzione del 2002-2003 ad esempio le effusioni suddette durarono addirittura 206 giorni. L’inizio di un’effusione lavica spesso è accompagnato da forte attività esplosiva ai crateri sommitali. E tuttavia il fenomeno più pericoloso nell’attività dello Stromboli sono esplosioni più grandi rispetto all’abituale attività stromboliana, cosiddetti “parossismi”. Molti di questi eventi lanciano bombe e blocchi di dimensioni plurimetriche nell’area sommitale (il Pizzo sopra la Fossa). Durante i parossismi più forti, la ricaduta di materiale piroclastico incandescente può causare incendi nella vegetazione sulle pendii esterne del vulcano. I parossismi più forti negli ultimi 100 anni sono stati quelli del 3 luglio e 28 agosto 2019. Un enorme boato, poi l’eruzione ed il terribile video della nube di fumo nero che insegue la barca a vela  sono immagini che fanno il giro del Mondo. Lo Stromboli regala emozioni via terra e via mare e mai avvicinandoti a lui, hai il sentore di essere in pericolo. Sembra che ogni volta crei un pretesto, una circostanza per avvertire con i segnali giusti chi si trova in un punto pericoloso che è il momento di allontanarsi. A protezione dei suoi abitanti che, fedeli, non abbandonano le sue sponde e a ptrotezione anche dei suoi ammiratori che con il naso all’insù ne sondano , talvolta sconcertati, le sue terrificanti meraviglie Iddu erge un muto viatico, una scappatoia che ci permette di girargli le spalle quanto basta per poi rivoltarsi a salutarlo per un’ultima volta, quasi fossimo tutti incapaci di dirgli addio davvero. E’ quasi umano il suo modo di agire, brontolare, borbottare, tornare alla quiete. Sarà per questo che di fascino ne ha da vendere come pochi altri siti al Mondo.

Vulcani, Isole Eolie.

Le “viscere” delle mie Isole. Vulcani Parte I

Se esiste un luogo nel Mediterraneo dove la natura regna sovrana allo stato ancestrale e dove la mano dell’uomo agisce tanto consapevolmente quanto poco violentemente, questo luogo sono sicuramente le “mie” Eolie. Un piccolo paradiso terrestre nelle acque del Tirreno meridionale circondato da acque blu cobalto e coste rocciose, ricco di calette e circondato in ogni dove da faraglioni che sembrano svettare verso il cielo come facessero parte di un mondo antico, sepolto, ma vivo. Le Isole Eolie dominano in tutta la loro bellezza la costa della Sicilia nord- orientale. Questa dominanza, ci racconta la mitologia greca, è lunga secoli perché è dal dio dei venti, Eolo, che prendono il nome le Eolie. Ma è a un altro dio che le sette isole devono la propria fama: Efesto, il dio del fuoco, a cui è consacrata Vulcano.

L’arcipelago, infatti, è di origine vulcanica e tutt’oggi, su due isole, ci sono dei vulcani attivi: uno è lo Stromboli, in perenne, seppur ridotta, ma non affatto sopita,  eruzione; l’altro è Vulcano, quiescente per decenni. Oggi impegnato a darci prova della sua attività con le esalazioni sulfuree che dal mare notiamo sulla sua sommità come una nube di perenne fumarola. Quando Vulcano e tutta la sua camera magmatica si sono rimesse in moto, il caldo estivo non era ancora sopito. Ma a Vulcano, vi posso assicurare, il caldo non si sopisce mai. La terra stessa e le pareti vulcaniche attorno a noi ribollono del calore intra- terrestre. Anche quando agosto è già terminato qui a Vulcano sembra che l’estate sia appena iniziata. Alle Eolie non è una rarità perché la bella stagione si protrae fino a ottobre inoltrato. Nel settembre 2021, però, la fine dell’estate porta con sé una novità: il vulcano, che non erutta dal 1888, si risveglia.

Il primo segno è il forte aumento della produzione di gas, che indica un’ascesa del magma. «Sono sostanze tossiche o asfissianti, come l’anidride carbonica, che sostituisce l’ossigeno», spiega il dott. Mauro Coltelli, responsabile del Centro Monitoraggio Eolie dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Ma non finisce qui. Perché Coltelli riscontra un altro fenomeno legato alla risalita del magma: la deformazione del cono della fossa, cioè un rigonfiamento dell’edificio del vulcano. «Ha avuto un sussulto, che avrebbe potuto portare a una situazione critica. Se una parte significativa del cono crolla in mare, del resto, si può produrre uno tsunami di una certa entità», chiarisce il vulcanologo, che ci tiene a tranquillizzare: «L’emergenza sta rientrando». A Vulcano, infatti, poco dopo l’innalzamento del livello di allerta, i toni si sono lentamente tranquilizzati. Prosegue la crisi minore idrotermale superficiale, con modesti incrementi della temperatura di emissione e del flusso dei fluidi, ma l’attività del vulcano è in lento declino. «Nulla impedisce che torni a risalire come nel 1888», rivela però lo scienziato, «anche bruscamente, fino ad arrivare alla situazione eruttiva». La situazione dell’attività eruttiva di tutto l’arcipelago delle Isole Eolie è in costante monitoraggio, ma il problema principale, che vale peraltro per tutti i vulcani del Mondo, è che è  impossibile prevedere come questa attività si evolverà. E’ difficile, pressochè impossibile, stabilire il decorso delle crisi di Vulcano. «Non conosciamo l’esatta collocazione del serbatoio magmatico. E se non scopriamo le condizioni della regione che ci sta sopra, non possiamo sapere se cederà, permettendo l’ascesa del magma», racconta Coltelli. È questo, quindi, il motivo che ostacola le previsioni a lungo termine dei vulcanologi, che stanno mettendo a punto dei sistemi di topografia sismica per individuare e studiare il serbatoio. Uni dei modi che , per quanto riguarda l’arcipelago delle Isole eolie, è opportuno utilizzare, è monitoraggio della risalita del magma ossia marcare il percorso che la lava sta facendo risalendo la fondo del camino vulcanico verso l’alto. Come capire questo? Ci sono due fenomeni che precedono l’eruzione e sono l’aumento dell’inarcamento del suolo e l’aumento delle rete di gas. Altro fattore che i vulcanologi misurano con il gravimetro è il momento in cui alla crosta terrestre si sostituisce il magma. Tutti e tre gli strumenti, però, si limitano a mostrare quello che è in atto, e non quello che avverrà. E che pertanto non è immune da errori soprattutto per il monitoraggio dei tempi dell’andamento dell’eruzione. Esiste però uno studio che potrebbe migliorare i modelli che predicono le eruzioni. L’ha condotto il gruppo guidato da Daniel Rasmussen, vulcanologo dello Smithsonian National Museum of Natural History di Washington. La ricerca ha calcolato il contenuto d’acqua nelle rocce eruttate da 62 vulcani ad arco. Dopo ha confrontato i dati raccolti con un sottoinsieme composto da 28 di questi vulcani, dei quali è nota la dimensione della camera magmatica. Così, ha evidenziato una correlazione tra la percentuale di acqua nel magma e la profondità della camera magmatica. In altre parole, maggiore è la quantità di acqua e più la lava si è formata in basso. E questo è un dato che potrebbe davvero rendere più accurate le previsioni vulcaniche. Perché se l’acqua non fuoriesce dal magma prima che giunga in superficie, si innescano eruzioni esplosive: le più pericolose. Il limite di questo studio in termini di prevedibilità è, per le Isole Eolie in particolare, la mutevolezza delle eruzioni che qui si sono succedute nel tempo. In altri termini: stabilire la profondità di un serbatoio magmatico in base al contenuto d’acqua nei magmi è un po’ un un po’ come tenatre un terno al lotto. Certo che delle basi scientifiche ci sono, ma per stabilire la posizione di un serbatoio si fa uso di informazioni prese da magmi del passato. Mentre a Vulcano la lava non è sempre la stessa: muta, perché date le piccole dimensioni del vulcano, non c’è una camera magmatica strutturata che consente il riciclo della lava. Nel tempo, viene sostituita da altra completamente diversa e , di conseguenza, ogni eruzione, come la sua fase preparativa, si mostra all’esterno in maniera ogni volta altalenante. E se guardiamo alla eruzioni del passato ce ne accorgeremo subito. Nel 1700 Vulcano ha prodotto un magma di ossidiana nera, estremamente viscoso e molto evoluto. Ma nel periodo romano, l’altro piccolo vulcano dell’isola, Vulcanello – situato sul bordo della caldera -, ha eruttato un magma basaltico. Incredibile, ma è un magma che è esattamente l’opposto del primo. Ragion per cui, per i vulcanologi del Mondo, Vulcano rimane un assoluto rompicapo non inquadrabile in nessuno schema già visto. Navigando in barca a vela e facendo il periplo dell’isola ci si accorge già a prima vista di quanto l’attività vulcanica caratterizzi l’isola. Tutte le passeggiate che si organizzano per raggiungere la sommità sono volte ad ammirare non solo tutto l’arcipelago eoliano dall’altro, ma soprattutto per godere di uno spettacolo impossibile da trovare altrove. Si cammina letteralmente in mezzo alle bollenti esalazioni solforose come se ci trovassimo in u ambiente extra- terrestre ancestrale e si “circumnaviga” l’enorme cratere chiuso guardandolo dall’alto ed immaginandosi il tempo in cui quel tappo venne sbalzato via dalle possenti eruzioni dei tempi passati  [to be continued]

