Lipari e le cave di pomice.

LIPARI: IL NERO DELL’OSSIDIANA, IL BIANCO DELLA PIETRA POMICE.

 

 

 Lipari non è solo la più grande delle Isole Eolie, ma è anche la più mondana tra le sette perle del mediterraneo.

Il suo porticciolo e la rocca fortificata l’hanno resa un punto focale del turismo eoliano, caratterizzandola come snodo principale degli spostamenti da e verso le altre isole.

Oltre ad una fervente attività turistica, la principale fonte di ricchezza dell’isola è stata per anni alimentata dalle operazioni di estrazione dell’ossidiana e della pietra pomice.

È difficile credere che il nero dell’ossidiana e il bianco della pietra pomice derivino dalla stessa tipologia di fenomeno. Mentre la prima deve il suo colore alla composizione basica del magma da cui è prodotta, la seconda è chiara perché è acida e nasce da eruzioni ricche di gas con un’evaporazione veloce che conferisce alla pietra pomice la sua caratteristica porosità.

mare limpido isole eolieSe l’ossidiana è la tipica roccia magmatica-vetrosa di origine effusiva, la pomice appartiene a quella categoria di materiali eruttivi generati da un’attività effusiva-esplosiva: insomma, entrambe derivano dal raffreddamento e dalla successiva solidificazione della lava, ma sono totalmente diverse per consistenza e colore.

Ancora oggi è possibile visitare le cave di pietra pomice di Porticello o fare un bagno lungo le sue coste bianchissime, dove il mare assume una colorazione turchese unica al mondo. Anche l’ossidiana è facilmente reperibile nella sua forma più grezza, soprattutto nelle zone costiere o rurali dell’Isola di Lipari.

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Museo Archeologico di Lipari Isole Eolie

Museo Archeologico di Lipari

Il complesso museale sorge sul roccione riolitico del “Castello” di Lipari, un’imponente cupola di formazione vulcanica con caratteristiche di fortezza naturale, dove gli abitanti si sono insediati in tutti i periodi in cui si è sentita una necessità di difesa.

Le testimonianze di questi insediamenti sono oggi in parte visibili sul pianoro sommitale della rocca: capanne dell’Età del Bronzo, su quattro livelli sovrapposti; strutture di Età Greca e Romana; impianto urbano del II sec. a.C., grazie all’intensa attività di scavo sistematico avviata a partire dagli anni ’50.

Fino alla metà del XVI secolo la rocca del “Castello”, la “Cittàde” nella vecchia dizione popolare, conservava il suo aspetto naturale, costituito da pareti rocciose per tutta la sua altezza e da alcuni tratti di fortificazione sulla sommità di queste. L’aspetto attuale gli deriva dalle possenti cortine a scarpa delle fortificazioni erette da Carlo V intorno al 1560, subito dopo l’attacco del pirata tunisino Kaireddin Barbarossa, che nel 1544 aveva conquistato e distrutto la città.

 

Sul lato Nord, le fortificazioni spagnole hanno inglobato la torre a difesa piombante di Età Normanna, la quale aveva compreso una torre di età greca, probabilmente del IV sec. a.C., oggi ancora visibile per tutta la sua altezza. Le diverse Sezioni in cui il Museo è articolato e le sue infrastrutture (uffici, biblioteca, depositi, servizi aggiuntivi, ecc.), trovano  sede in diversi edifici storici, a cui si aggiungono anche i fabbricati novecenteschi del campo di confino fascista.

 

Il Museo, costituito da sei padiglioni, che accolgono rispettivamente: la Sezione Preistorica, la Sezione Epigrafica, la Sezione delle Isole Minori, la Sezione Classica, la Sezione Vulcanologica, la Sezione di Paleontologia del Quaternario, documenta ed illustra, attraverso i complessi dei reperti esposti, gli insediamenti umani e lo sviluppo delle civiltà succedutesi, nell’Arcipelago Eoliano, dalla Preistoria alle soglie dell’Età Moderna.

Il percorso scientifico è agevolato dal ricco ed esaustivo apparato didattico che si articola su due livelli: didascalie con caratteri di colore rosso, forniscono in lingua italiana ed inglese informazioni essenziali ad una visita rapida; testi esplicativi con caratteri di colore nero, forniscono in lingua italiana informazioni ampie e dettagliate ad una visita ragionata e scientificamente completa.

Disponibili per la consultazione del pubblico sono inoltre, all’interno della Sezione Preistorica, della Sezione delle Isole Minori e della Sezione Classica, delle postazioni informatiche di facile accesso per quanti vogliano più ampi spunti di approfondimento, e sui complessi esposti nel Museo e sulle emergenze archeologiche e/o monumentali del Castello.