Va a spiegarlo al mare…

Vai a spiegarglielo il mare a chi lo guada e vede solo acqua […]. Penso fermamente che sarebbe così che risponderei se mi chiedessero cosa ha di diverso il mare delle Isole Eolie rispetto a tutti gli altri paesaggi marini del Mediterraneo. Approdare qui in barca a vela è vivere di fatto la sensazione di essere sull’”Isola dell’Isola” dove perciò la dimensione insulare è ancora più ancorata nelle abitudini e nei gesti della gente del poste. Il mare delle Isole Eolie risente di questa lontananza dal Continente. Perde tutte le caratteristiche del mare della costa e si fa “profondissimo” in tutte le possibili accezioni di questo termine. Il mare è l’elemento distintivo della dimensione insulare, il confine geografico di questi territori, ma anche un valore profondamente intersecato alla storia e alla vita stessa di queste comunità, ricco di affascinanti dettagli, generoso verso i suoi visitatori . Avvolgente sempre, una miriade di sensazioni ed emozioni. I paesaggi costieri e marini sono lo specchio delle tonalità del cielo, delle stagioni, degli eventi atmosferici, della natura delle rocce; sono la tela sulla quale il vento e la luce dipingono scenari sempre nuovi ed intriganti. Sotto la superficie, grazie alle escursioni organizzate dai diving locali, si può andare alla scoperta di relitti, di una flora e di una fauna ancora incontaminate, per la tutela delle quali le Isole Eolie sono destinate a breve a diventare un’Area Marina Protetta; ma questo repertorio di bellezza è accessibile anche per coloro che – senza “inclinazioni” subacquee – indossano soltanto una maschera e si avventurano tra pesci, molluschi e piante acquatiche, compagni ideali di rigeneranti e rilassanti nuotate. E’ uno snorkeling accessibile a tutti, fatto di mare calmo, caldo e di tranquillità dove sia i grandi che i piccini si divertono. Chi rimane in barca a vela con noi, a bagnarsi di sole, non sarà meno stupito di fronte alla varietà delle scogliere disegnate dalla lava, delle spiagge contornate da falesie, dei litorali bianchi di pomice o neri di sabbia vulcanica, di ciottoli e di pietre la cui consistenza e forma muta da un’isola all’altra, sulle tracce di magici nomi di incantevoli spiagge come Pollara a Salina, Valle Muria a Lipari, Puntazze a Filicudi, Bazzina ad Alicudi, Sabbie Nere a Vulcano, Cala Zimmari a Panarea, Piscità a Stromboli. Vivere in barca a vela il tour delle Isole Eolie è come vivere il mare dal mare in una dimensione tutta nuova ed inesplorata poiché spostandosi da un’isola all’altra, degustando in barca le prelibatezze locali, si scoprono luoghi, baie ed anfratti altrimenti inaccessibili. Classificare le baie e le spiagge delle Sette Meraviglie è praticamente un’impresa titanica semplicemente perché si rischia di tralasciarne qualcuna. Ognuna caratterizzata da una peculiarità, ma tutte accomunate dallo splendore del mare sopra e sotto il livello dell’acqua…danno prova del loro essere indimenticabili. L’isola di Panarea, la più piccola delle Sette è solitamente quella in cui approdiamo per prima. Qui si può entrare in contatto con un’atmosfera di pace e di tranquillità a Cala Junco, che può essere annoverata a buon diritto tra le baie più spettacolari di tutto l’arcipelago. E tuttavia sempre a Panarea è doveroso far tappa anche alla Cala degli Zimmari, resa indimenticabile dal colore della sua sabbia, tendente al rossastro. La spiaggia della Calcara offre, invece, sensazioni uniche perché consente di passeggiare su un terreno riscaldato in modo piacevole dalle fumarole.  Per noi che arriviamo in barca a vela questo spettacolo si apre facilmente ai nostri occhi una volta lasciatasi alle spalle Lipari ed aver percorso appena un’ora e mezza di navigazione. Cala Junco si apre ai nostri occhi in tutto il suo “blu” che incornicia una costa aspra ed irsuta fatta di piccoli altipiani dove si conservano resti archeologici di storica importanza. Per arrivare qui se si stati a fare una passeggiata in paese o nelle altre baie della zona, i percorsi da seguire sono piuttosto facili: è sufficiente incamminarsi lungo sentieri avvolti dalla natura. La forma di Cala Junco è quella di un piccolo anfiteatro, che è circondato e incorniciato da formazioni rocciose a dir poco inusuali su entrambi i lati: lo scenario con cui si ha a che fare è quello di una piscina naturale a cielo aperto dove avventurarsi a fare il bagno è un’esperienza unica. La morfologia particolare della cala assicura un riparo eccellente anche per le nostre barche a vela che si ancoreranno qui per la notte ma è anche la ragione per la quale essa veniva impiegata, all’epoca del villaggio preistorico di cui vi ho parlato, come darsena. Meritano una foto soprattutto le tonalità cromatiche delle acque della baia, cangianti e quasi da cartolina, dal turchese al verde smeraldo, passando per il blu intenso. Navigando verso l’Isola di Vulcano che noi abbiamo programmato nel nostro tour settimanale come ultima isola da visitare non possiamo fare a meno di imbatterci nella Baia di Sabbie Nere. Tutto il paesaggio attorno primo fra tutti il colore non può che suggerirci che si tratta  di una baia di origine vulcanica e lo scenario è reso speciale proprio dal contrasto tra il colore nero delle piccole pietre laviche e la trasparenza dell’acqua di un mare cristallino. Le stesse pietre, per altro, per effetto dei raggi del sole hanno un aspetto paragonabile a quello dei cristalli, a dimostrazione di come non esistano emozioni più straordinarie di quelle offerte dalla natura. Altra tappa da non perdere a Vulcano è la Grotta del Cavallo, nome suggestivo per ancor più suggestivo sfondo. Essa è incastonata in un anfiteatro naturale e deve il nome a un masso il cui profilo ricorda la testa di un cavallo. Al suo interno ci sono gallerie, laghetti e curiose volte a cupola modellate dall’erosione della roccia ad opera del vento e del continuo andirivieni del mare. Ed infine è solo grazie al nostro girovagare in barca a vela che potremmo ammirare, appena adiacente alla Grotta del Cavallo un altro scenario inusuale, un anfratto raggiungibile solo via mare , un anfiteatro naturale cinto da rocce di basalto e tufo in cui il mare acquista una tonalità magica grazie appunto alle rocce che ne rifrangono il colore intenso. Lipari è la pima isola che vedremo navigando verso Panarea, ma la ritroveremo anche alla fine della settimana ed il primo scenario che si apre a noi uscendo dal porto di imbarco è, per vicinanza, la spiaggia bianca delle Cave di Pomice. Anch’essa di origine vulcanica, ha un fondale marino caratterizzato dalla presenza di sedimenti della bianca pomice, e non è esagerato sostenere che quello offerto è uno spettacolo che ha pochi eguali nel resto del mondo. Chi vuol concedersi un bagno lo può fare a qualunque ora del giorno, anche di primo mattino, dal momento che le acque del mare sono molto più calde rispetto a quello che ci si aspetta e questo vale per tutte le isole. Non c’è niente di più entusiasmante di un bel tuffo dalla prua della barca a vela  proprio dirimpetto ai pontili  che in epoca passata venivano utilizzati per trasportare i beni che venivano estratti dal mare. Mare che oggi come allora mette in mostra un turchese molto più che intenso.

“Il mare non cambia mai e il suo operare, per quanto ne parlino gli uomini, è avvolto nel mistero” diceva Joseph Conrad….mai come qui alle Isole esso si fa compagno dell’uomo, complice della sia irrequietezza e compagno del suo girovagare. Alimenta quel senso di mancanza di confine che solo un orizzonte visto da una barca a vela può dare […]

Il soffio del Vento!

Il soffio del Vento!

Il soffio del vento, frase tanto ripetuta quanto vera, il vento è l’energia della vita, la spinta che ti da la forza di andare avanti anche quando tutto sembra andare al contrario, ma si sa, anche quando il vento è contrario si può avanzare le tecniche della vela ce lo insegnano e allora perché non fare la stessa cosa anche nella quotidianità? Navigare di per se ha sempre implicato difficoltà da superare con forza, astuzia ed energia, tanta energia, questa disciplina l’arte della navigazione è un vero sinonimo della vita. Basta pensare anche a quando ci sentiamo soli, come isole in mezzo al mare, quindi occorre trovare il modo di raggiungere la terra ferma ed è proprio navigando che si può ritrovare quello che stiamo cercando, quello che si pensa di aver perso. L’uomo ed il mare è storia di sempre, le due realtà da sempre a confronto, da sempre in armonia e competizione, odio e amore, gioia e dolore. La felicità non è mai legata a fattori esterni, la felicità dipende dai noi, il mare rende liberi e felici se si è predisposti, il mare è un grande amplificatore dei sentimenti. Navigando in mari ed oceani ti accorgi di quanto siano differenti nella loro identicità, infatti anche se sei in mezzo a distese infinite di acqua, con l’orizzonte a trecento sessanta gradi non è mai uguale, si percepisce la diversità del luogo geografico, la distanza dalla costa e le condizioni climatiche locali identificano il posto e di conseguenza il tuo umore. Non è la stessa cosa non vedere la costa ma essere a poche miglia dalla terra, piuttosto che non vedere la costa e saperla a mille miglia di distanza, l’immensità degli oceani destabilizzano la mente, i crepuscoli inteneriscono qualsiasi cuore, si deve essere preparati psicologicamente per stare in mare a lungo, si deve essere pronti per superare tutte le prove che il mare come la vita ci pone davanti.

Da quando navigo alle Isole Eolie dopo aver percorso rotte lunghe e lontane uscendo dal Mediterraneo, attraversando l’oceano ed arrivando e navigando nel Mar dei Caraibi, mi sono accorto che il mare ha anche un’altra faccia, più rilassata, solare ed accogliente. L’arcipelago eoliano rilascia una certa serenità che si percepisce solo vivendo queste isole, questo influisce molto sull’umore del navigante, infatti i sentimenti prima descritti non si ritrovano in queste acque, la vicinanza tra le isole, i mari calmi, la temperatura ideale e la conformità  delle coste trasmettano benessere, amicizia, ospitalità. La cordialità degli isolani di cui parlo sempre è un altro ingrediente di questo fantastico arcipelago, i colori dei paesi e il cibo ti accolgono con dolcezza e sicurezza. Navigare alle Eolie significa casa, in ogni angolo di queste isole c’è sempre un’energia positiva che viene percepita sulla pelle. Quest’anno le nostre crociere a vela, saranno arricchite dal racconto della storia di questi posti, vorremo infatti permettere ai nostri ospiti di tornare a casa non solo con le immagini negli occhi, ma anche con le storie nella mente oltre che con i sapori in bocca. Le serate le passeremo a chiacchiera in pozzetto così che ci sarà la possibilità di narrare, raccontare questa terra di vulcani, attivi e spenti, crateri da scalare, boschi da visitare, paesi dove le persone si muovono ancora a ritmi lenti e anche tante ricette locali tramandate e imparate dagli stessi skipper.

Alcuni locali eoliani amo chiamarli locali riflessivi, si perché esistono talmente da tanto tempo che emanano storia dalle pareti, dalle porte e dai banconi dai loro panorami di cui si può godere standoci dentro o semplicemente seduti davanti.  Alcuni di loro sono i più conosciuti, come ad esempio a Stromboli nella piazza della chiesa c’è l’Ingrid che ha una terrazza panoramica vista mare, sedersi li al tramonto significa fare un viaggio nel tempo, talmente si respira un’aria di serenità che puoi solo pensare alla tua vita, un viaggio personale nel tempo, una meditazione. Invece pranzare o cenare da Alfredo significa allegria dai colori bianco blu, gli stessi del suo ristorante che danno questa sensazione di anni sessanta attuali, la balneazione, il sole, lo stare insieme e godere dei loro prodotti famosi come il pane cunzato e la granita siciliana. Nei vicoli a Lipari tanti i ristoranti dove sedersi per assaggiare la cucina eoliana poco rivisitata e fedele alla tradizione, ma soprattutto ai prodotti locali e freschi che da queste parti sembra essere la primaria regola. Un aperitivo a Filicudi, al Saloon con Antonio che dispensa bicchieri di vino o birre da sorseggiare sulla spalletta davanti alla spiaggia di sassi, l’atmosfera della piazzetta di Pecorini a Mare è qualcosa di irripetibile. Spostarsi a Vulcano significa invece riflettere al classico tramonto visto dalla spiaggia, quando il sole cala tra sdraio ed ombrelloni chiusi per la sera, al ciringhito Baia Negra si sorseggiano aperitivi con musica lounge. Panarea la regina dei locali mondani non gode di un tramonto diretto perché il paese è ad est dell’isola, si può però godere di tutti  i suoi riflessi che rimbalzano sulle molteplici isolette davanti a lei, Dattilo, Lisca Bianca, Basiluzzo e Bottaro sono infatti baciate dal tramonto che le rende di colori intensi proprio mentre dai tetti del Raya il locale più conosciuto di Panarea tutti sorseggiano il loro aperitivo.

Alicudi è l’isola esente da ogni regola, qua non conta l’aperitivo o il tramonto, conta esserci, si perché quest’isola ferma nel tempo non chiede, ma regala atmosfere magiche, poche sono le barche che vi possono pernottare, poche sono le persone che si ritroveranno a terra per due chiacchiere davanti a l’unico locale “L’Airone” poche sono le persone che durante la stagione estiva riescono a vedere quest’isola priva di porto, ridossi e baie, ma coloro che riescono a metterci piede sopra la ricorderanno per tutta la vita, Alicudi eremita ora e da quando fu la sua aurora…

Le Isole Eolie sono la somma di dettagli che le rendono grandi, se pur modeste e mai nei primi posti delle vacanze italiane esse non invidiano niente a nessuno, non sono conosciute e questo le rende uniche ferme nel tempo, e naturalmente non per tutti!

Buon vento!!!

Primavera alle Isole Eolie

Primavera Eoliana

Aspettiamo la primavera a casa, già si notano i primi segnali di ripresa della natura…ma ci domandiamo cosa starà succedendo nel frattempo sulle nostre Isole Eolie, dove la natura regna sovrana! Alle Isole Eolie, come del resto su tutte le isole del mediterraneo, la primavera anticipa grazie al clima più mite che viene trasmesso dal mare. Le fioriture iniziano a sbocciare sui gelsomini e sulle ortensie nei vicoli dei paesi, quelle piante che si affacciano dai giardini di queste piccole strade; di notte il profumo del gelsomino notturno regala momenti intimi di libertà, sotto le stelle questi cieli profumati sono fantastici.

In mare la primavera anticipa di un mese rispetto a terra; il 21 marzo  inizia infatti  il periodo di riproduzione di tante specie di pesci, il mese dell’amore nei fondali eoliani dà inizio alle danze. L’alba di un periodo fiorente come l’estate che sta per arrivare. Si sa, l’estate porta amore e voglia di stare insieme e non c’è differenza tra cielo, terra e mare.