Dabs

Traversata Oceanica Est-Ovest

Traversata Oceanica Canarie-Caraibi

Prepararsi a partire.

  Big Cormy 21.11.05

830 litri d’acqua nei serbatoi, 620 litri di gasolio, 525 litri d’acqua potabile in bottiglie, 30 litri di latte, 30 chili di pomodori in scatola, 20 chili di pane precotto ed in cassetta, 25 chili di pasta, 40 litri di vino, 45 chili di patate, 30 chili di frutta, 60 uova, 15 litri di coca cola, 5 barattoli di nutella, 10 barattoli di marmellate varie, 8 chili di sale, 15 chili di biscotti, 8 chili di caffè, 10 litri d’olio d’oliva, 20 confezioni di merendine, cornetti, pasticcini, 10 buste di frutta secca e patatine fritte,  i frigo sono pieni di carne, verdure, salumi, formaggi. Poi, 40 rotoli di carta igienica direttamente proporzionale alla cambusa, scottex, stracci, saponi…e così via…

Big Cormy in porto si siede diversamente sull’acqua; la sua linea di galleggiamento è cambiata, sembra una papera che galleggia, con il culo largo, ma riprenderà la sua linea dopo la partenza, miglio dopo miglio.

Ed intanto oggi a bordo abbiamo caricato un’altra miriade di cose impossibili da elencare!! La cambusa per una navigazione che durerà circa venti giorni con dieci persone a bordo è senza dubbio una delle parti più difficili da organizzare… le difficoltà possono essere superiori alla navigazione e alla conduzione della barca stessa. Un buon pasto rende di buon umore ed il primo scopo è quello di tenere il morale dell’equipaggio sempre alto; una buona cucina li farà sentire a casa anche nei momenti più impegnativi, anche quando fuori farà brutto.

Riparo la randa, qualche cucitura, aggiustiamo il passacavo della galloccia di poppa, smontiamo ancora e catena che verranno serrate in sentina al centro barca. Preparo due cassette di plastica con dentro cibi energetici, come fichi secchi, cioccolate e marmellate pronte per essere messe dentro la zattera di salvataggio. Serro in sentina tutti i pezzi per il supporto del timone di rispetto, passo mezza giornata in testa d’albero per ricoprire le sartie con del tubo gommato per proteggere la randa, vado a comprare qualche esca finta per pescare alla traina, un salto all’internet point per controllare la posta, le ultime telefonate di saluti.

Sembra che siamo pronti, ma non lo si è mai. Ad un certo punto si deve partire  perché la lista degli appunti non riesco mai a depennarla completamente…così come si scorciano di sopra, si allungano di nuovo di sotto con sempre nuove voci.

Buongiorno Atlantico.

22 novembre.

Mi affaccio al tambucio  in cima alle scale… davanti a me il turno di guardia, a dritta l’isola di Hierro, a poppa – ad oltre cinquanta miglia – La Gomera e Tenerife. Erano circa le 23 ieri sera quando, nel silenzio del porto, Big Cormy è scivolato via. Lentamente tra le imbarcazioni ferme al suo fianco, il suo albero si sdoppia incrociando al traverso altri alberi d’imbarcazioni ormeggiate su tutte le banchine ed in modo discreto, inosservato, come quando è arrivato dieci giorni fa, se ne andato, ce ne siamo andati come se il mare ci avesse chiamato. Leggi tutto “Traversata Oceanica Est-Ovest”

Guida alle Eolie

Lipari

 

L’isola normalmente viene usata come base di partenza per “emigrare” verso le altre dell’arcipelago. Bellissima, sopra e sotto il mare, con le sue spiagge di pomice finissima, le rocce granitiche, le insenature, i faraglioni e le grotte. La cittadina di Lipari si allarga a ventaglio intorno alla rocca, su cui sorge l’antico castello, proprio ai piedi del quale, sui due lati del promontorio, si trovano due dei tre porticcioli dell’isola. Sulla sinistra del promontorio del Castello la costa forma una piccola insenatura dove si trova il porto di Marina Corta, con la suggestiva Chiesa delle Anime del Purgatorio che separa i due piccoli bacini.