Sarebbe bello poter fare le vacanze in questo periodo dove il risveglio primaverile ti abbraccia, senza stress da caldo, da folle di agosto che, frenetiche, invadono le isole. La primavera alle Eolie è un lento risveglio non solo della natura ma anche di tutte le attività estive che dopo un lungo inverno di chiusura pian piano riaprono. I bar del porto, i nostri ristoranti preferiti come Cincotta, Il Macellaio, l’Ingrid, da Alfredo a Salina, l’Hotel di Lipari e il Sirena di Filicudi, locali da aperitivo come il Raya, il Banacalì di Panarea posti fantastici sulle classiche terrazze, e tutte le case vacanza che pian piano vengono rimesse in ordine.  Ci sono posti esotici e caraibici dove hai navigato per anni dando al mare e alla barca a vela gran parte del tuo tempo e delle tue risorse, posti che ti sono costati mesi di navigazione per raggiungerli, anni di studi matti e disperatissimi….poi incontri le Isole Eolie, a due passi…si fa per dire…dai luoghi in cui sei nato e che ti sono tanto familiari perché è lì che hai cominciato a navigare. E lì trovi e ritrovi i tuoi spazi, conosci le persone che ti staranno vicino per le successive quindici estati e ti crei un mondo che va al di là del lavoro, della passione per la barca ed il mare e che diventa “casa”.  Le isole Eolie in questo periodo di accenno di fine inverno e di inizio primavera sono una fucina di colori, di profumi, di movimento e di risveglio assoluto. Quando durante l’autunno e l’inverno tutto si ferma a causa anche delle condizioni meteo che per gran parte del periodo invernale rendono molto difficoltosi i collegamenti con la Sicilia e con il Continente, è in quel momento che le Isole Eolie entrano in quel periodo di letargo che servirà loro a ricaricarsi per affrontare la stagione estiva come solo gli abitanti di queste Isole sanno fare…con garbo, gentilezza e brio! Ed è la primavera che si fa foriera di idee, nuovi progetti e nuove aperture. Ogni estate tornando alle Isole Eolie troviamo sempre spassose novità e tra quelle che ci entusiasmano di più ci sono sicuramente quelle che riguardano il cibo che, noi, siamo sempre felici di testare e provare! Lo scorso anno ad esempio appena sbarcati a Salina dopo la prima settimana di charter la nostra prima tappa come sempre su quest’isola è stato il Ristorante Da Alfredo che, oltre ad essere uno dei nostri più cari ed affezionati amici, è anche un mito in Sicilia e nel Mondo, per il suo famosissimo Pane Cunzato e per la sua Granita la cui segretissima ricetta viene custodita gelosamente dalla Famiglia tutta e tramandata di generazione in generazione come si fa con le cose davvero preziose. Una favolosa scoperta nel menù sono state due new entry che ci hanno personalmente entusiasmato. Il nuovo e modernissimo Pane Cunzatu “Vegan Salina” che, pur moderno come detto, per rispondere alle esigenze dei palati più inclini alle verdure,  pota con sé tutta la tradizione delle Isole perché condito o “cunzatu” con gli ingredienti della terra che Salina stessa produce e come si usa die, a totale filiera corta e km zero. Il profumo dei pomodorini, delle carote e della cipolle coltivati sotto il sole della Sicilia , le zucchine profumate come solo quelle degli orti di qui sanno essere ed infine la granella di pistacchio, tra il dolce ed il salto che da quell’ aroma inconfondibile alla gran parte dei piatti eoliani…un connubio di sapori e di profumi che scalda il cuore ed il palato. Un’altra alternativa che ci ha letteralmente entusiasmati è stato il  “Briantinu”. Il carpaccio di tonno pescato qui, l’aroma del finocchietto che, mixato con olio evo, avvolgo il pane croccante, il tocco degli agrumi che rende il piatto sapido quanto basta per contrastare il dolce della Vastedda, il formaggio a pasta molla della Valle del Belice, formaggio dop venerato dagli amanti dei formaggi semplici ma profumatissimi. Ed a contornire questo lauto pranzo non può mancare la granita, inconfondibile per consistenza ed impareggiabile nel sapore. La granita di Alfredo ha il sapore dei limoni di Salina, grandi come lo sfusato amalfitano, ma più succosi, , dei fichi che piegano i rami degli alberi dietro ogni muretto dell’isola, come dei gelsi che cadendo imbattano del loro colore violaceo le stradine che si inerpicano fin su alle colline verdi coltivate a malvasia; ha il sapore anche delle mandorle e delle fragole ed è sublimato con un tocco do panna fatta in casa che non ha il sentore industriale dello zucchero raffinato, ma che odora di latte ed ha la consistenza di una nuvola. Amiamo Alfredo, i suoi figli e tutti il loro entourage perché con mani sapienti, maestri e passione amorevole riescono a riunire qui una vota a settimana al loro passaggio tutte le flottiglie che girano attorno alle Isole da giugno a settembre e che approdano qui per sentirsi a casa. L’abbraccio e la convivialità che il cibo offre sarebbe niente se non fosse condito dall’amicizia, dall’accoglienza e dall’ospitalità che qui non hanno rivali.

I cinque Elementi. Isole Eolie.

I cinque elementi. Isole Eolie.

Prendi una giornata di sole, un po’ di brezza leggera con la direzione giusta, una barca a vela ben armata ed uno skipper conoscitore delle Isole Eolie ed il gioco è fatto. Se esiste un luogo nel Mediterraneo dove la natura ha raccolto nella maniera più potente ed ammirevole ogni suo elemento in un luogo soltanto quel luogo è sicuramente l’Arcipelago delle Isole Eolie. Acqua, Aria, Terra, Fuoco si mischiano in maniera sapiente per creare un connubio unico che in queste isole si esprime in tutta la sua bellezza. Acqua. L’elemento costitutivo per eccellenza di un’isola. Senza di essa, l’isola diviene continente.  Alle isole eolie il mezzo di locomozione prescelto per godere appieno di questo elemento naturale è la barca. Se ci aggiungi un po’ di maestria ed amore per il mare vero allora devi scegliere la barca a vela. Tutte le isole Eolie sono una fucina di sorprese sopra e sotto il mare. Tutte Isole di origine vulcanica, mostrano per la maggior parte un fondale composto da pietre scure e ciottolame modellato e lisciato dalle correnti, ma in alcune occasioni come ad esempio sulla spiaggia della Pomice o nella baia appena davanti a Panarea, Lisca bianca, il fondale è composto inaspettatamente da sabbia finissima e chiarissima tanto da farle assomigliare a quelli del fondali caraibici. Le correnti sono leggere, l’acqua piacevolmente fresca e lo snorkeling per i più temerari, ma anche più semplicemente una rilassante nuotata verso la costa sono un ottimo modo per passare il pomeriggio in rada nell’attesa di navigare ed ancorarsi fronte paese per godere di una serata in relax ed in compagnia in uno dei mille locali che ogni isole offre. Meta di un turismo mai chiassoso ma pur sempre vacanziero ogni isola offre un’ampia scelta di locali, piccole locande, ma anche ristoranti gourmet per i palati più esigenti che danno sfoggio, ognuno a suo modo, della sapienza culinaria di questi isolani che delle materie prime di indubbia bontà hanno fatto la loro carta vincente. La cucina eoliana parte da una base di ingredienti semplici, ma profumatissimi e coloratissimi che costituiscono l’incipit di ricette anche complesse, ma che mantengono salda la tradizione, la qualità dei materiali e la filiera corte e controllata. I capperi, i pomodorini rossi e gialli a grappolo, le erbe aromatiche che crescono spontanee in ogni dove ed il pesce sono senza dubbi gli ingredienti principe di questa cucina che anche i nostri skipper amano usare a bordo durante i  nostri pranzi in baia. Aria. La barca a vela è il mezzo principe per muoversi alla volta del periplo di queste isole che solo via mare offrono al viaggiatore scorci inaccessibili via mare. Qui, narra la leggenda che da loro il nome, Eolo viene a riposare ed è per questo che le nostre navigazioni sono per tutto il periodo estivo, caratterizzate da brezze leggere e mai invadenti che ci permettono di veleggiare quanto basta per divertirci e godere di tutto il romanticismo che solo la barca a vela offre. Da Lipari a Panarea, da Salina a Filicudi e durante tutto il tour settimanale la nostra flottiglia navigherà in compagnia durante le ore della mattina avvicinandosi agli anfratti più nascosti di ogni isola ed ormeggiare alla fonda in modo da poter godere del mae, del silenzio e dell’esclusiva di un luogo che il turismo terricolo non può raggiungere. Terra . Terra nera e vulcanica per eccellenza, il suolo delle Isole eolie, in testa Stromboli e Vulcano, arde anche del fuoco che ribolle sotto di essa ed il suo colore scurissimo e profondo venato di riflessi sulfurei racconta una storia di eruzioni, assestamenti e movimenti tellurici vecchi di millenni ma allo stesso tempo attuali. Lo Stromboli è il vulcano più attivo d’Europa e da il nome alla sua stessa attività detta “Strombolana” che è riconoscibile data la particolarità della quantità e della direzione delle eruzioni stesse. Ma c’è una terra che è lo specchio della storia dell’isola stessa è sicuramente quella di Vulcano. Avvicinandoci in baia anche da lontano ci arriva alle narici il tipico odore di zolfo che caratterizza quest’isola. Le esalazioni sulfuree sono evidenti anche ad occhio nudo sulla sommità del cratere più alto dove è possibile arrivare con un po’ di coraggio e circa due ore di cammino. Ma è sicuramente una piccola fatica che vale lo spettacolo che si può ammirare da lassù. Dalla sommità tutto l’arcipelago delle Isole Eolie si estende davanti ai  nostri occhi svelandoci anche forme, insenature, colori e rilievi inaspettati. Le nuvole di zolfo caldo e dall’odore inconfondibile fanno si che ci si immerga in un ambiente che pare ostile all’inizio, ma in cui ci si acquieta presto. Un luogo lunare, che sembra venuto fuori da un’aura extraterrestre dove le terrazze rurali che si affacciano sul cratere principale portano le scritte di tutte le persone che si sono avventurate in quel luogo e che hanno voluto lasciare un segno del loro passaggio lassù. La discesa al paese è lenta e fresca ed è d’obbligo se si è partiti presto al mattino magari senza colazione concedersi una pausa dolce e rilassante al Bar di Remigio, uno dei preferiti del luogo. Qui il gelato oppure la granita con brioche sono quelle tipiche siciliane con un tocco di originalità…i capperi canditi per esempio! Fuoco. Chissà se lo Stromboli sa che tutti i suoi abitanti, terricoli e marini confidano in lui affinchè egli preservi loro la Vita, il lavoro, la casa, gli affetti. Abitare qui. Alle pendici di un Vulcano il cui ribollire è una percezione sensoriale che parte da sotto i piedi ed arriva fino alla testa. Qui dove l’ardere del Fuoco all’interno della enorme camera magmatica  lo puoi percepire nell’aria calda che respiri o poggiando le mani a terra e sentendone il calore. Abitare qui è una scelta di Vita. E la puoi capire solo se ascolti le parole di chi questa scelta l’ha fatta con amore, ma senza alcuna paura, Lo Stromboli ed i suoi abitanti sono una visione in mezzo al mare. Una forma conica perfetta si erge per mille metri sopra il livello del mare e lo tocca impercettibilmente sulle coste per andare poi a sprofondare giù per altri duemila metri in una discesa irta e vertiginosa verso il blu profondo. Non esiste isola enigmatica ed attraente quanto questa probabilmente perché avvolta nella sua aura di mistero sotterraneo di Fuoco. Poi d’improvviso la tensione si stempra quando alzi il naso all’insù e Iddu sfoga le sue pressioni in un boato eruttivo che, se il sole è calato e sei nel punto giusto, puoi vedere nelle sue mille sfumature di giallo, rosso e arancio dei lapilli. Tanto basta per innamorarsi di queste isole e delle loro attrattive naturalistiche. Esse hanno dalla loro parte il fascino di qualcosa di ancestrale che in altri luoghi è morto e sopito da tempo ed allo stesso tempo la modernità e la freschezza dell’accoglienza che è merito dei suoi abitanti e della loro innata joie de vie.

Per questo vincono sempre.

I tramonti delle Isole Eolie

Tramonti alle Isole Eolie.

I tramonti delle Isole Eolie sono sempre diversi, possono cambiare a secondo dell’isola dove vi trovate, dal meteo del momento, dal vostro umore. I più belli e più fotografati sono quelli visti dall’isola di Vulcano dalla Baia di Ponente dove il sole che ha maturato luce e colori per tutto il giorno, pian piano scende dietro l’orizzonte tra le Isole antistanti, ovvero Alicudi e Filicudi. Il sole si tuffa nel mare dopo averci scaldato tutto il giorno. La storia antica di queste isole ha fatto si che tutti i piccoli centri abitati, piccoli paesi, nascessero ad est sulle coste orientali, questo perché i venti forti predominanti creano forti mareggiate da ovest / nord Ovest pertanto le coste più riparate sono quelle che guardano la Calabria. Questo però fa si che dai paesi non si possa vedere il tramonto in mare, il sole infatti tramonta dietro le colline o le piccole montagne delle stesse isole pertanto solo navigando intorno all’isola si riesce a scrutare un tramonto in mare, oppure come detto dalla Baia di Ponente che dal nome stesso si intuisce essere aperta ad ovest. Navigheremo facendo il periplo delle isole all’inseguimento dei tramonti più belli…la barca a vela e l’esperienza dei nostri skipper permette di accedere alle baie più belle e talvolta inaccessibili via terra in modo che  possiate godere di un esclusivo fine giornata facendo ciò che più vi piace, rilassandovi, leggendo oppure preparandovi ad uscire per la sera. Le Isole Eolie sono una fucina di sorprese sia dal punto di vista naturalistico che enogastronomico  ed ovviamente dal punto di vista dell’accoglienza. I nostri skipper che navigano qui da anni per tutto il periodo estivo conoscono gran parte delle persone che vivono a terra e quindi sarà per loro facilissimo consigliarvi ed anche accompagnarvi alla scoperta dei siti più belli da visitare e luoghi da scoprire. La barca a vela ancorata in baia è un punto di appoggio stabile per tutta la giornata. Dal mattino, momento in cui ci sveglieremo e prepareremo una suggestiva colazione ammirando i colori tenui delle prime ore del giorno e godendo delle brezze leggere che cullano la barca a vela alla fonda. Proseguiremo poi mollando gli ormeggi ed avviandoci con una breve navigazione verso l’isola successiva dove il vostro skipper avrà organizzato l’ancoraggio per la sera. Ma prima ci soffermeremo per il pranzo, rigorosamente in mezzo al mare e lontano dai luoghi più turistici per godere di un fresco brunch tutti insieme. Un bagno è d’obbligo e soprattutto vi consigliamo di armarvi di pinne, maschera e boccaglio per divertirvi a fare u po’ di snorkeling. La “tabella di marcia” ed il tour settimanale delle isole eolie è studiato in modo che posiate ammirare anche via mare quello che di pìù bello le isole offrono. Il giorno dell’ancoraggio serale a Panarea ad esempio sarà doveroso portarvi a fare una nuotata a Lisca Bianca, isola vulcanica anch’essa che offre lo spettacolo subacqueo delle esalazioni sulfuree che creano uno flusso ininterrotto di bollicine che esalano  dal terreno verso la superficie come se ci trovassimo sopra un camino vulcanico, ma totalmente innocuo. I fondali di Panarea, ma anche quelli di Vulcano, Lipari, Salina sono in parte rocciosi ed in parte sabbiosi e creano anfratti spettacolari e dai colori che niente hanno da invidiare a quelli caraibici e d’oltreoceano. Le acque molto calde delle isole eolie per via sia della loro origine vulcanica ed il loro ergersi immediatamente sopra una camera magmatica che abbraccia la Sicilia tutta, sia anche in parte per riscaldamento climatico che interessa tutti i mari, Mediterraneo compreso  ospitano una grande varietà di specie marine in fondali non profondi e vicino alla costa. Calarsi in mare direttamente dalla scaletta della barca a vela vi darà un senso del godimento del mare totalmente nuovo. Un altro sito da non perdere assolutamente è l’immersione anche e solo a pelo della superficie dell’acqua per i non temerari  nelle grotte sulla costa ad ovest di Lipari…gli skipper della nostra flottiglia le hanno recentemente “avvistate” durante le loro settimane di charter e le hanno ribattezzate “le grotte di Baia Meraviglia”. Rispetto alle più conosciute Grotte di Filicudi sono sicuramente meno frequentate e sono molto più suggestive perché più profonde e dove è possibile con facilità arrivare in tender accompagnati dal vostro skipper. Un altro sito accessibile solo via mare che vi lascerà senza fiato per il suo specchio di acqua trasparente dovuto ad un fondale sabbioso chiaro e finissimo è la baia della Pomice sulla costa est di Lipari a cui arriveremo proprio il primo giorno come inaugurazione della nostra crociera. Sullo sfondo un vecchio sito di estrazione della pomice, tutto intorno barche a vela alla fonda con la prua al vento ed un totale relax. Anche dal punto di vista enograstronomico le Isole eolie su retaggio dei sapori della Sicilia ha una cultura culinaria invidiabile fatta di sapori semplici, profumi della terra ed aromi avvolgenti in cui sono le materie prime di indiscussa qualità a creare piatti semplici ma estremamente d’effetto. I primi di mare dove il pesce spada e la spatola accompagnati da una base di olio evo, capperi e pomodorini creano sapori sublimi., Uno dei nostri preferiti che sarà meta del vostro tour settimanale è il ristorante Pescecane sul corso di Lipari. L’ambente familiare e sinceramente cordiale  assieme ai piatti della tradizione eoliana rimarranno senza dubbio in memoria e palato. Una delle nostre location preferite per piatti, simpatia ed originalità di impostazione culinaria è il The King of Fish a Vulcano gestito dal nostro caro amico Gianluca e dal suo entourage che, nato come semplice pescheria in riva alla costa di Levante di Vulcano ha cominciato un  girono dopo l’altro ad offrire assaggi agli avventori della pescheria creando cosi un incessante andirivieni di clienti pronti a fare incetta di assaggi e spesa di pesce freschissimo ed appena pescato…negli anni si è trasformato in uno dei ristoranti di crudità di mare più rinomati di tutte le isole. Per ultimo, ma solo per assoluta reverenza nei confronti di questo locale che è una vera e propria istituzione nell’arcipelago delle isole eolie e conosciuto anche in continente è “Alfredo” a Salina, l’isola tinta di un verde lussureggiante e quasi tropicale i cui paesini sono intervallati da colline coltivate a capperi e vitigni di malvasia a perdita d’occhio. Alfredo è il nome del proprietario storico nonchè fondatore di questo locale affacciato sul mare nel paesino di Lingua vicino alle saline e al faro. Famoso pe le sue ineguagliabili granite da gustare al mattino accompagnate dalla Briosche “cu u’ tuppu” oppure come dessert alla sera dopo aver cenato con l’assaggio del famoso “Pane Cunzatu”, letteralmente pane condito…ma ad essere sinceri questo appellativo non rende giustizia a questa fetta di pane croccante condito con olio evo del posto e sormontato letteralmente da una cupola di ingredienti sapientemente abbinati che spazia dai pomodorini, alla crema di ricotta, ai capperi, alla cipolla, al tonno rosso affumicato che creano un’armonia di sapori sublime. Un morso Di Isole Eolie ad ogni assaggio. Questo e tanto altro in una settimana in barca a vela con noi […]