Una delle prime cose da fare, appena giunti a Lipari e magari prima di imbarcarsi, è il giro dell’isola. Partendo dal paese di Lipari, si segue il lungomare per Marina Lunga, si passa il porto Pignataro e si procede verso Canneto, situata in una insenatura delimitata a sud est dal Monte Pilato. Da Canneto, percorrendo la strada che conduce alla chiesetta di Pirrera, si arriva a Forgia Vecchia, le Rocche Rosse e Campo Bianco, cave di ossidiana e di pomice. Proseguendo a Porticello, sovrastata da giacimenti di roccia bianca e superato il promontorio di Punta Castagna, dove si può ammirare l’insolito spettacolo costituito dalle «sciare» di pomice che si tuffano in mare, si incontra la frazione di Acquacalda, con la grande spiaggia ed una splendida vista su Salina. Da qui inizia la salita verso la montagna fino al paese di Quattropani, e continuando ad andare si arriva a Pianoconte. A pochi minuti di strada si trovano le Terme di S. Calogero, edificate nel 1867 con la “stufa”, grotta sudatoria romana, che risale a circa 3.500 anni fa, ed il “Tholos” di civiltà Micenea. Proseguendo nel giro dell’isola si arriva al belvedere di Quattrocchi. Da qui si ammirano le pittoresche insenature ed i dirupi scoscesi che si buttano nel mare, l’incantevole panorama dei Faraglioni e lo sfondo dell’isola di Vulcano. Si continua poi di nuovo verso Lipari, seguendo la strada principale, ma vale la pena fare un’ultima deviazione, alla scoperta dell’Osservatorio Geofisico Internazionale, posto in cima a Monte Guardia. In paese avrete poi tutto il tempo di ammirare la Civita, con il parco del Castello, la Cattedrale, le ricostruzioni archeologiche dei siti ed il Museo Archeologico, uno dei più importanti d’Europa, che assolutamente merita una visita apposita. Ma è senza dubbio via mare che Lipari offre la sua parte migliore; dopo aver trascorso una piacevole serata a Lipari il giorno dell’imbarco, al mattino partiremo alla volta delle cave di pomice per un suggestivo bagno nelle acque cristalline ai piedi delle vecchie cave di estrazione della pomice che conferiscono al fondale sabbioso un aspetto caraibico. Ci rilasseremo qui per il pranzo prima di partire nel pomeriggio alla volta di Panarea. Costeggiando una costa a strapiombo che è tutta una varietà di colori e di toni suggestivi, si passa da “Cala Fico” alla imponente e caratteristica mole della “Pietra del Bagno” che fronteggia più giù le rocce rossastre della costa. Il versante meridionale dell’isola, di fronte a Vulcano, da cui è separata da uno stretto braccio di mare chiamato “Le Bocche di Vulcano”, che attraverseremo l’ultimo giorno di crociera rientrando a Lipari, è fronteggiato dalle sagome svettanti e caratteristiche dei due grandi faraglioni di Pietra Lunga e di Pietra Menalda. Il passaggio intorno ai faraglioni e la sosta in rada per un piacevole bagno al tramonto sarà il perfetto concludersi della settimana.
Leggi tutto “Guida alle Eolie”

Tramonto perfetto!

…arriva la notte, una notte diversa dalle altre, nessuna è uguale all’altra, a volte è proprio inutile cercare d’immaginarle. Questi silenzi hanno parole da ascoltare, non si possono costruire con la fantasia, tutto è fragile, è un equilibro dell’anima nel blu, il sole è tramontato nell’azzurro orizzonte sgombro di foschia, maestosa forza, energia che da la vita, mi ha trasmesso delle sensazioni, che si decifravano in un saluto, è stato un tramonto perfetto. Ho pensato molto in quel momento,  ho pensato ad un saluto da parte di chi oramai, sta in un posto che non si vede…

Dabs

…diario di bordo traversata oceanica.

22 novembre 2005, estratto del diario di bordo.

davide mantovani
Dabs

…mi affaccio al tambucio  in cima alle scalette… davanti a me il turno di guardia, a dritta l’isola di Hierro, a poppa – ad oltre cinquanta miglia – La Gomera e Tenerife, Canarie Island. Erano circa le 23 ieri sera quando, nel silenzio del porto, la barca è scivolata via… lentamente tra le altre imbarcazioni ferme al suo fianco, il suo albero si sdoppia incrociando al traverso altri alberi d’imbarcazioni ormeggiate su tutte le banchine ed in modo discreto, inosservato, come quando è arrivata dieci giorni fa, se ne andata, ce ne siamo andati come se l’oceano ci avesse chiamato, ed in realtà così è stato! Adesso ci aspettano circa venti giorni di oceano no stop sino ai Caraibi, questa sarà una navigazione indimenticabile!!

Dabs dei mari.