Abitanti delle Eolie.

Abitanti delle Eolie.

L’inverno sembra la stagione più lunga, l’estate in un attimo passa, questo perché non ci viene da tener conto dell’autunno e della primavera che sono simili a quelle che io amo definire le stagioni opposte, estate / inverno, simili ma in realtà allungano il periodo di attesa dell’estate . Spesso ci domandano, ma alle Isole Eolie durante il periodo invernale che si fa? Come vivono gli isolani, come si divertono i bambini e come passano il tempo gli adulti quando tutte le attività chiudono e rimangono aperti solamente pochi indispensabili servizi? La realtà è che chi nasce su un’isola ha molte meno esigenze di chi vive nelle grandi città, le abitudini sono fondamentali, non essere abituati ad andare al cinema, al teatro oppure in centro a vedere gente e vetrine non crea l’esigenza. Al contrario come mi disse Gianluca isolano dalla nascita nonché proprietario e gestore del campo boe per l’ormeggio delle barche a Pecorini a Mare, Filicudi; proprio durante un aperitivo al Saloon, gli chiesi infatti se in inverno non si fosse annoiato su di un‘isola così naturale da essere priva di qualsiasi attrazione. Lui mi rispose: in realtà Davide noi qua d’inverno facciamo le stesse che fate voi, con il vantaggio che quando ci affacciamo alla finestra oppure usciamo in terrazza invece di vedere una strada o un palazzo vediamo il mare, ed il mare è sempre in movimento, passa una nave, un peschereccio, piuttosto che una burrasca dal fascino potente e romantico. Quelle sue parole talmente erano ricche di emozione e tenerezza da parte sua, che non potei controbattere niente, anche se nella mia testa sapevo che il suo dire che in inverno facevamo le stesse cose non poteva essere vero, ma lui non lo immaginava. L’inverno sulle isole è lento, si vive di qualche chiacchiera in paese, qualche festa in casa, si va a pescare e per i più sportivi si passeggia soprattutto nelle belle giornate che qua non mancano, neanche nei mesi più freddi. Filicudi ed Alicudi sono le isole più remote e poco abitate, non ci sono le scuole se nonché le elementari in classe unificata dalla prima alla quinta. Valentino abita ad Alicudi ed anche Francesca, loro sono amici e svolgono lavori ben diversi, infatti Valentino nel periodo estivo lavora al piccolo molo dando assistenza per l’ormeggio alle barche a vela. Anche lui nato sull’isola più piccola delle Eolie difficilmente lascia l’isola e quando va, è per andare in Sicilia, un’isola più grande ma pur sempre un isola. Francesca invece è figlia di un pescatore, lei con i suoi abitano in una delle case più belle dell’isola, che non sono mai ville ma costruzioni in stile eoliano molto caratteristiche con la particolarità di avere delle terrazze ricavate spesso sui tetti piatti, dai panorami stupendi. In questa casa che ha una meravigliosa vista sul mare, dato che siamo a circa centocinquanta metri di altezza, Francesca con i suoi svolgono attività di home restaurant , il pesce pescato dal padre viene preparato e servito ai turisti privilegiati, dato che i tavoli sono solo quattro e tutti su una meravigliosa terrazza , illuminata solo da candele e dai riflessi della notte, che vi assicuro che alle Eolie le notti oltre ad essere uniche e speciali regalo momenti e posti che di giorno non esistono, svaniscono sempre all’alba. Parlando anche con questi ragazzi Valentino e Francesca si possono apprendere quelle differenze di visione del mondo che ci sono tra le persone che nascono in posti come questi e persone che vivono ad un’altra velocità, sia in città ma anche nelle nostre campagne o montagne dove si è comunque contagiati dalla presenza della frenesia, del lavoro e dell’industrializzazione che porta anche ad una accelerazione del tempo libero, nello sport e nelle case delle famiglie. Situazioni che in queste isole non esistono e chi ci vive non riesce neanche ad immaginarle.

Francesca nei periodi invernali potrebbe usufruire di una casa che i suoi hanno acquistato tempo fa a Milazzo, in Sicilia, ma lei una sera ci raccontò che non amava andare in questo paese sulla costa perché preferiva rimanere ad Alicudi, ed anche se i suoi non sarebbero restati lei erano già due anni che trascorreva l’inverni da sola, su un’isola dove in inverno non c’è un bar od una alimentari, ma solo la nave che una volta alla settima porta quello che viene ordinato ai vari fornitori, anche Amazon. Alicudi in inverno non conta più di 50 abitanti sparsi in un paese che si estende dalla costa lambita dal mare sino in alto alla collina di circa quattrocento metri di altezza, le case non sono collegate da strade ma da una sola ed unica scalinata di oltre mille e duecento gradini a passo lungo per permettere agli asini di trasportare vettovaglie, generi alimentari ed attrezzature nelle case più in alto, ma anche i bagagli dei turisti che soggiornano negli appartamenti dedicati. Considerando le temperature estive non è neanche facile salire senza portarsi dietro alcunché, un consiglio se decidete di salire portatevi acqua da bere.

Abitare alle Eolie è una scommessa che si rinnova ogni giorno, i loro limiti sono pari alle loro meraviglie e per poterne godere si deve capirle ed apprezzarle, trovare la chiave giusta di lettura di questo arcipelago particolare, che tanto ha da dare. Ostinato a volte e poco ospitale per chi si avvicina con la barca senza conoscerle bene, infatti per gli ancoraggi sono le stesse isole insieme al mare a decidere quando e dove si può attraccare, si perché alle Eolie non vi sono porti e quando la traversia ci si mette d’impegno con mareggiate importanti si deve aspettare, tanto è vero che in inverno pure i traghetti spesso non riescono ad avvicinarsi e le isole possono rimanere isolate anche per giorni, ma l’isolano lo sa e le sue scorte alimentari non mancano mai, aspettando tempi migliori. Se vi capiterà di decidere per Filicudi o Alicudi ricordatevi di scordarvi l’auto, impossibile portarle per mancanza di strade in Alicudi e per un divieto di transito che vede esenti solo i residenti per Filicudi, considerando i soli suoi nove chilometri di strada. Inutile dirlo il mezzo più consono per raggiungere e visitare queste isole è la barca a vela. Vi aspettiamo per regalarvi “Infiniti modi di sentirvi liberi!”  

Infiniti modi di sentirsi Liberi!!

INFINITI MODI DI SENTIRSI LIBERI!

…questa frase “Infiniti modi di sentirsi liberi” nasce dall’esperienze quotidiane che si hanno in mare. Navigare ha sempre regalato sensazioni di libertà a tutti coloro che si sono cimentati almeno una volta a bordo di una barca a vela, passandoci dei giorni o semplicemente per qualche ora. Navigare tra un isola e l’altra a vista, piuttosto che mettere la prua verso l’orizzonte lontano senza vedere terra non ha importanza perchè il viaggio in mare è senza tempo, senza spazio e ti da sempre la possibilità di cambiare, la rotta dipende da te e se raggiunto l’obbiettivo hai voglia di andare ancora avanti lo puoi fare, niente può fermare una barca a vela al comando di chi ha voglia e desiderio di regalarsi, miglia, sogni e tanta libertà. Il mare pur grande che possa essere ti accoglie e ti regala tanti momenti intimi, un’intimità con te stesso che puoi incontrare solo nella tua mente, stimolata da ciò che ti circonda e dall’immenso spazio che ti confonde. Puoi raggiungere il più profondo sentimento che sta dentro di te, nella tua mente, nel tuo cuore ed accorgerti che l’uno non può stare senza l’altro. La razionalità della mente non sarebbe niente senza il buono che sta nel cuore e viceversa. Il mare chiarisce questi aspetti perché nonostante ci siano tante cose da fare a bordo di una barca, ci sono anche tanti momenti di riflessione, e riflettere sul ponte della baca guardando mare, cielo, astri in un’atmosfera di salmastro che sviluppa le tue capacità intellettive e stimola a dovere il meglio di quello che il tuo io può regalarti, illuminare la mente ed il cuore a bordo, in mare, è più facile..

Le Isole Eolie sono un microcosmo che grazie alla loro conformazione e bellezza, circondate da un mare stupendo possono essere tutto quello di cui hai bisogno per sognare, perché se vuoi sognare ti devi mettere nella giusta condizione e l’unico modo perché il tuo corpo trovi il giusto momento è stando in mezzo alla natura, può essere il mare o la montagna, importante è che sia natura vera. Ti sei mai chiesto perché quando scegli una vacanza nella maggior parte dei casi è all’insegna di posti dove non ci sono palazzi, asfalto e tutto quello in cui siamo costretti a vivere? E’ perché l’anima umana trova la felicità solo quando regredisci a stadi primordiali, ovvero da dove arriviamo, da uomini e donne che sono nati e progrediti dalla natura, con la natura. La voglia di vacanza e la voglia di libertà che la costituisce sono la base dell’essenza umana che abbiamo perso, e che per poterne godere nuovamente necessità acquistarla e partire verso mete spesso lontane. Ma fortunatamente in Italia ci sono ancora molti luoghi dove poter andare ed immergersi in un completo mondo naturale, anche le Isole Eolie sono così, sette isole dove il tempo sembra veramente scorrere a mezza velocità e l’incontro con situazioni primordiali è scontato. I paesaggi, le loro montagne, i loro vulcani sono una cornice giurassica dove l’unica cosa che manca sono solo gli animali preistorici, ma non nego che ogni tanto in certe situazioni non si possono ancora avvistare, semplicemente aggiungendo una goccia di fantasia a ciò che vi circonda se mai vi ritroverete a navigare o visitare queste isole.

Le Isole Eolie sono da sempre animate da attività vulcanica e lo Stromboli detiene tanti record eruttivi, un isola che attrae e spaventa contemporaneamente per le sue eruzioni, spettacolari attività nella maggior parte dei casi belle da vedere, ed in qualche altro caso belle ma rischiose anche per la salute degli abitanti dei paesi come  Ficogrande,  Piscità e Ginostra che spesso sono stati evacuati per fumi o magma esplosivo imminente. Nel 2003 un crollo di un accumulo di magma solidificato ma non consolidato alla montagna, sul lato della sciara del fuoco, cadendo in mare, ha creato un enorme onda che ha abbracciato l’isola e risalendo gran parte delle spiagge e delle coste distruggendo case, barche ed attrezzature.

Anche gli abitanti che spesso sembrano sottovalutare la pericolosità del vulcano, in realtà lo temono e lo rispettano quasi come fosse un dio dal potere di decidere il loro futuro e quello dell’isola. Milioni di anni fa infatti lo stesso vulcano causo un cataclisma e distrusse totalmente quella che allora era un isola che sorgeva accanto  Stromboli, poche centinaia di metri a largo del paese Ficogrande erge dall’acqua Strombolicchio, uno scoglio enorme alto cento metri, questo è quello che resta della vecchia isola, successivamente ed a seguito dimoltissime altre eruzioni è nata Stromboli, l’isola dei giorni nostri. Bella dai suoi lati verdi di vegetazione che conservano ancora i segni di vecchie colate laviche, ai lati di magma e cenere dove tutt’oggi il vulcano continua a riversare lava andando a modificare continuamente i suoi profili, la conformità di un isola viva in continuo movimento. Questo per dire che nessuno sa, quale sarà il futuro di Stromboli, nessuno può prevedere le intenzioni di un vulcano, tanto meno quelle di Iddu il vulcano per eccellenza dal carattere vivace e dispettoso. Infiniti modi di sentirsi liberi… alle Eolie significa anche questo, la possibilità di scegliere di vivere anche per un periodo limitato come quello di una vacanza, a tu per tu con un vulcano, a cui nessuno può chiedere niente, ma lui può dare e togliere tutto. Alle Eolie si può fare anche un’esperienza simile, confrontarsi con la natura quella vera, quella non vista alla tv ma respirata sulla pelle, con il sale, il sole, la cenere, tutti ingredienti che ti riportano ad una condizione di libertà primitiva, la vera natura dell’uomo il confronto, la sfida, il rispetto delle forze più grandi di noi, che esistevano prima della nostra comparsa sulla terra, con cui abbiamo imparato a convivere, a volte non nel modo corretto, ma comunque sempre in presenza. Il pianeta e l’uomo un rapporto conflittuale per eccellenza sviluppatosi soprattutto negli ultimi 150 anni con l’avvento di industrie ed inquinamento, ma se il pianeta ancora regala angoli di cielo, terra e mare allora ne vale la pena di immergersi ancora una volta dentro e ritrovarsi ancora a oggi a sentire… Infiniti modi di sentirsi Liberi!!

Storiche varie…

Il mare è un grande amplificatore dei sentimenti. Ho sempre sostenuto che se stai bene e vai per mare starai benissimo, ma se stai male e vai per mare starai malissimo. Isolarsi su di una barca in mezzo a tanta acqua dove le immagini davanti ai tuoi occhi sono ripetitive, stimolanti per la riflessione ed il pensiero, inizia immancabilmente una ricerca di te stesso o di quello che non vorresti e la dove niente può distrarre il tuo stato d’animo, ma può essere solo alimentato in senso positivo o negativo, inizia il viaggio e la resa dei conti, perché in mare si diventa lo specchio di noi stessi, in mare ti ritrovi faccia a faccia con i tuoi demoni ed è qua che gli devi sconfiggere. Quando varcherai il molo del prossimo porto, sarai tu al comando della tua imbarcazione o saranno loro, non vi sarà nessun compromesso!  Navigare alle Eolie tra terre ciclopiche, vulcaniche dalla lunga e ricca storia di popoli e di avventurieri che sono passati da qua, può aiutare a capire il mare, il posto e soprattutto noi stessi. La vita è una navigazione senza sosta, e la navigazione in queste isole siciliane può essere un concentrato di esperienze che ripetono in breve la vita di tutti noi.

Infatti:

Odissea di Omero:

si narra che le Isole Eolie ospitarono Ulisse reduce dalla guerra di Troia. Si racconta che Eolo lo ospitò e gli donò un otre di pelle dentro la quale erano chiusi i venti contrari per la navigazione. La leggenda dice che, durante il viaggio, Ulisse fece soffiare solo il dolce Zefiro ma mentre egli dormiva, i suoi compagni, credendo che l’otre fosse piena di tesori, l’aprirono liberandone i venti che scatenarono una terribile tempesta dalla quale si salvò solo la nave di Ulisse.

“E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava Eolo, caro agli dei, figlio di Ippota. L’ isola errava nuotando. Un muro la cinge bronzeo; e liscia s’innalza una rupe. Dodici figli con lui nel palazzo vivevano. La casa odorosa riecheggia al suono dei flauti finchè il giorno dilegua; Poi quando licenza gli chiesi di andarmene non rifiutò, ma prese a cuore il mio viaggio; spogliò delle cuoia un bove novenneun otre ne fece, e dentro vi chiuse dei venti ululanti le vie: custode l’aveva dei venti fatto il cronide, e poteva quieti tenerli o incitarli a sua voglia. Nella concava nave con lucida fune, argentea, l’otre legò, di guisa che fuori neppure un alito uscisse; ma solo il soffio di Zefiro per me liberò che la nave benigno spingesse per noi”.

Alexandre Dumas:

Fece il suo primo viaggio in Italia del 1835 durante il quale passò da Genova, Livorno, Roma, Napoli dopodiché raggiunse la Sicilia e le isole Eolie. Rientrava in un più grande progetto che aveva come obiettivo la scoperta delle radici della cultura mediterranea. Dopo analoghe richieste al governo francese non andate a buon fine, fu finanziato da sottoscrittori privati fra i quali c’era anche Victor Hugo.

L’escursione alle Eolie si svolge dal 6 al 9 settembre 1835. Fra i compagni di viaggio citati nel diario ci furono l’amico Jadin e il cane Milord, ma è storicamente dimostrato che il gruppo fu accompagnato anche da Ida Ferrier, l’amante di Dumas, che però stranamente non viene mai citata. Come in un giallo, anche Dumas stesso viaggiò sotto falso nome.

Il viaggio si compie a bordo di una barca, chiamata speronana un tipo di imbarcazione lignea leggera e veloce lunga circa 15 metri dotata di una carena affilata che terminava con uno sperone (o tagliamare). Era attrezzata con una vela latina e dotata di quattro rematori al comando del capitano Arena, il personaggio che ha ispirato il titolo originale dell’opera.

Il Viaggio

La speronara lascia il porto di Palermo nella mattinata di lunedì 6 settembre, il martedì mattina sosta brevemente ad Alicudi e nel pomeriggio giunge a Lipari tramite il canale tra Lipari e Vulcano. Sbarcati con non poche difficoltà, i nostri viaggiatori vengono accolti nel convento dei Francescani poiché ai tempi a Lipari non c’erano alberghi. Qui conoscono il Governatore della città e visitano le cave di pomice.

Il mercoledì 8 settembre mattina partono per Vulcano dove saranno ospiti dei figli del generale Nunziante e ritornano a Lipari nel pomeriggio per poi fare rotta in serata verso Panarea, dove arrivano la mattina di giovedì, 9 settembre. Qui sostano a lungo presso lo scoglio di Lisca Bianca, poi fanno incetta di gamberi e aragoste a Panarea, cacciano conigli a Basiluzzo e verso sera arrivano a Stromboli per ammirare col favore del buio lo spettacolo pirotecnico del vulcano lungo la sciara di fuoco. La mattina del venerdì, 10 settembre, effettuano la scalata al cratere per riprendere infine la strada del ritorno.

Altre notizie:

Dopo il periodo fiorente dello stile di Diana, in cui l’ossidiana era stata la fonte di ricchezza per l’isola, la rivoluzione conseguente all’avvento della metallotecnica comporta due fattori di impoverimento per Lipari e tutte le Eolie. Il primo, immediato, è la sostituzione dell’ossidiana con il bronzo più facilmente lavorabile, meno fragile e non dipendente da una singola fonte di approvvigionamento. Il secondo fattore consegue al miglioramento della marineria dotata di navi più moderne, anch’esse legate alla disponibilità del metallo, che consentono di intraprendere navigazioni più lunghe e non più legate ai percorsi costieri o limitate agli spostamenti a vista. Quindi, pur partendo sempre dalla Anatolia, le rotte commerciali non passavano più obbligatoriamente per lo Stretto di Messina e le isole Eolie ma, attraverso Malta ed il Canale di Sicilia, aprivano nuovi mercati in Sardegna, in Francia ed in Spagna e da qui, oltre le Colonne d’Ercole, sino alle lontane Bretagna e Cornovaglia.

“La Sicilia è il paese ricco di risorse non sfruttate e abitato dai Ciclopi selvaggi, i pericoli dello stretto sono emblematizzati nella leggenda dai due mostri Scilla e Cariddi che ne ostacolano il passaggio ai naviganti. Al di là dello Stretto sono le Planctai, le isole vaganti, le cui fosche cime sono sempre avvolte da una nera nube, il paese dei Lestrigoni mangiatori di uomini, le sirene incantatrici dei naviganti, l’isola della maga Circe. Ma vi è anche Eolia, l’isola galleggiante circondata da un muro di bronzo nella quale regna Eolo il re giusto ed ospitale, dispensatore dei venti, che accoglie benignamente Ulisse e gli dona l’otre del vento favorevole perché possa tornare in patria”.

Infatti sfruttando la capacità di navigare acquisita mediante i commerci di ossidiana, la conformazione dell’arcipelago che sembra strutturato ad arte per raccogliere i naviganti provenienti dal Nord e per proteggerli da ogni vento, la presenza di Stromboli che ancora i Romani definivano il Faro del Mediterraneo per la sua visibilità sia di giorno che di notte nonché la posizione geografica centrale rispetto al Mediterraneo, sfruttando tutto ciò la popolazione eoliana ha raggiunto in questo periodo una posizione preminente nel commercio dello stagno proveniente dalla lontanissima Cornovaglia.

In questo periodo, a partire da XVI secolo a.C., si assiste ad una larga diffusione in tutte le isole dei prodotti egei e contemporaneamente ad uno spostamento dei villaggi dalle amene posizioni dei secoli precedenti a posizioni fortificate più difendibili. Sono frequenti i ritrovamenti di macine per il grano, di trituratori e di altri oggetti di chiaro utilizzo sociale; nel Castello di Lipari è stata trovata, databile intorno al 1580 a.C. una forma di arenaria per la fusione di oggetti in bronzo. Nel suo complesso la prima età del bronzo nelle isole Eolie va dal XVIII secolo a.C. sino alla fine del XV con una durata di circa 400 anni. Il periodo successivo, tra il 1400 ed il 1300 a.C., detto della media Età del bronzo, è caratterizzato da inumazioni singole rannicchiate entro grandi vasi (pithoi) normalmente chiusi da una lastra di pietra; di esse sono stati trovati molti esempi in una zona ai piedi del Castello (oggi piazza Monfalcone) attualmente conservati nel Museo archeologico di Lipari. Le ceramiche sono molto lavorate e assumono la forma di orci globulari e bottiglie ma anche di amuleti in terracotta e monili. A Lipari è stata ritrovata una forma di fusione per spade mentre a Panarea una per braccialetti. Gli scambi non sono più solo con l’area di cultura greca od orientale ma anche con quella italica ed egiziana: nella tomba di Amenophis IV (1372-1355) sono state trovate ceramiche di tipo identico a quello sopra citato, sono state anche ritrovate diverse ceramiche nuragiche nelle isole, che testimoniano un traffico commerciale tra la Sardegna e Lipari. Intorno al 1250 tutto ciò si interrompe bruscamente. Delle isole Eolie non rimane altra traccia se non il ricordo persistente nel mondo greco di cui risuona larga eco nei racconti dell’Odissea.